Pdl, ministri pronti alla scissione
Alfano e Casini blindano Letta

Alfano e Casini
Alfano e Casini
di Alberto Gentili
Venerdì 25 Ottobre 2013, 08:38
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La pessima notizia ha raggiunto Angelino Alfano mentre a Bruxelles partecipava al vertice del Partito popolare europeo. Della novit stato avvisato appena uscito dalla riunione.



Il segretario del Pdl è stato informato che oggi Silvio Berlusconi gli chiuderà il...Pdl. Non solo, decretando la fine del Popolo delle libertà e la rinascita di Forza Italia, il Cavaliere - a meno di sorprese dell’ultim’ora - azzererà tutti gli incarichi. Azzererà anche Alfano, insomma. Forse con una labile promessa di nominare «in seguito» Angelino vicepresidente del nuovo partito. «Ma senza poteri effettivi», dice un collaboratore dell’ex premier.



Berlusconi compie la svolta non tanto per fare un favore ai lealisti di Raffaele Fitto, o perché infuriato dagli ultimi sviluppi giudiziari. Ma perché, raccontano i suoi, «vuole tornare in partita, ha un disperato bisogno di riaffermare la propria leadership e l’unità del movimento». Soprattutto è stufo dello scontro tra lealisti e «i traditori» (l’appellativo è di Berlusconi) guidati da Alfano. «Ora basta, comando io», ha tuonato.



E da ieri sera Alfano, i ministri Beatrice Lorenzin, Gaetano Quagliariello, Maurizio Lupi, Nunzia De Girolamo (riuniti a casa di Cicchitto), più una cinquantina di parlamentari ribelli, ragionano sulle contromosse. La più probabile è la scissione. «Se davvero Berlusconi azzera gli incarichi e il Pdl», dice un ministro che chiede l’anonimato, «la spaccatura sarà inevitabile. Ci teniamo il Pdl, Angelino ha la titolarità del simbolo...». Molti descrivono Alfano in forte dubbio: «Non voglio la scissione ma siamo davanti ad un atto ostile e bisogna farci i conti», ha confidato il vicepremier che nella notte ha tentato di persuadere Berlusconi ad evitare lo strappo.



L’ASSE DI BRUXELLES

Di sicuro c’è che il segretario del Pdl, vicepremier e ministro degli Interni, ieri a Bruxelles ha siglato un patto con Pier Ferdinando Casini per blindare il governo di Enrico Letta. Durante il vertice del Partito popolare europeo (Ppe) ad Angela Merkel che chiedeva, preoccupata, informazioni sulla tenuta dell’esecutivo, Alfano ha dato «ampie garanzie»: «Letta terrà, già a inizio mese abbiamo dimostrato di avere i numeri per far proseguire il lavoro del governo». Chiaro il riferimento al voto di fiducia del 2 ottobre. E anche Casini ha rassicurato un altro premier, questa volta lo spagnolo Mariano Rajoy: «Tranquilli, Berlusconi non riuscirà a far cadere il governo».



Inutile dire che non sono mancati contatti telefonici con Enrico Letta, anche lui a Bruxelles per il Consiglio europeo. Il premier è allarmato per il «Vietnam» annunciato dal capogruppo Pdl Brunetta, ma dopo aver parlato con Alfano e avuto garanzie che il vicepremier garantirà i numeri in Parlamento, ha lanciato la sfida ai «guastatori»: «Sono pronto alla conta in ogni momento. Vivacchiare e farsi logorare non serve a nessuno».



C’è da dire che il premier guarda con favore (anche se con un certo allarme) a un chiarimento nel Pdl. Dopo lo strappo del 2 ottobre, Letta non ha spinto su Alfano per ottenere la scissione e la nascita di gruppi autonomi. Ma non ha mai nascosto di gradire la nascita di una «nuova maggioranza completamente autonoma» da Berlusconi. Prospettiva che oggi tornerà a riaprirsi, se il Cavaliere azzererà Alfano e se scatterà davvero la scissione dei "governativi". Anche al Centro Casini e Mario Mauro sono pronti a festeggiare. L’affondo di Berlusconi, infatti, darebbe il via alla scomposizione del Pdl e alla nascita di quel fronte moderato di stampo europeo sotto le insegne del Ppe.
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