La Lega si spacca sulla Bongiorno lite Maroni-Salvini

La Lega si spacca sulla Bongiorno lite Maroni-Salvini
Sabato 20 Gennaio 2018, 08:46
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Marco Conti
ROMA. «Giulia Bongiorno dice: Questa Lega nazionale l'avrebbe approvata anche Andreotti. È davvero cambiato il mondo: io e Bossi quelli come Andreotti li abbiamo sempre combattuti». Un tweet di Roberto Maroni dà sfogo alle perplessità della base del Carroccio contro la candidatura di Giulia Bongiorno. L'avvocato, già parlamentare di An, ha sfornato una motivazione per giustificare il suo passaggio da Gianfranco Fini, a Mario Monti e ora alla Lega che la candiderà capolista, che poco garba agli eredi dei lumbard che durante la prima Repubblica in aula sfoderavano il cappio. Acqua ne è passata sotto i ponti, ma le memoria di molti leghisti è legata a quella fase di forte e netta contrapposizione alla Dc andreottiana e al cosiddetto Caf.
Memoria corta o opportunismo, fatto sta che nella base del Carroccio la rivolta è in atto anche se alcuni colonnelli storici, come Roberto Calderoli, difendono la scelta del segretario della Lega. «Sono orgoglioso della candidatura di Giulia Bongiorno con la Lega - sostiene il vicepresidente del Senato - io non giudico le persone che candidiamo sulla base dei clienti che hanno difeso nella loro carriera professionale di avvocato, ma le giudico sulla mia conoscenza ed esperienza diretta e posso assicurare che Giulia Bongiorno non è solo un'eccellente professionista ma è stata anche un'eccellente parlamentare, per cui è la benvenuta nelle nostre liste».
A Maroni ha anche replicato lo stesso Salvini che all'ormai ex governatore della Lombardia dice di guardare «al futuro e nel futuro c'è che la Lega governerà questo Paese». Un messaggio duplice, quello del leader del Carroccio che oltre a dirsi poco interessato del passato politico dell'avvocato che ha difeso Giulio Andreotti e Raffaele Sollecito, manda un segnale molto chiaro in tema di giustizia. Perché è vero che la Bongiorno è amica del collega Niccolò Ghedini (FI) che ha anche difeso, ma come presidente della Commissione Giustizia nella legislatura trascorsa si è opposta a tutte le leggi ad personam del Cavaliere. Se poi la candidatura della Bongiorno arriva poche ore dopo l'annuncio di Salvini che promette «manette agli evasori», diventa certezza il sospetto che siamo all'ennesima punzecchiatura tra alleati che sembrano formare più un cartello elettorale che una vera e propria coalizione.
Ovviamente la candidatura della Bongiorno scatena il centrosinistra. «Mi ha stupito» la decisione di Giulia Bongiorno di candidarsi con la Lega - sostiene Emma Bonino - è stata un'ottima presidente della commissione giustizia e quindi non capisco molto bene la sua scelta e ancor meno il fatto che abbia detto che sia stata colpita dalla brillantezza intellettuale di Salvini...».
Molto politica la riflessione del centrista ed ex Dc Marco Follini secondo il quale Giulia Bongiorno scegliendo Salvini in nome di Andreotti, «fa torto a tutti e due. E alla dignità delle scelte politiche». Di «Lega poltronara» parla il grillino Toninelli che accusa Salvini di candidare «dinosauri della politica». «Cara Giulia Bongiorno - sostiene Salvatore Margiotta del Pd - sbagli di grosso: un democristiano non si sarebbe mai candidato nella Lega di Salvini. Quel partito aveva valori opposti: europeista, antirazzista, antifascista, ispirato alla dottrina sociale della Chiesa».
Intanto sul Lazio ancora non arriva la schiarita. C'è un intreccio di veti dove FI potrebbe rinunciare alla candidatura del Lazio in favore di Rampelli, ma pretende di poter esprimere il candidato in Friuli dove invece la Lega ha già pronto Fedriga. «Propongo Rampelli per il Lazio» e «credo nella lealtà degli alleati», ha sostenuto ieri in tv Giorgia Meloni leader di FdI che nel Lazio è il partito più importante del centrodestra. Ma per ottenere la candidatura di Rampelli, FdI dovrebbe cedere qualche collegio oltre che rinunciare a Friuli e Molise e questo non piace agli ex di An che a Trieste hanno tenuto di recente il loro congresso. In attesa dell'ennesimo sondaggio, stavolta commissionato da FdI, la situazione si incarta a tutto vantaggio di Zingaretti e della Lombardi.
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