Monti: «Sacrifici sì ma no lacrime e sangue
Politici tra i ministri, avanti fino al 2013»

Mario Monti
Mario Monti
Lunedì 14 Novembre 2011, 09:40 - Ultimo agg. 15 Marzo, 23:49
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ROMA - Avanti fino al 2013 e politici dentro il governo. Mario Monti, che ieri ha accettato con riserva l'incarico di di formare il nuovo esecutivo, ha sottolineato oggi che ci saranno sacrifici da fare, ma ha negato di aver parlato di lacrime e sangue.



«Non ho mai detto "lacrime e sangue" ma sacrifici forse sì. Forze politiche hanno percepito la serietà della situazione», ha detto Monti. «Il mio impegno è rivolto a permettere che la politica possa trasformare questo momento difficile in una vera opportunità con una condivisione su un progetto di rilancio», ha continuato.



«Non accetterei un governo a tempo», ha poi puntualizzato. «Che i segretari di partiti siano presenti nel governo non è condizione indispensabile ma è indispensabile invece un convinto appoggio su caratteristiche, valori e configurazione del governo», ha aggiunto il presidente del Consiglio incaricato.



«Non vorrei drammatizzare» la questione della presenza di politici nel governo, ha continuato, ma mi «è sembrato importante dare un segnale concreto e aperto di disponibilità da parte mia ad avere quell'apporto che necessariamente dovrò avere dalle forze politiche, di averlo anche in forma di membri del governo appartenenti a forze politiche».



«Questa è una disponibilità da parte mia, se vogliamo un desiderio - ha detto ancora Monti - ma se i partiti dovessero avere difficoltà in questa fase ad andare così avanti, quanto sarebbe la partecipazione comune e fisicamente visibile in una squadra di coesione da parte dei loro esponenti diretti,

credo che l'importante sia comunque che diano l'appoggio senza il quale non mi accingerei neppure al compito». Riferendosi ai partiti Monti ha poi aggiunto: «Io vorrei agevolare la loro piena uscita da una fase di dialettica estremamente tesa».



«Quasi sempre quel che giova ai giovani giova al Paese e questo vale anche per le donne», ha aggiunto Monti, annunciando che domani incontrerà anche i rappresentanti istituzionali delle donne e dei giovani. «La politica deve essere molto attenta a chi voterà in futuro», ha sottolineato. «Coesione tra nord e sud è difficile da conseguire ma è condizione necessaria per la crescita paese», ha quindi affermato il presidente del Consiglio incaricato.



«Sono sicuro che i mercati avranno pazienza temperata con la razionalità», ha poi affermato il presidente del Consiglio incaricato, riguardo all'andamento delle Borse in questa fase. «Non trascuro l'importanza mercati ma agiamo in democrazia e sono necessari determinati tempi», ha precisato.



Il presidente della Republica, Giorgio Napolitano oggi è tornato a farsi sentire, affermando che in Italia si è aperta una «delicatissima e cruciale crisi di governo, in un messaggio ai vertici del Programma alimentare mondiale.



Giunto alle 9,15 a Palazzo Giustiniani, Monti alle 10,20 ha iniziato un tour de force di consultazioni lampo ricevendo a Palazzo Giustiniani l'Union Valdotaine. Le consultazioni si concluderanno martedì con le delegazioni di Pd e Pdl. Poi sarà la volta delle parti sociali e già in serata potrebbero esserci lo scioglimento della riserva e la lista dei ministri. A tamburo battente, poi, la fiducia prima al Senato e poi alla Camera. «Entro venerdì», ha detto il presidente di Montecitorio, Gianfranco Fini.



Monti, ha preannunciato «un programma importante con molti sacrifici - ha detto Francesco Nucara, Pri, al termine del colloquio - Se abbiamo bene interpretato le sue parole, tenterà di equilibrare tra lacrime e sangue e i sacrifici saranno accompagnati da interventi per il lavoro dei giovani e per più crescita per tutti».



Roberto Antonione, Liberali per l'Italia, ha spiegato che «a Monti farebbe piacere che ci fossero politici anche a livello di ministri oltre che di sottosegretari». Alla domanda se su questo punto Monti sia stato esplicito, l'ex parlamentare del Pdl ha risposto: «Ha detto chiaramente che vuole una rappresentanza politica ai massimi livelli nel governo; e quando gli abbiamo chiesto se intendesse a livello di ministri lui ha risposto di sì».



«Ho trovato Mario Monti molto determinato, molto consapevole del ruolo assegnatogli dal Capo dello Stato e consapevole della necessità di operare presto e bene - ha detto Fini a Sessanta minuti, intervistato da GrParlamento - Monti è anche consapevole della necessità di avere un collegamento con i gruppi parlamentari anche se sa che c'è contrarietà all'ingresso di politici del governo da parte di Pd e Pdl. Credo che agirà tenendo conto di questo».



«È vero che che Gianni Letta mi ha telefonato dopo il colloquio tra il presidente della Repubblica e Berlusconi nel corso del quale il presidente del Consiglio si è dimesso - ha raccontato poi Fini - e Letta poteva dirmi “si è dimesso”, ma invece me lo ha passato. Berlusconi mi ha detto che si è chiusa una fase, cerchiamo di ragionare per il prossimo futuro». Fini ha negato che l'ex premier, che ieri ha diffuso un videomessaggio nel quale ha detto di voler continuare il suo impegno nella politica, gli abbia fatto i complimenti per aver avuto partita vinta.



Quello del Pdl sarà un «atteggiamento costruttivo» nei confronti di Monti «a condizione che ci si confronti su una proposta programmatica e sulla struttura del Governo. Nessuno può pensare a consensi al buio anche perché noi dovremo portare una precisa proposta all'Ufficio di Presidenza - ha detto Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera - Berlusconi non è stato sfiduciato dal Parlamento: ha fatto un passo indietro con grande senso di responsabilità perché, anche per la secessione di alcuni deputati, si era creata una situazione di stallo alla Camera, mentre invece per un verso la Ue per altro la finanza internazionale chiedono governi con maggioranze ampie e stabili per fare manovre economiche molto incisive». Secondo Cicchitto e il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri comunque non c'è spazio per la partecipazione dei politici all'esecutivo Monti, nemmeno a livello di sottosegretari.



Bossi telefona a Monti. Nel colloquio «cordiale e collaborativo» Umberto Bossi, che non è venuto nella capitale per incontrare il premier incaricato, ha confermato l'indisponibilità della Lega Nord a votare la fiducia e la disponibilità a valutare caso per caso i singoli provvedimenti proposti.



Bossi riapre il cosiddetto parlamento padano. Nella sua riunione in via Bellerio la Lega Nord ha ratificato la linea politica già espressa a Monti, e ha anche deciso la riapertura del sedicente parlamento della Padania, che tornerà a riunirsi il 4 dicembre.



«I dirigenti della Lega Nord, a partire da quelli che hanno condiviso responsabilità di governo, si assumano le responsabilità per le condizioni in cui hanno lasciato il paese - ha detto Ettore Rosato, dell'Ufficio di presidenza Pd alla Camera - Le premesse non sono incoraggianti, visto che la segreteria presieduta da Umberto Bossi ha deliberato la riapertura del parlamento della Padania. Ci pare che non riescano a far altro se non giocare con un popolo che non esiste».



Di Pietro: «Non c'è nessuna preclusione ma il nostro voto è condizionato alla valutazione di squadra e programma», ha detto il leader dell'Idv al termine dell'incontro con Monti. «Poi gli abbiamo chiesto ha aggiunto Di Pietro - di farci conoscere in concreto come intende coniugare equità e sviluppo, cioè chi deve pagare, e si è riservato di indicarcelo. Noi non ci metteremo di traverso alla nascita di un governo Monti ma ci confronteremo di volta in volta nel merito e se come primo atto farà pulizia con la ramazza di tutti i privilegi e i conflitti di interessi, con una sorta di legge di buon esempio, avrà tutto il nostro sostegno».



«I cento parlamentari del Terzo Polo danno carta bianca al presidente Monti, senza se e senza ma - ha detto Francesco Rutelli, al termine dell'incontro con il presidente incaricato - Abbiamo piena fiducia in Monti e lo sosterremo. Governo tecnico? Bene. Governo politico? Bene. Sosterremo la linea eccezionale e ineccepibile del Capo dello Stato, sperando in una stagione di pacificazione, di ripresa economica, di riequilibrio e di recupero di credibilità per il nostro paese».



Tra le misure che Monti vorrebbe portare subito all'approvazione del Cdm ci sarebbero una patrimoniale leggera, con soglia a 1-1,5 milioni di euro, la reintroduzione dell'Ici e l'anticipo rispetto al 2026 dell'aumento dell'età pensionabile a 67 anni.



«I partiti pensino soprattutto al bene del Paese, quindi si abbassino i toni - ha detto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, parlando dell'incarico a Mario Monti - E' molto importante che questo governo nasca presto e metta mano alle riforme fondamentali per tornare a crescere». Secondo Marcegaglia il compito di Monti di tenere insieme i partiti «è difficile», ma bisogna evitare «situazioni in cui alcuni si vogliono vendicare, situazioni che non vanno assolutamente bene: bisogna collaborare seriamente e con grande senso di responsabilità sia dei partiti sia delle parti sociali, avendo come unico obiettivo il bene del Paese». Emma Marcegaglia sostiene «il pareggio di bilancio» e a Monti «sottoporremo il nostro manifesto fatto con le altre associazioni su cui ragionare: è molto importante recuperare fiducia e credibilità per tornare a crescere».



«Queste nuove tasse (cioè le ipotesi tra l'altro di patrimoniale e imposte sulla casa, ndr) non devono essere messe e basta: se si deciderà di metterle devono servire per abbassare le tasse su imprese e lavoratori, unico modo per rilanciare la crescita - ha aggiunto Emma Marcegaglia - Con lo spread a 570 eravamo in una situazione drammatica, così siamo comunque in una situazione difficile quindi lo spread deve calare, altrimenti il rischio è che si blocchi il credito ai cittadini e alle imprese. Questo è un inizio, dobbiamo recuperare fiducia, parliamo del problema molto importante del credit crunch: se dovesse arrivare l'economia si bloccherebbe completamente».



«Al presidente Monti sottolineeremo che le ricette finora presentate non sono utili e ascolteremo cosa ci dirà. L'Italia ha bisogno di un'altra politica economica che si basi sull'equità sociale e bisogna partire dalla redistribuzione fiscale, da una patrimoniale sulle grandi ricchezze», ha detto Susana Camusso, segretario generale della Cgil.



Camusso rilancia poi il no a a toccare le pensioni per fare cassa, ed il no all'Ici. E ribadisce: «dopo l'emergenza deve tornare la politica, subito il voto. Per il Paese è una sconfitta avere un governo tecnico».


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