«Purtroppo – ha aggiunto Busalacchi – la mia lista non è stata ammessa a queste elezioni regionali. Ma questo non elimina le mie preoccupazioni sul futuro della Sicilia. Il centrosinistra si è messo fuori gioco da solo. E il primo a non credere nella candidatura di Fabrizio Micari alla presidenza della Regione è lo stesso Micari, che non si è dimesso da rettore dell’università di Palermo».
«Sono invece preoccupato dalla candidatura di Nello Musumeci – ha affermato ancora Busalacchi -.
Perché un fascista è sempre un fascista. Sì, con Musumeci, con Ignazio La Russa e con gli altri fascisti temo una deriva autoritaria. Invito quindi tutti i miei amici a votare per Giancarlo Cancelleri alla presidenza della Regione siciliana».
I punti in comune tra M5S e Nuovi Vespri erano più di uno: dalla battaglia per il grano autoctono fino al reddito di cittadinanza e il taglio dei vitalizi.
Busalacchi aveva designato anche due suoi possibili assessori e sono due personaggi che sono comparsi spesso anche dalle parti dei Cinque Stelle: il filosofo Diego Fusaro e l'econonomista Nino Galloni, sì quello che studia l'Italexit, l'uscita dall'euro, una vecchissima conoscenza del Movimento: è stato ospitato più volte su blog e a un certo punto era dato in corsa come papabile assessore al bilancio della giunta Raggi. Come il Movimento Busalacchi usa un sito web, il cui nome è tutto un programma: "I nuovi vespri", una specie di Breitbart agguerito e ultrasiculo, perfetto distillato sovranista identitario.
Fu Grillo che con grande anticipo fiutò la peculiarità siciliana, la sua vocazione identitaria, quando a maggio al mensile S, lanciò un messaggio in codice, in dialetto siciliano, agli autonomisti: "U pisci feta dalla testa", il pesce, la Sicilia, puzza dalla testa, e quindi dall'odiato stato centrale romano.