Mara Carfagna: «Candidata a Napoli? Strumentalizzato il mio nome»

Mara Carfagna: «Candidata a Napoli? Strumentalizzato il mio nome»
di Luigi Roano
Martedì 19 Gennaio 2016, 09:11
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Mara Carfagna, che mai ha dubitato del leader maximo Silvio Berlusconi, sul suo futuro politico, del partito e dello stesso Cavaliere ha idee chiare: «È irrispettoso parlare di successione di Berlusconi con lui in campo». Porte chiuse, ma non blindate su due altri temi caldi: l’eventuale successione a Domenico De Siano, senatore e coordinatore del partito in Campania finito sotto inchiesta e dimessosi dall’incarico: «Non faccio sciacallaggio». E sulla candidatura a sindaco di Napoli: «C’è Gianni Lettieri e io sarò al suo fianco». 

Iniziamo dalla sua terra, la Campania: c’è chi la vedrebbe bene come coordinatrice del partito, successore di De Siano. Cosa risponde?
«Il mio profilo è assolutamente garantista, non entro nel merito della questione De Siano, lo conosco e sono certa che risulterà estraneo alla vicenda che lo coinvolge». 

Il senatore ha rinunciato all’immunità parlamentare i tempi della giustizia potrebbero essere lunghi. 
«Rinunciare all’immunità è la dimostrazione che sa di essere pulito. De Siano c’è, pensare al dopo, alla sua successione sarebbe un esercizio di sciacallaggio al quale non mi presto, non immagino il dopo perché a oggi il dopo non c’è. Quello che mi auguro è che i tempi siano rapidi». 

Restiamo in Campania, a Napoli. Intorno a Gianni Lettieri non c’è il massimo dell’unità del centrodestra e lei è indicata da molti come possibile candidato sindaco. Marcello Taglialatela sostiene che sia pronta a scendere in campo. 
«Stimo Taglialatela, però io appartengo a una classe dirigente che dice quel che pensa, non faccio tatticismi o strategie. Detto questo, mi pare che i suoi consiglieri comunali stiano con Lettieri. È fastidioso essere utilizzata per giochi politici. Sarò al fianco di Lettieri perché ritengo sia l’uomo giusto per Napoli». 
Eppure il problema esiste per una parte del centrodestra e i malpancisti non mancano. 
«Quando abbiamo chiesto a Lettieri cinque anni fa di candidarsi lo ha fatto. Meritoriamente è rimasto in Consiglio comunale, un caso unico, a fare opposizione dura e a lavorare per la città. Conosce bene Napoli e ha grande passione politica e civica. Starò al suo fianco».

Scusi l’insistenza: Lettieri ha fatto il suo lavoro però 5 anni fa ha perso. Se il partito le chiedesse di candidarsi, direbbe no?
«La candidatura non è merce di scambio, si individua sulla base di determinati criteri, non basta la popolarità».

Però lei ha l’appeal giusto a sentire molti ambienti del centrodestra.
«Quello che serve è conoscere bene la città, prendere a cuore i fatti della gente e Gianni lo fa. Servono competenze adeguate per amministrare una delle città più belle del mondo e che io adoro. Proprio per questo ritengo bisogna offrire a Napoli il meglio. Napoli è bellissima e complessa. Io ci sarò, ma al fianco di Lettieri prima e dopo le elezioni». 

Maurizio Gasparri sostiene che sarebbe bello vederla direttamente impegnata, magari alla guida della lista di Forza Italia. 
«Non mi sono mai tirata indietro, ho sempre messo la faccia da candidata e anche senza esserlo. E poi l’ho già fatto nel 2010. Valuteremo insieme l’opportunità di una mia candidatura».

Il centrodestra non vince a Napoli da oltre 30 anni, lei chiude definitivamente la porta alla sua candidatura a sindaco?
«Ho già argomentato abbondantemente la questione, sarebbe una banalità ridurre tutto a una porta chiusa o aperta».

Allarghiamo l’orizzonte, a Berlusconi: c’è chi sostiene che stia preparando la successione a se stesso. Come stanno le cose? 
«Io sto alle dichiarazioni di Berlusconi e lui è in campo. C’è una dimensione pubblica del presidente e un’altra di retroscena che io non commento. Berlusconi è in campo e non ci sono discussioni. Ha fondato il centrodestra di governo in Italia e ha costruito una nuova classe dirigente». 

Ma Renzi dice le stesse cose...
«Oggi si parla di Renzi come colui che ha costruito la nuova classe dirigente, ma la verità è che Renzi ha prodotto una lacerazione generazionale nel Pd. Da noi non c’è stata rottura, ma sintonia come è avvenuto nel governo Berlusconi del 2008. Il presidente è e sarà sempre il valore aggiunto di Forza Italia e del centrodestra».

Caldoro invece guarda alla successione e dice che al posto di Berlusconi ci debba essere sempre un imprenditore o una personalità della società civile.
«La riflessione di Caldoro riguardava il centrodestra e il futuro, ma finché c’è Berlusconi in campo parlare di successione è fuori dalla realtà».

Forza Italia e il centrodestra sono in salute?
«Tutti i principali sondaggi ci dicono che siamo sopra il M5s e appaiati con il Pd, la gente è con noi, abbiamo il dovere di costruire una proposta politica credibile per essere all’altezza delle aspettatative del nostro popolo».

Come si fa a raccogliere la sfida del vostro elettorato?
«Bisogna costruire un centrodestra compatto, competitivo, radicato, con una classe dirigente che vada incontro alle esigenze, ai sogni e alle speranze della nostra gente. Per questo ho sempre creduto nella necessità di costruire una piattaforma comune sui nostri valori di riferimento: abbassamento delle tasse, creazione di posti di lavoro , lotta al terrorismo. Dobbiamo dialogare e costruire una casa comune. Detto questo veniamo da una fase di grande difficoltà».

Vale a dire? 
«Quello che è accaduto negli ultimi anni è grave, il governo legittimamente eletto di Berlusconi è saltato con un processo eversivo».

Sono accuse gravi.
«Sono fatti circostanziati e inoppugnabili come è inoppugnabile il fatto che gli ultimi tre governi non siano legittimati dal voto popolare. Noi scontiamo ancora tutto questo, ma ci siamo, come dimostra proprio la Campania che resta la roccaforte del partito».
Sulle unioni civili lei da anni ha spiazzato tutti, anche il Pd. È pronta a votarle?
«La legge Cirinnà è una legge sbagliata, noi siamo per le unioni civili ma con nessuna equiparazione al matrimonio e nessuna forma di adozione. Quella del Pd è una legge sbagliata perché strumentalizza, non è fatta per garantire diritti civili ma per carpire voti».
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