Predellino 3.0 Fi, Berlusconi cerca
la svolta all'indomani del voto tedesco

Predellino 3.0 Fi, Berlusconi cerca la svolta all'indomani del voto tedesco
di Emilio Pucci
Martedì 26 Settembre 2017, 09:09 - Ultimo agg. 15:54
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ROMA. All'indomani del voto tedesco, in Forza Italia spira più forte il vento di destra che si oppone a una larga coalizione post voto. «Non possiamo essere servi della Merkel, serve una politica alla Orban», è l'appello rivolto ad Arcore da chi punta all'accordo con il Carroccio senza se e senza ma. La volontà di Berlusconi, alla vigilia di una serie di incontri romani questa settimana con i vertici del Ppe, è però quella di tenere la barra al centro senza rinunciare all'alleanza con la Lega. E prende corpo addirittura il progetto di un nuovo predellino per dar vita a un nuovo partito azzurro che raduni forzisti e centristi sotto un unico simbolo. Temi ancora non definiti, ma che danno il senso del lavorio in atto tra Arcore e palazzo Grazioli.

Al Cavaliere in qualche modo lo schema tedesco potrebbe anche andare bene. Raggiungere il 33% come la Cancelliera, lasciando agli altri partiti della coalizione il 13%. «Solo un centrodestra a guida moderata può vincere, per arrivare al governo serve il traino di Forza Italia», il suo convincimento. La battaglia è sulla leadership. Salvini rimase silente dopo il voto francese che ridimensionò la Le Pen, ma ora con il crollo della Cdu-Csu si sente ringalluzzito: «Altro che voto di paura, xenofobia, razzismo e intolleranza, è stato ha sottolineato - un voto di libertà, di futuro e di speranza». Il capo lumbard rivendica il suo sostegno a Afd, il partito tedesco dell'ultradestra, e allo stesso tempo non ha intenzione di fare un passo indietro sulla candidatura a premier.

E la partita vuole giocarsela fino in fondo anche Meloni che da Atreju ha detto di sentirsi pienamente legittimata a scendere in campo. Quella foto di Atreju, con Salvini e Meloni insieme a rappresentare un centrodestra de-berlusconizzato, non è affatto piaciuta al Cavaliere. «Di Salvini non si fida ma per ora si va avanti così, aspettiamo le elezioni del 5 novembre», spiegano i big azzurri. Berlusconi e Salvini si studiano a distanza. I pontieri stanno lavorando ad un incontro nei prossimi giorni, ma non è affatto detto che ci sarà. In ogni caso l'offerta arrivata dal Pd a Fi di sganciarsi dai partiti estremisti è stata declinata. Nei giorni scorsi chi in Fi non vede di buon occhio l'accordo con Musumeci ha tentato di convincere il Cavaliere a smarcarsi, a trovare un'intesa sotto banco con il candidato dem Micari, piuttosto che «consegnarsi» ad un governatore che potrebbe fare un accordo con M5S dopo il voto. Niente da fare: l'ex premier punta alla vittoria in Sicilia e alle politiche «servirà anche la Lega ma questo il suo diktat dovrà essere un moderato a guidare l'alleanza».

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