Letta: «Cupio dissolvi di Berlusconi servirà solo ad avvitare la crisi decadenza e governo restino distinti»

Il premier Enrico Letta
Il premier Enrico Letta
Lunedì 11 Novembre 2013, 10:14 - Ultimo agg. 12 Novembre, 11:20
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Continuo a non vedere quali alternative serie per il Paese ci siano intorno al "cupio dissolvi": non porta a niente, e oggi far scendere l'aereo non serve a nessuno e non cambia niente neanche al Pdl - ha detto oggi il premier Enrico Letta riferendosi alla questione della decadenza del Cavaliere e alla sorte del governo - Mischiare due vicende non porta da nessuna parte, avvita solo la crisi».

«Capisco che ci sono delusioni ma il cupio dissolvi non porta a niente - ribadisce Letta - Bisogna guardare al 2014, a tutto il 2014 con la legge di stabilità che deve dare i suoi effetti: mischiare due vicende non porta da nessuna parte, l'ho sempre detto anche a Berlusconi. Se non si separano, non c'è guadagno per nessuno ma solo un avvitamento della crisi. Su questo sono molto determinato. Lavoro perché la legge di Stabilità sia migliorata al Senato, per un 2014 e obiettivi per cui voglio essere giudicato al termine di un percorso, a fine anno prossimo con la discesa di deficit, debito, tasse e spesa a favore della crescita e dell'occupazione. Al termine di quel percorso ci sarà un giudizio e una valutazione».

«Il mio orizzonte restano i 18 mesi». «Il mio orizzonte si ferma sul lavoro dei 18 mesi per cui ho avuto la fiducia e su cui voglio essere giudicato»: è la risposta di Letta a chi gli chiede un commento sulla volata lanciata ieri dal segretario del Pd, Guglielmo Epifani, che lo ha ipotizzato come possibile candidato premier alle prossime elezioni.

La legge elettorale. «Il governo è a disposizione per una soluzione ma senza creare corto circuito istituzionale - dice Letta a proposito della legge elettorale, sottolineando che il porcellum è un «male assoluto» - Sono pronto a ragionare ma solo se il Parlamento ritiene opportuno chiedere un intervento. Un decreto senza tale premessa è ai limiti delle forzature. La legge elettorale è compito del Parlamento che mi aspetto dia una risposta. Ho letto ieri un autorevole editoriale secondo cui il governo dovrebbe fare un decreto, ma questo solo se il Parlamento lo chiede. Perché l'idea di un intervento di urgenza del governo contro il parlamento è ai limiti delle forzature. Se invece il Parlamento ritiene opportuno chiedere un intervento sono pronto a ragionare: il governo è a disposizione del Parlamento per trovare soluzioni ma non contro le Camere, altrimenti si creerebbe «un corto circuito istituzionale».

«Non mi spaventa la soglia dei due terzi perché la riforma costituzionale prevede comunque il referendum, anche se quel quorum fosse raggiunto - ha detto Letta - E' un passo talmente importante - elimina il bicameralismo, riduce il numero dei parlamentari e cambia il capitolo V - che è giusto abbia il voto dei cittadini».

«Sono veramente tranquillo, sereno e fiducioso. Penso che siamo fermi al 2 ottobre - dice il premier riferendosi alla posizione di Angelino Alfano il giorno dopo lo strappo con Berlusconi- Quello che è successo in occasione della fiducia era giusto e siamo in linea».

Immigrazione. «Con Malta c'è una nuova voglia di collaborare sul fronte del dramma immigrazione. E' emersa una nuova linea che dobbiamo cogliere al balzo» ha sottolineato Letta oggi a La Valletta per incontrare il collega maltese Joseph Muscat.

«Sono qui per portare un messaggio forte alle nostre forze armate, per ringraziare i nostri militari - ha detto i premier - per aver salvato finora un migliaio di persone che stavano morendo in mare: siamo loro grati».

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