Napolitano: finite le larghe intese, ora serve una verifica parlamentare. Letta: «Ci rafforzeremo»

Napolitano: finite le larghe intese, ora serve una verifica parlamentare. Letta: «Ci rafforzeremo»
Giovedì 28 Novembre 2013, 21:27 - Ultimo agg. 29 Novembre, 10:38
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S, la discontinuit serve. Decaduto Berlusconi e uscita Forza Italia dalla maggioranza, un passaggio parlamentare ad hoc sembra ineludibile. Giorgio Napolitano inverte cos la rotta rispetto a due giorni fa quando con una nota ufficiale aveva chiuso la bocca a quanti, in Fi, sostenevano che la fiducia sulla legge di stabilità non era mezzo sufficiente per dare legittimità al governo Letta, monco delle larghe intese. E al termine del lungo incontro avuto con la delegazione parlamentare di Forza Italia, il Capo dello Stato ha infine deciso: «ci sarà senza dubbio un passaggio parlamentare che segni la discontinuità politica tra il governo delle larghe intese e il governo che ha ricevuto la fiducia sulle legge di stabilità».

Forme e tempi di tale passaggio - spiega il Quirinale - saranno oggetto di una consultazione del Presidente della Repubblica con il Presidente del Consiglio che, da Vilnius fa immediatamente sapere come questo ritorno alle Camere costituirà un'occasione per rafforzare ulteriormente il governo e la sua legittimità. La linea di Enrico Letta, filtrata in serata da palazzo Chigi dopo la nota del Colle, è di «piena sintonia» con il Quirinale. Un modo per dire che il presidente della Repubblica aveva avvertito al telefono il premier, impegnato al vertice di Vilnius. Il capo dell'Esecutivo è certo che il voto alle Camere sarà «in linea con il voto, ampio, di fiducia sulla legge di stabilità».

Restano però diversi aspetti ancora da definire. E non sono particolari di poco conto. Il comunicato del Quirinale, diffuso dopo l'incontro con la delegazione di forza Italia, chiarisce che «forme e tempi» sono da concordare. E verrà fatto non prima di lunedì pomeriggio quando il premier sarà ricevuto al Colle. Sarà quella la prima occasione per Napolitano e Letta per verificare assieme quale strada intraprendere: se, cioè, 'spingere' il presidente del Consiglio ad aprire una crisi formale, oppure se limitarsi ad un voto di fiducia senza dimissioni (ipotesi che i lettiani considerano al momento più probabile). Ancora da chiarire, poi, se il passaggio porti con se un mini rimpasto di governo, fino a ieri negato dallo stesso premier, o se sia sufficiente (come suggerisce qualcuno nel governo) la sostituzione dei sottosegretari di Fi che già hanno consegnato la lettera di dimissioni. Infine, ed è l'aspetto più complicato politicamente, quando far tenere la verifica: prima o dopo le primarie del Pd? «Per noi è lo stesso, ma forse sarebbe meglio attendere l'esito del congresso», spiega un consigliere di Letta.

In effetti, lo stesso premier aveva detto ieri che il «giro di consultazioni» da lui stesso annunciato ieri proprio per stabilire una nuova «collegialità» nella maggioranza, non poteva tenersi prima dell'8 dicembre. In questo modo, si potrebbe davvero 'blindarè l'Esecutivo per tutto il 2014 non solo con un patto, ma con un vero e proprio voto di fiducia su un programma condiviso da tutti i soci della maggioranza. Renziani, in caso di vittoria del sindaco alle primarie, compresi.

Un momento di chiarezza ci sarà di sicuro in Parlamento. Dopo un colloquio al Colle con la delegazione di FI, che è ormai opposizione, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano annuncia infatti che, al netto del voto di fiducia di martedì sulla legge di stabilità, ci sarà un altro passaggio nelle Camere che segni la discontinuità politica tra la vecchia e la nuova, più ristretta, maggioranza. Le forme e i tempi di questa verifica emergeranno al termine di un colloquio al Quirinale tra il capo dello Stato e il premier Enrico Letta, previsto per lunedì. Ma da palazzo Chigi trapela la convinzione che la verifica «rafforzerà» ancora di più il governo. Nel quale, intanto, scoppia il caso delle dimissioni della delegazione FI: non tutti i sottosegretari 'azzurri' hanno ancora rimesso il mandato, dopo la rottura. Ad ogni modo, consumato lo strappo berlusconiano, il prossimo passaggio cruciale per il governo è l'elezione del segretario del Pd.

Piena sintonia con il Colle, il passaggio parlamentare ci sarà e costituirà un'occasione per rafforzare ulteriormente il governo e la sua legittimità, peraltro ponendosi in linea con il voto, ampio, di fiducia sulla legge di stabilità. È quanto trapela da palazzo Chigi, dopo la nota del Colle.

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