M5S lancia programma agricoltura veg friendly

M5S e il programma veg friendly
M5S e il programma veg friendly
di Stefania Piras
Lunedì 24 Aprile 2017, 17:10 - Ultimo agg. 25 Aprile, 15:01
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Al via la discussione in rete del programma Agricoltura del M5S. C'è la battaglia storica di Coldiretti per l'etichettatura e c'è il tema della sostenibilità ambientale e delle produzioni tipiche che annoverano tra i protagonisti cavalli, api, tartufi e funghi. Non si parla mai di carne nel lungo post sul blog di Beppe Grillo perché il M5S è contrario agli allevamenti intensivi e nei testi informativi che usciranno in questi giorni proverà a introdurre il tema del consumo di carne e della tutela delle razze autoctone. Tradotto: la rinomata fassona piemontese non sarebbe  in discussione. «Il consumo di carne andrebbe limitato perché è dannoso per la salute e per l'ambiente, detto questo le razze autoctone sono una ricchezza italiana e vanno potenziate» spiega la senatrice Elena Fattori che non lo definisce un programma solo per vegetariani, ma veg friendly sì. 
I quesiti che saranno votati la prossima settimana riguarderanno i prezzi da corripondere agli agricoltori l'etichettatuta dei prodotti, dello stabilimento di produzione e confezionamento o l‘allevamento di provenienza. Poi ci sarà una domanda sull'Imu, la Pac agricola e i trattai libero scambio. Inoltre, sul modello del programma Esteri, si chiederà agli utenti di stilare una priorità ai settori produttivi agricoli per poi comporre un piano strategico nazionale delle colture. Le grandi famiglie accennate oggi sul blog sono: settore cerealicolo proteico ed olivicolo, comparto ittico, vitivinicolo e lattiero caseario. Il reparto carni non risulta: le proteine nominate sono solo quelle nobili, ovvero i legumi. 

Sul tavolo anche la questione degli OGM. Il Movimento condivide l'attuale divieto «di semina di qualsiasi OGM sui nostri territori». «E non per questioni scientifiche» sottolinea Fattori. «In medicina siamo assolutamente favorevoli agli OGM, ma in agricoltura no per un motivo di semplice opportunità politica ed economica. Stiamo parlando di soia, mais, colza e cotone e in Europa è coltivata solo la soia che è un mangime. Noi partiamo dal pressuposto che la soia non è un eccellenza italiana, non è come un pomodoro pachino, non è made in Italy. E dunque non vogliamo convertire le nostre preziose terre agricole a una produzione che non è tipica».

Altro tema sarà la riduzione programmatica dell'uso della chimica in agricoltura e il controllo delle malattie delle piante o dei parassiti mediante la lotta biologica, portata avanti anche grazie all'aiuto delle nuove tecnologie con la cosiddetta «agricoltura di precisione», si legge nel post.

Si parla infine anche di caporalato con la «tutela per i lavoratori del comparto agricolo attraverso una concreta lotta alle agromafie e al caporalato. Una produzione di qualità va di pari passo con il rispetto dei diritti delle persone, dei contratti collettivi nazionali e delle leggi vigenti».
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