Prodi: l'austerità dei tedeschi
ha rovinato la politica europea

Prodi: l'austerità dei tedeschi ha rovinato la politica europea
di Nando Santonastaso
Sabato 25 Giugno 2016, 08:21
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La Brexit non se l'aspettava nemmeno lui, Romano Prodi, che pure dell'Unione europea conosce, come pochi altri, virtù e difetti. Ma l'ex presidente della Commissione aveva già messo in guardia gli europei: prima degli errori di Cameron «è la politica europea dell'austerità tedesca che sta rovinando l'Ue». Senza un salto in avanti, affidato anche a Renzi oltre che ad Hollande e alla Merkel, risalire non sarà facile, avverte il Professore, che confessa di essere rimasto sorpreso come tanti dall'esito del referendum.
«È vero, non pensavo che la maggioranza degli inglesi votasse per l'uscita e non perché avevo qualche strumento di carattere demoscopico su cui avanzare delle previsioni. Molto più semplicemente mi sono fidato anch'io degli scommettitori che da giorni davano per certa la sconfitta della Brexit. È la cosa che mi stupisce forse di più perché in fondo, dovendo scegliere tra un sì e un no, non mi sembrava impossibile capire come sarebbe andata a finire».
Lei ha detto qualche giorno fa che se avesse vinto la Brexit non sarebbe stato il caso di farne una tragedia. È sempre dello stesso avviso?
«Lo confermo, non è una tragedia. La Gran Bretagna paga l'errore di Cameron: per motivi puramente personali, per interessi esclusivamente elettorali, ha dato vita a un referendum che anche se avesse prevalso il Remain avrebbe comunque indebolito la posizione della Gran Bretagna a Bruxelles. Una scelta sbagliata che ha confuso gli elettori e mostrato chiaramente come fosse soltanto una mossa strategica per restare al governo britannico. L'insieme di questi elementi ha fatto sì che quello di ieri fosse un voto anti-Europa ma anche anti-Cameron».
È un esito clamoroso ma legittimo?
«Senza alcun dubbio. Sia benedetta la volontà del popolo, bisognerebbe dire». Anche il Papa in Armenia ha usato la sua stessa espressione. «Non lo sapevo, ma è un dato di fatto indiscutibile». (...) 
Lei dice: non è una tragedia, la Brexit, ma come si salva a questo punto l'Unione europea?
«Dipende da come reagiamo: la condizione dell'Europa era penosa anche l'altro ieri, non solo dopo la Brexit. Il referendum ci mette con le spalle al muro e ci obbliga a decidere se fare un passo in avanti o rassegnarci alla disgregazione dell'Ue. Sotto quest'aspetto può essere uno choc salutare per il futuro dell'Unione». (...)
 
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