Mattarella agli studenti in Cina: «Con unilateralismo si rischia rottura globale»

Mattarella agli studenti in Cina: «Con unilateralismo si rischia rottura globale»
Venerdì 24 Febbraio 2017, 10:02 - Ultimo agg. 25 Febbraio, 00:40
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«Non possiamo pensare - nessuno può farlo - di affrontare sfide epocali, problemi così imponenti senza un impegno comune. Né possiamo rischiare che la delicata trama delle relazioni internazionali sia scossa da "guerre commerciali" innescate da pure azioni e reazioni». Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella in una lectio magistralis all'università Fudan di Shangai, in occasione del suo viaggio in Cina. «Uno scenario simile - ha aggiunto il presidente - non vedrebbe vincitori, ma soltanto sconfitti. E i primi a patirne le conseguenze sarebbero i nostri cittadini. Avvertiamo, piuttosto, la necessità di procedere in direzione diametralmente opposta. Sentiamo l'esigenza di una maggiore apertura al dialogo e di un'accresciuta comprensione reciproca».

È in atto «una contingenza economica a dir poco complessa, dalla quale sarà certamente più semplice uscire attraverso un'azione coordinata, piuttosto che a seguito di azioni unilaterali disordinate e frenetiche», ha sottolineato Mattarella, ricordando agli studenti cinesi che «l'esperienza dell'Unione europea conferma che la somma delle capacità dei singoli Stati, messe in comune, è maggiore di quella degli addendi che la compongono».

Mattarella ha quindi spiegato che Italia e Cina condividono la necessità di «imprimere maggiore incisività ai processi di governance internazionale, in modo tale da renderli adatti a governare una globalizzazione nella quale le diseguaglianze rischiano di portare l'ordine globale vicino al punto di rottura», e che «l'unilateralismo» di alcuni Paesi è perciò da condannare. «In questo senso il "multilateralismo efficace" - ovvero un metodo di lavoro mediante il quale affrontare i temi della realtà internazionale passando sempre e prioritariamente attraverso un dialogo costruttivo fra le parti coinvolte - rappresenta un principio che l'Italia non ha mai mancato di sostenere concretamente. È questa l'impostazione che il nostro Paese sta dando alla sua Presidenza del G7 e alla presenza italiana in Consiglio di Sicurezza».
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