Orlando su Consip: mai fatte
pressioni per ispezioni a Napoli

Orlando su Consip: mai fatte pressioni per ispezioni a Napoli
Mercoledì 26 Aprile 2017, 10:13 - Ultimo agg. 16:38
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«Se i renziani che mi hanno criticato pensavano che utilizzassi i poteri ispettivi come una clava contro l'autonomia della magistratura hanno sbagliato persona. Dovevano chiedere che facesse il ministro della Giustizia qualcun altro». Lo afferma a proposito del caso Consip il Guardasigilli Andrea Orlando, in lizza per la segreteria del Pd, in un'intervista che oggi apre il Fatto Quotidiano. «Né io né Emiliano abbiamo strumentalizzato le polemiche di queste settimane», sottolinea. Quanto a eventuali pressioni per mandare ispezioni a Napoli sui pm, «nessuno si è mai permesso di chiedermelo di persona. Ho letto però di esplicite prese di posizione di vari renziani». «Da ministro ho cercato sempre di muovermi con grande equilibrio quando c'erano elementi di anomalia. L'ho fatto per il sindaco Raggi a Roma, per la fuga di notizie durante il suo interrogatorio sul caso Marra, e l'ho fatto per tanti poveri cristi, cittadini normali, senza alcun blasone di partito. L'ho fatto per esponenti politici di tutti gli schieramenti senza guardare a partiti o correnti».

Su Consip «non ho girato la testa dall'altra parte, ho scritto al procuratore generale per eventuali anomalie nell'attività della polizia giudiziaria: non ho azionato l'attività ispettiva perché non emergevano profili disciplinari.
Tutto questo, come sempre, l'ho fatto senza alcun carattere intimidatorio». Orlando è concentrato anche sulle primarie di domenica che a suo avviso non devono limitarsi «a essere una conta per rilegittimare il leader». «Se si vincono le primarie senza garantire una competitività elettorale si fa la fine di Hamon in Francia». Rischio brogli? «Non credo», dice, «comunque i rappresentanti della mia candidatura saranno presenti in ogni seggio». Il dialogo coi 5 Stelle? «Io non demonizzo i grillini, ma loro non sono Podemos. Certo, non mi sfugge che attraggono voti in quei settori popolari che votavano a sinistra ma hanno un forte elemento di ambiguità. Le loro posizioni sull'Europa oppure le parole di Di Maio sui migranti li rendono incompatibili con il Pd.
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