Terrorismo, il messaggio di Mattarella:
vogliono una guerra di religione

Sergio Mattarella
Sergio Mattarella
Sabato 30 Luglio 2016, 20:53 - Ultimo agg. 31 Luglio, 09:27
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I terroristi fondamentalisti vogliono scatenare una guerra di religione ma non ci riusciranno. Questo è il messaggio lanciato da Sergio Mattarella attraverso un'intervista al Tg1. Il presidente della Repubblica, che ha definito «molto significativa» l'iniziativa della comunità musulmana di recarsi domani nelle chiese, ha spiegato che certamente «l'ansia la paura della gente vanno comprese», ma proprio per questo «l'allarme richiede una risposta seria da parte dello Stato per la sicurezza dei cittadini».

Una risposta che non lede i diritti fondamentali della democrazia e i principi di libertà occidentali ma che si sta realizzando in Italia anche in maniera molto riservata: «noi non possiamo e non dobbiamo stravolgere i principi della nostra civiltà, frutto della storia e inoltre non servirebbe. Occorre - ha spiegato il capo dello Stato nell'intervista - un'efficace azione anticipatrice, di prevenzione, di intelligence, di vigilanza e polizia, perfettamente compatibile con le libertà superando vecchie abitudini che ostacolano la condivisione di informazioni».

Ma il presidente non sottovaluta la portata dell'attacco in corso e non esita ad usare la parola «guerra», ma con un distinguo importante: «quella che sta portando avanti il terrorismo fondamentalista è una guerra in un formato diverso, senza frontiere».
Ma basta vedere, ha aggiunto Mattarella, come la grande maggioranza delle vittime sia di religione islamica «per far comprendere che non si tratta di una guerra di religione». È una nuova forma di guerra, subdola e programmata che «cinicamente cerca di usare la religione nella speranza impossibile di provocare un conflitto tra musulmani e cattolici, e altre confessioni religiose». «Ma questo non avverrà», garantisce il presidente.
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