«La Nato alleanza di pace ma pronti a difendere ogni singolo centimetro»

Le celebrazioni per i 75 anni dell’Alleanza: «Cambiano le minacce, identiche risposte»

L’ammiraglio Rob Bauer, Capo del Comitato Militare della Nato, e l’ammiraglio Stuart B Munsch, Comandante Sesta Flotta Usa
L’ammiraglio Rob Bauer, Capo del Comitato Militare della Nato, e l’ammiraglio Stuart B Munsch, Comandante Sesta Flotta Usa
Gianni Molinaridi Gianni Molinari
Martedì 9 Aprile 2024, 23:36 - Ultimo agg. 10 Aprile, 18:55
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«La Nato è la più forte alleanza a livello mondiale, questo non perché abbiamo combattuto o conquistato o distrutto, ma semplicemente perché abbiamo contribuito a mantenere e difendere la pace delle nostre genti. Il nostro principale compito è quello di dissuadere e difendere ogni centimetro del territorio alleato»: messaggio «urbi et orbi» dell’ammiraglio Rob Bauer, Capo del Comitato Militare della Nato (la più alta autorità militare dell'Alleanza).

Ragionamento semplice, fatto con toni pacati ma che non lascia spazio a grandi interpretazioni. La garanzia della pace e della stabilità fatta con la dissuasione dell’organizzazione militare e con l’impegno a difendere ogni singolo territorio dei 32 stati membri (30 europei, Stati Uniti e Canada): discorso fatto su una nave, la USS Mount Whitney, che ha lo stesso nome di quella che nel 1951 portò a Napoli l’ammiraglio Bob Carney, primo comandante in capo delle forze alleate dell'Europa meridionale; discorso fatto in occasione delle celebrazioni per i 75 anni dalla fondazione dell’Alleanza Atlantica davanti a una platea di diplomatici, a cominciare dall'ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, Jack Markell, autorità locali e naturalmente una selva di generali e ammiragli delle forze armate di tutti i paesi dell’organizzazione, molti proprio in servizio sul battello che, a dispetto dei suoi 53 anni è la nave di comando, controllo, comunicazione, computer e intelligence più sofisticata mai commissionata ed è l’ammiraglia sia della Sesta Flotta degli Stati Uniti sia piattaforma di comando delle Forze navali di attacco e supporto della Nato.

La Nato e Napoli: «Il comando - ha ricordato l’ammiraglio Stuart B Munsch, Comandante del Comando Interforze Alleato di Napoli e Comandante delle Forze Navali Usa in Europa e Africa - è arrivato e per un periodo è stato su una nave nel 1951, poi a Bagnoli e ora a Lago Patria. Da Napoli non si è mai mosso! Certo - ha riconosciuto l’alto ufficiale - ci sono stati molti cambiamenti nelle minacce: prima l’Unione Sovietica, poi altre cose, e adesso siamo tornati alla Russia; ma la Nato si è costantemente adattata. Però le fondamenta del significato vero dell’organizzazione non sono mai mutate. La Nato - ha sottolineato Munsch - è e rimane un’alleanza puramente difensiva, il proposito è semplice, è scoraggiare le aggressioni e difendere la libertà delle nostre genti.

Dissuadere e difendere», ha concluso. Proprio nelle attività dell’«ammiraglia» - ieri nel porto di Napoli - c’è il «senso» della dissuasione: la nave è in grado di coordinare l’intera flotta sia americana sia alleata controllando lo spazio aereo e navale, ma anche lo “spazio”, quello dei missili balistici, per capirci, e l’entità sottomarina.

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Un «involucro» di finissime e anche segretissime tecnologie (monitor tutti spenti e macchine fotografiche, telecamere e cellulari lasciati all’ingresso). Raccoglie e gestisce informazioni per sé e per tutte le navi che coordina; informazioni degli amici e ancor di più delle potenziali minacce. Una nave che dopo il 7 ottobre ha scandagliato in modo preventivo i cieli del Mediterraneo e che con tutta probabilità coordina l’acquisizione delle informazioni dal Mar Nero e dall’Egeo, giusto per evitare qualche sorpresa. Così come sorprese sono da evitare sulla catena degli approvvigionamenti (materie prime, internet, linee di navigazione) che sono il punto di attrito vero tra gli Stati (basta ricordare cosa significò il taglio del gas nel 2022).

«È una fonte di preoccupazione, ma la capacità e il modo di intervenire continuano a essere concentrati affinché non si aggravino in futuro» chiosa l’ammiraglio Sir Keith Blount, vicecomandante supremo in Europa.

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