Monti: a scuola solo un mese di vacanza Poi promette: giù l'Imu, meno Irpef e Irap Scontro con Pd e Cgil sulla manovra

Monti a Viterbo (foto Mara Moscatelli - Ansa)
Monti a Viterbo (foto Mara Moscatelli - Ansa)
Lunedì 28 Gennaio 2013, 09:03 - Ultimo agg. 12 Febbraio, 23:32
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ROMA - Nuovo scontro tra Mario Monti e Pier Luigi Bersani. I premier intanto annuncia una nuova riforma della scuola che prevede solo un mese di vacanza per gli studenti. Il "piano tasse" annunciato stamattina e bollato come «demagogia alla Berlusconi». Ma soprattutto quella affermazione velenosa. Una nuova manovra? Dipenderà dall'esito del voto, ha detto Monti. Scoppia una nuova polemica tra il Professore e il Pd. Dopo quello sul Monte dei Paschi, il nuovo affondo di Monti che evoca l'ipotesi di una manovra a seconda dell'esito del voto, fa irritare e molto il Pd. Si vogliono spaventare gli elettori, è la tesi che circola al Nazareno. Ironizza il sito del Pd che raffigura Monti come una matrioska, lo apri e chi viene fuori? Il Cavaliere.



La scuola. La bozza di riforma del mercato del lavoro a cui sta lavorando la lista Monti prevede anche una riforma del calendario scolastico in modo da limitare ad un mese le vacanzeestive, «sulla base della partecipazione volontaria delle famiglie». La misura «non vuole aggravare il lavoro degli insegnanti» ma favorire i genitori lavoratori. «Le attività sportive, di recupero, alternative e per la comunità possono trovare più spazio se la scuola rimane aperta per 11 mesi l'anno, incoraggiando ogni istituto ad essere autonomo nella scelta dell'impiego per il tempo in più » si legge nella bozza di riforma.



«Giù l'Imu, meno Irpef e Irap». Monti in precedenza, ospite di Omnibus, ha illustrato il suo programma in materia fiscale. A cominciare dall'imposta sulla casa: «Imu ridotta dal 2013 - ha detto - e cioèaccrescere la detrazione sulla prima casa da 200 a 400 euro e il raddoppio delle detrazione da 100 a 200, per ciascun figlio e anziano a carico fino a un massimo di 800 euro. Il costo stimato è due miliardi e mezzo; la copertura viene dal contenimento della spesa corrente primaria, pari a circa 3 miliardi».



Irap. Sull'Irap, il programma di Monti prevede una riduzione favorevole al lavoro dal 2014 con l'eliminazione del monte salari dalla base imponibile dell'Irap. Il totale sarà pari al dimezzamento dell'attuale carico fiscale sul settore privato, circa 11,5 miliardi di imposta in meno in cinque anni sulle imprese».



Irpef. Infine il capitolo Irpef: «Meno Irpef dal 2014 - ha detto il premier - vogliamo ridurrre il peso dell'imposta a partire dai redditi medio bassi attraverso l'aumento delle detrazioni per i carichi familiari e la riduzione delle aliquote a partire da quelle più basse, complessivamente nella legislatura ridurremo il gettito Irpef di 15,5 miliardi».



«Escludo una manovra, ma dipende dal voto». «Escludo una manovra correttiva dei conti - ha detto Monti - ma non escludo niente in certi casi di esito del voto».



«Italia a rischio? Dipende cosa si fa dopo il voto». «Il ritorno del rischio sui mercati per l'Italia - ha detto Monti - dipende da quello che facciamo a seguito delle elezioni, e con ciò non voglio terrorizzare, ma dire che se pensassimo di andare per una nostra strada» in Europa lo pagheremmo presto».



«Serve grande coalizione per fare le riforme». «Non bastano maggioranze strette per fare tutte le riforme che servono per uscire dall'emergenza in cui è l'Italia - dice il premier - e se ci fosse una grande coalizione sulle riforme non so se avrebbe il sapore della vecchia politica, forse avrebbe quello della politica necessaria».



«Peccato che il Pd sia condizionato dalla Cgil». «Le opposizioni in materia di lavoro ci sono venute da un Pd molto condizionato dalla Cgil - sostiene il leader di Scelta Civica - E' un peccato che si possano fare meno riforme di quelle che si potrebbero fare, semplicemente perché ci sono queste gabbie. Io credo che si debba superare queste gabbie».



«Caro D'Alema, non ho criminalizzato i sindacati». «Caro Massimo, caro presidente D'Alema, mi offendo un po': voi che siete vecchi, nel senso nobile di senior, di consumati politici, mi insegnate che criminalizzare i sindacati sarebbe esso stesso criminale - replica Monti a Massimo D'Alema che lo aveva contestato per i commenti sulla Cgil - Sono convinto che il sindacato ha avuto, ha e avrà un ruolo determinante in Italia. D'Alema ha seguito troppo da vicino il lavoro del governo, insieme al Pd, per ignorare quanto è stato fatto contro le rendite corporative e contro l'evasione fiscale».



«Guardo al popolo Pdl, ma Berlusconi resti fuori». Monti ribadisce di guardare al «popolo» del Pdl, ma anche che ritiene incompatibile con lui Silvio Berlusconi. «Credo che il nostro programma liberale» sia un «desiderio per ora frustrato di molti elettori di Berlusconi» e «con questo tipo di popolo a me piacerebbe avere a che fare, purché tutto questo non abbia sopra un blocco di tipo personale e comportamentale come è l'attuale presidente Silvio Berlusconi».



Bersani. «Lasciamo stare la grande coalizione, per l'amor di Dio...», ha affermato Pier Luigi Bersani parlando a Padova.



«Credo che oggi - ha attaccato Bersani - le tasse siano già calate di una trentina di miliardi, ho fatto due conti tra Berlusconi e il nuovo professor Monti, sono una trentina di miliardi...». E sulla ipotesi di manovra legata a chi vince le elezioni, il segretario del Pd si fa più serio: «Mi pare di avere capito che la manovra non si fa, se c'è lui... Un po' di modestia sarebbe consigliabile».



Nel 2013 bisogna certo pensare «ad un abbassamento del carico fiscale a vantaggio di lavoratori, pensionati e chi investe per dare lavoro. Ma non è solo fisco: credo che serva subito rileggere il patto stabilità e mettere in moto un piano per le piccole opere per dare un po' di lavoro», dice Pier Luigi Bersani parlando a Padova. Per il 2013, sostiene Bersani, «noi dobbiamo mettere un occhio alla concreta situazione economica e sociale. Nel 2013 gli italiani sono esposti ad un tema sociale crucialissimo e chiedo: siamo a posto con i disabili, gli esodati, le risorse per gli ammortizzatori? Vogliamo partire da qui o no? Noi siamo per la progressività sulle imposte, come l' Imu fino a 500 euro, e da quel che ricavi dalla fedeltà fiscale, dal controllo della spesa pubblica e dalla dismissione del patrimonio si deve pensare ad un abbassamento del carico fiscale ma non c'è solo il fisco».



Finocchiaro: Monti recuperi il senso della misura. «Fino a un mese fa il governo assicurava che non si poteva spendere un euro in più per esodati e terremotati - dice Anna Finocchiaro, capogruppo al Senato del Pd - Oggi si scopre che sarebbe in grado di ridurre Imu e Irpef e parla di somme immaginifiche. Forse il presidente del Consiglio ha perso il senso della misura».



D'Alema: campagna elettorale sembra uno striptease sul tema fisco. «La campagna elettorale, in questi giorni in cui si parla di riduzione delle tasse, assomiglia ad uno striptease - dice Massimo D'Alema - Berlusconi ci ha abituato a questo tema e al fatto che nelle campagne elettorali ora vengano eliminate le tasse, ma naturalmente non è vero nulla, a partire dallo storico e leggendario "meno tasse per tutti". È possibile che noi eccediamo in fiducia nei confronti degli italiani, ma credere che vogliano farsi prendere in giro mi sembra troppo, se non ci sarà crescita economica non ci sarà abbassamento della pressione fiscale: il tema vero è il lavoro, se ci sarà più lavoro si può pensare a ridurre le tasse e chi promette di farlo senza la crescita mente e l'italiano che non lo capisce è causa del suo male e non può prendersela con la politica».



Camusso: Monti non minacci manovra, chiarisca sui conti. «Benché dimissionario - dice il leader Cgil, Susanna Camusso - Dovrebbe ricordarsi di essere il presidente del Consiglio, quindi dovrebbe rispondere su a che punto lascia i conti del Paese e non può sostenere che la manovra ci può essere o no a seconda di chi vince, anche perché appare un messaggio minaccioso agli elettori, anche se non si capisce quale sia la minaccia: i conti sono in ordine o non sono in ordine? Delle due ci dovrebbe dire qual è, visto che i conti non possono essere in ordine o in disordine in ragione del voto, che deve comunque essere libero. Rispetto al suo programma credo che sia il modello che abbiamo visto tante volte in questo Paese: abolirò questo, abolirò quell'altro, un milione di posti di lavoro... Salvo poi dimenticarsi cosa si è fatto fino al giorno prima e che cosa succederà un momento dopo. Se il presidente Monti pensa che ci siano nel giro di due anni 30 miliardi di risorse disponibili, vorrei chiedergli come mai non sono investite sul lavoro e per fare politiche che ci permettano di uscire dalla crisi adesso, invece di aspettare il dopo elezioni».


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