Legge elettorale. Il summit sotto la foto del Che, Berlusconi fa le prove con Verdini

Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi
di Mario Ajello
Sabato 18 Gennaio 2014, 08:22 - Ultimo agg. 08:23
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​La mitologia dell’incontro segreto, quella che d alla politica un sapore ”giallo”, e che la avvolge in una gustosa crosta di mistero, voleva riproporsi anche stavolta. Ma non si può più. Mai come adesso, nell’epoca della visibilità drogata e del tweet di un vicino di casa che scopre che stanno arrestando Bin Laden in Pakistan e diventa simultaneamente notizia virale in tutto il globo, non è possibile tenere nascosto un faccia a faccia che si svolge a Roma - città non sterminata - tra due persone che tutti conoscono (anche Hollande nonostante il caso da motociclista è stato scoperto nei suoi tradimenti) e che fin dal primo mattino di stamane verranno monitorati in ogni loro spostamento fino al momento dell’incontro. Dunque, si è rinunciato alla segretezza e Renzi e Berlusconi si vedranno nella sede del Pd, al Nazareno, oggi pomeriggio. E il summit sarà a sei. Quattro persone dal vivo, e due in effigie. Cioè? Renzi e Guerini, portavoce della segreteria del Pd da una parte, dall’altra Berlusconi più Gianni Letta - il quale dirà a Matteo di essere più buono con suo nipote? - e in mezzo le foto di Che Guevara e Fidel Castro. «L’incontro si fa nello studio del segretario - dice Renzi - dove alle pareti sono attaccate le immagini di quei due rivoluzionari».



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E chissà come Silvio reagirà vedendo, sul muro, quei due barboni rivoluzionari comunisti. Renzi e Berlusconi si vedranno nel pomeriggio. Perché al mattino - avverte il segretario del Pd - «io devo inaugurare alcune case popolari a Firenze e Berlusconi deve fare la presentazione di Seedorf a Milanello». Berlusconi ha insistito perchè ci si vedesse al Nazareno. Perché l’essere ospitato in quel palazzo - qualcuno lo contesterà? troverà qualche buccia di banana nei corridoi? - rappresenta ai suoi occhi lo sdoganamento più completo e plateale. Per il summit della «grande pacificazione» (copyright Silvio) sono all’opera gli allenatori. Almeno per il Cavaliere.

Il quale a Palazzo Grazioli, ieri sera, ha preparato il gran giorno insieme a Denis Verdini, per la parte tecnica sul sistema spagnolo, e a Gianni Letta per la parte diplomatica di cui l’Eminenza Azzurrina è gran maestro. Così come lo nel partecipare attivamente a incontri delicati, e non a caso si svolse a casa sua alla Camilluccia e sotto la sua regia la celeberrima cena conclusasi con «il patto della crostata» che sancì ma poi tutto poi si sfarinò l’accordo per le riforme della Bicamerale di D’Alema e Berlusconi.

Stavolta, con Renzi al posto di Max, andrà male un’altra volta? Renzi non teme gli esiti. Anzi: «Io non ho paura di Berlusconi». La sinistra prima di lui, invece, lo ha sempre rincorso e temuto, invidiato e demonizzato. Ma ora basta. «Per vent’anni - osserva Matteo - la nostra parte politica è stata subalterna, anche psicologicamente a Berlusconi. Io sono andato una volta a casa sua, ad Arcore, per motivi politici, e la cosa non mi ha fatto particolare effetto». E ancora: «Oggi sette o otto milioni di italiani votano per Forza Italia. Quindi, Berlusconi li rappresenta. E le riforme elettorali vanno fatte con chi rappresenta i cittadini». Il Demonio è altra cosa. «Non ho paura di Berlusconi - incalza Renzi - perchè male non fare, paura non avere. Semplicemente, voglio regole che ci consentano di non fare mai più governi insieme a Berlusconi». Ma siamo sicuri, vista anche la passione che Silvio ha per Matteo, che ciò non avverrà?
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