Pdl, blitz di Berlusconi: cariche azzerate
I falchi: guerriglia su Bindi e manovra

Berlusconi e Santanche
Berlusconi e Santanche
di Mario Stanganelli
Venerdì 25 Ottobre 2013, 08:26 - Ultimo agg. 12:50
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Quando nel pomeriggio di ieri arrivata la notizia della convocazione a palazzo Grazioli per le 17 di oggi dell’Ufficio di presidenza del Pdl, apparso chiaro che l’ennesima giornata di tensione tra le file degli azzurri si avviasse a un’improvvisa accelerazione. Era quella che Silvio Berlusconi ha deciso di imprimere per uscire da una stretta sempre più soffocante per il partito e per la sua situazione personale, e che dovrebbe vedere già stasera la rinascita di Forza Italia con il contestuale azzeramento del Pdl e dei poteri che finora lo hanno retto - in primo luogo la carica di segretario di Angelino Alfano e poi quelle di tutti i coordinatori regionali. A cascata, il ritorno dei pieni poteri nelle mani del presidente, cioè lo stesso Cavaliere, che ha deciso di afferrare il toro per le corna, rappresentate nel Pdl dalle due fazioni dei governativi e dei lealisti. Una divisione che Berlusconi intende superare con l’appello «o con me o contro di me» e rifacendosi anche al fatto che la figura del segretario non è contemplata nello statuto del partito. Statuto che il Cavaliere intende applicare nella maniera più rigida visto che le norme statutarie prevedono in Ufficio di presidenza il diritto di voto solo a 24 soggetti escludendo tutti i ministri con l’eccezione di Alfano, che si troverebbe in netta minoranza. Solo cinque sembrano infatti gli alfaniani sicuri, il che, fatta la tara di una gruppetto di incerti, dovrebbe assicurare una solida maggioranza al Cavaliere. Il quale sembra essersi deciso solo ieri a rompere gli indugi rilanciando la sua antica creatura FI, rimasta "in sonno" per oltre cinque anni e la cui ri-nascita potrebbe essere ufficializzata in un Consiglio nazionale l’otto dicembre.

LEALISTI FAVORITI

La riunione di oggi avrà anche un ordine del giorno, che sembra fatto apposta per favorire le pulsioni dei falchi e, di conseguenza, far aumentare le fibrillazioni nella maggioranza e nel governo. Berlusconi infatti aprirà i lavori con un discorso che si prevede senza sconti sulla linea da tenere in vista delle prossime scadenze politiche e parlamentari, in primis la manovra economica del governo. Un vertice per un focus sulla legge di stabilità era stato già convocato dai capigruppo Schifani e Brunetta per la mattinata di oggi con la partecipazione di tutti i ministri e i sottosegretari, ma già ieri lo stesso Brunetta aveva dato fuoco alle polveri quando nella conferenza dei capigruppo aveva dichiarato che per il Pdl il decreto sulla Pubblica amministrazione, in scadenza tra una settimana, sarebbe anche potuto decadere. Immediata la reazione del ministro Franceschini costretto a mettere sul tavolo l’ipotesi della richiesta di fiducia, poi tramontata con l’approvazione del decreto in serata alla Camera. Ma ancora di più il capogruppo alla Camera aveva teso la corda dei rapporti Pd-Pdl affermando che se Rosy Bindi, neoeletta presidente dell’Antimafia, non si dimetterà «sarà guerriglia totale, in conseguenza dell’intollerabile strappo che il Pdl, unito come un sol uomo, non intende tollerare». E di «forzatura molto grave» ha parlato a Porta a Porta anche il leader dei lealisti, Raffaele Fitto, che ha tentato, invece, di non accentuare le tensioni interne al suo partito con un richiamo «all’unità», cercando di esorcizzare l’eventualità di una scissione bollandola come «un errore gravissimo».

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