Ius soli, Costa: «Meglio rinviare, non si decide a colpi di maggioranza»

Ius soli, Costa: «Meglio rinviare, non si decide a colpi di maggioranza»
di Sara Menafra
Martedì 11 Luglio 2017, 16:55
3 Minuti di Lettura
Il ministro agli Affari regionali Enrico Costa sui temi legati al diritto difficilmente si tira indietro anche a costo di dover procedere da solo. Stavolta, però, l'argomento è talmente sensibile che, dice, serve una riflessione di tutta la maggioranza.

Ministro, bisogna andare avanti sullo ius soli oppure no? Il Senato dovrebbe votare la prossima settimana...
«Voglio fare una premessa generale che vale non solo per questo caso: l'approvazione di una legge non può essere sganciata dal contesto generale e dalle sensibilità dei cittadini. E' così per ogni legge e credo valga soprattutto per norme che riguardano la natura del rapporto di cittadinanza. Il punto non è l'impopolarità: se il legislatore ritiene che un provvedimento sia giusto non deve fermarsi, bisogna diffidare di chi fa leggi basate solo sul consenso, ma sarebbe miope non osservare che il tema dello Ius soli nell'immaginario collettivo si interseca a quello dell'emergenza migranti, a torto o a ragione. Per di più con le leggi sulla cittadinanza tocchiamo il più importante elemento costitutivo della Repubblica, il suo popolo a cui, come recita l'articolo 1 della Costituzione, appartiene la sovranità. Se è vero che non c'è una riserva costituzionale su questo tema, dobbiamo ricordare che si interviene sulla composizione della comunità nazionale. Bisognerebbe puntare ad un ampio consenso parlamentare e non procedere a colpi di maggioranza, ammesso che una maggioranza su queste norme ci sia».

E dunque?
«Dunque, penso che come governo e come maggioranza parlamentare siamo chiamati prima affrontare e risolvere l'emergenza, come ci chiedono i cittadini. Il nuovo assetto normativo andrà affrontato successivamente. Non possiamo procedere se mancano questi due aspetti fondamentali: un contesto nel paese idoneo a discutere costruttivamente questo tema ed un'ampia base parlamentare».

Silvio Berlusconi si è detto contrario alla legge perché la considera un fattore di attrazione per coloro che oggi affrontano il viaggio per attraversare il Mediterraneo. E' davvero così?
«Non entro ora nel merito del provvedimento, è chiaro che quello che dice Berlusconi è un elemento su cui riflettere anche se il testo attuale è temperato rispetto alle prime versioni. Io credo però che prima di tutto, e al di là del merito appunto, l'intera maggioranza e il mio partito dovrebbero riflettere sulle condizioni preliminari. Dobbiamo evitare una legge che assuma il sapore di una bandierina piantata dall'alto nel mezzo di un dibattito difficile che attraversa il paese».

Come si pone il suo partito, Ap?
«Non abbiamo ancora affrontato il tema, ma esprimerò la mia posizione appena possibile. Mi pare che molti abbiano già avviato delle riflessioni in questo senso, dovremo presto tirare le somme».

E se il Pd vuole forzare? Il segretario sembra considerare la legge un punto irrinunciabile.
«Da quel che capisco c'è una riflessione in atto anche all'interno del Partito democratico, spero che il mio ragionamento sia ascoltato anche al di là dell'appartenenza di partito».

In passato le è già accaduto di schierarsi contro leggi che non condivideva anche a costo di farlo in solitudine. Potrebbe essere così anche stavolta?
«In questa occasione spero soprattutto che le decisioni vengano ben ponderate. In passato è successo che la maggioranza sia andata avanti comunque per poi dover correggere il tiro. Sul processo penale, che ho deciso di non votare, sono già previsti degli aggiustamenti. Sul codice antimafia, si erano evidenziate alcune difficoltà, il Senato ha fatto un passo ma anche la Camera dovrà assumersi delle responsabilità. In ogni caso, il tema Ius soli è talmente delicato che non si può procedere con il pallottoliere».

Siamo a fine legislatura, il rischio è che se si aspetta di risolvere l'emergenza la legge salti.
«Il problema è quali priorità ci diamo. Dopodiché dico anche che di Ius soli la politica discute almeno dal 2006, il dibattito parlamentare ha portato ad affinare la proposta, a riprova che il tempo trascorso non è stato inutile, anzi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA