Ecco che Virginia Raggi, in barba al credo del guru da poco scomparso Gian Roberto Casaleggio, mette subito le cose in chiaro: "In una città in cui il trasporto pubblico va riorganizzato non è il caso di favorire la concorrenza sleale di Uber".
Chiunque cittadino si sia ritrovato a girare per Roma sa quanto ci sia bisogno di una maggiore offerta, per di più organizzata in tempi rapidi. E magari anche a prezzi più contenuti e con livelli di qualità minima che Uber garantisce per aderire alla sua applicazione e che non sempre le auto bianche riescono a raggiungere. Ma con le urne che si avvicinano, si sa, la lobby dei taxisti offre più che un passaggio. A tutti. Alla sinistra di Rutelli, alla destra di Alemanno e al melting pot grillino.