Giustizia, Orlando: sistema italiano migliora, più vicino a medie europee

Orlando
Orlando
Mercoledì 18 Gennaio 2017, 10:21 - Ultimo agg. 19 Gennaio, 09:21
3 Minuti di Lettura
«I dati mostrano un progresso del sistema giudiziario italiano con numeri sensibilmente avvicinatisi alla media europea. Un'inversione di tendenza evidenziata anche nei rapporti internazionali». Lo ha rilevato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, nella relazione sullo stato della Giustizia al Senato.

Dai dati riferiti da Orlando emerge che calano le pendenze nei tribunali italiani. «Nel mese di giugno 2013 - ha detto - erano circa 5.200.000 le cause civili pendenti. Al 30 giugno 2016, il totale, al netto dell'attività del giudice tutelare, è sceso a circa 3.800.000. Rimane stabile la pendenza degli affari civili presso i tribunali per i minorenni, mentre tutti gli altri uffici mostrano un decremento di circa il 5%, con la sola eccezione della Corte di Cassazione, che vede la sua pendenza crescere nell'ultimo anno del 3,2%». Inoltre «nel 2016 le mediazioni civili sono state 196.247 (+10% rispetto al 2015), ma se si considera l'insieme totale delle forme di ADR (cioè di mediazione, ndr) allora i tentativi nel 2016 sono stati circa 366.000. Sul versante penale, il numero complessivo di procedimenti pendenti presso gli Uffici giudiziari è calato nel 2016 del 7%, attestandosi a 3.229.284 procedimenti».

«Vi è uno scarto impressionante fra l'ampiezza» dei fenomeni legati alla «globalizzazione e gli strumenti di cui disponiamo per misurarci con essa» e «si continuano a reiterare schermaglie ed ad agitare stereotipi di altre stagioni. Il rischio è che rimaniamo a fare la guardia a un bidone vuoto». Lo ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando che nella relazione al Senato sullo stato della giustizia ha indicato la cooperazione giudiziaria a livello Ue come «la priorità».


«Sul fronte del contrasto alla radicalizzazione islamista, promuoviamo i programmi europei volti a migliorare la conoscenza dei canali di reclutamento nelle reti terroristiche», ha detto il ministro della Giustizia. «C'è una nuova attenzione, in questo senso - ha sottolineato - all'uso della rete. Che è uno straordinario veicolo di conoscenze e informazione, ma che proprio per questo deve crescere nei profili di responsabilità, da parte dei singoli soggetti che su di essa operano».

«Sul delicato tema della prescrizione, che ha suscitato le più vivaci discussioni, anche in quest'Aula, credo si sia pervenuti ad un punto di equilibrio», ha aggiunto chiedendo che venga approvato il ddl con la riforma del penale, perché «approvare questa legge cosi come quella del processo civile significherebbe dare sistematicità all'intervento riformista che sino qui si è largamente realizzato».

«Sul tema delle intercettazioni prive di rilevanza penale ho molto apprezzato le circolari diramate da alcune Procure, che invitano a una maggiore sorvegliatezza. Credo vadano nella giusta direzione. Noto anche, e spero di non essere smentito dai fatti, che la loro diffusione è diminuita, ma non per questo ritengo che non sia necessario un intervento normativo, secondo le linee della delega che il Parlamento è chiamato ad approvare nell'ambito della riforma penale».

«Le risorse aggiuntive recuperate in questi anni sono oltre un miliardo e 700 milioni, destinate al rafforzamento di interventi strutturali per l'organizzazione degli uffici.
Nuove risorse sono inoltre contenute nella legge di bilancio 2017», ha poi spiegato, sottolineando che per riformare il settore «non basta però, scrivere nuove regole. Occorre uno sforzo prolungato dal lato dell'offerta di giustizia, rivolto al rafforzamento organizzativo». «Sulle carenze di personale amministrativo, sulle scoperture degli organici magistratuali, sulla necessità di innalzare il livello dell'infrastrutturazione tecnologica, sulla sicurezza dei luoghi dove si amministra giustizia - ha sottolineato - posso affermare che le risposte date in questi anni sono state di gran lunga più ampie e più efficaci di quanto si sia fatto nei decenni passati».
© RIPRODUZIONE RISERVATA