Se i grillini caricano la lobby dei tassisti

Se i grillini caricano la lobby dei tassisti
di Federico Monga
Venerdì 27 Maggio 2016, 13:16 - Ultimo agg. 15:39
2 Minuti di Lettura
Uno degli slogan più ricorrenti dell'offerta politica grillina è sempre stata la diversità rispetto ai partiti tradizionali. Il Movimento da una parte, tutti gli altri partiti dall'altra. Un'offerta semplice e chiara in quanto manichea. Lo spot più noto lo coniò il Beppe in persona, quando la truppa grillina entrò in massa, per la prima volta, al Senato e alla Camera: «Apriremo il Parlamento come una scatola di sardine». Il Parlamento era la parte per il tutto. Le sardine erano le lobby, le consorterie, le corporazioni, i vantaggi di pochi soliti noti a scapito dei cittadini, della ggggente con più g possibili. I principali apriscatole dovevano essere la Rete e l'economia digitale. Ma poi, per tutti, arrivano le elezioni dove si può vincere. E la partita più a portata di mano e più ghiotta per i Cinque Stelle si gioca a Roma. E le lobby fanno comodo a tutti.

Ecco che Virginia Raggi, in barba al credo del guru da poco scomparso Gian Roberto Casaleggio, mette subito le cose in chiaro: "In una città in cui il trasporto pubblico va riorganizzato non è il caso di favorire la concorrenza sleale di Uber".
Chiunque cittadino si sia ritrovato a girare per Roma sa quanto ci sia bisogno di una maggiore offerta, per di più organizzata in tempi rapidi. E magari anche a prezzi più contenuti e con livelli di qualità minima che Uber garantisce per aderire alla sua applicazione e che non sempre le auto bianche riescono a raggiungere. Ma con le urne che si avvicinano, si sa, la lobby dei taxisti offre più che un passaggio. A tutti. Alla sinistra di Rutelli, alla destra di Alemanno e al melting pot grillino.
© RIPRODUZIONE RISERVATA