Rai, il dg Orfeo in Vigilanza: risorse dal canone in calo, nel 2018 probabile rosso

Orfeo (Ansa)
Orfeo (Ansa)
Martedì 1 Agosto 2017, 21:44 - Ultimo agg. 2 Agosto, 17:37
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I ricavi da canone «nel 2017 si riducono di circa 140 milioni sul 2016, mentre nel 2018 la diminuzione dovrebbe attestarsi a circa 170 milioni». Questo calo, accompagnato da «un mercato pubblicitario ancora debole ed incerto, porta la gestione operativa in forte tensione con una previsione per il 2017 di sostanziale pareggio» e con «un 2018 - immaginato con canone a 90 euro - in perdita per 80/100 milioni di euro a seguito della presenza dei costi dei grandi eventi sportivi». Lo ha detto il dg Rai Mario Orfeo ascoltato in commissione di Vigilanza.

Davanti alla commissione, Orfeo ha osservato che il canone in bolletta «ha garantito la riduzione dell'evasione e dovrebbe consentire una maggiore certezza e stabilità delle risorse a disposizione della Rai; dico dovrebbe - ha sottolineato - perché ci sono state nel tempo alcune variazioni». E ha citato «la progressiva riduzione dell'importo unitario del canone da 113,5 euro del 2015, ai 100 del 2016, sino ai 90 del 2017» e «i prelievi che si sono succeduti: dapprima il prelievo straordinario sul canone del 2014 (taglio una tantum di 150 milioni di Euro) e successivamente la riduzione del 5% degli introiti da riconoscere a Rai a partire dal 2015».

«L'impatto complessivo di queste misure - ha sottolineato - fa sì che i ricavi da canone nel 2017 si riducono di circa 140 milioni rispetto al 2016, mentre nel 2018 la diminuzione dovrebbe attestarsi a circa 170 milioni di euro. Tale riduzione di risorse, accompagnata da un mercato pubblicitario ancora debole ed incerto, porta la gestione operativa in forte tensione con una previsione per il 2017 di sostanziale pareggio a cui siamo arrivati faticosamente tagliando nell'ultimo mese e con un 2018 - immaginato con canone a 90 euro - in perdita per 80/100 milioni di euro a seguito della presenza dei costi dei grandi eventi sportivi (Mondiali di calcio e olimpiadi invernali). Pertanto, le risorse a disposizione di Rai risultano non essere coerenti con l'attuale assetto industriale e con la relativa struttura dei costi della Rai». «Per parte nostra - ha garantito il dg - siamo ovviamente impegnati in una politica aziendale di razionalizzazione e ottimizzazione delle risorse», ambito nel quale rientra anche l'accordo con Fabio Fazio.

In merito al conduttore di Che tempo che fa Orfeo ha ribadito che «la Rai guadagnerà con il 'prodotto Fazio'» che consentirà «un consistente recupero risorse nel medio e lungo periodo». Orfeo ha aggiunto che «il costo unitario del compenso di Fazio si riduce del 16%, che il compenso annuo è in linea con quello percepito su Rai3» a fronte di «un volume più elevato di ore». 

La Rai, si è poi impegnato Orfeo, «sta lavorando al nuovo schema di contratto di servizio con il Mise» e punta a «approvare il testo da portare all'attenzione della Vigilanza per il relativo parere tra fine settembre e inizio ottobre, in modo da terminare l'iter entro fine anno. Sarebbe un risultato storico, l'approvazione del contratto di servizio prima della sua entrata in vigore».

Orfeo ha citato gli obiettivi del nuovo contratto di servizio, «estensione del perimetro della missione di servizio pubblico affidata a Rai, ora anche multimediale», «ampliamento al 100% della popolazione del segnale»; «impegno a favorire la crescita del sistema audiovisivo italiano, attraverso la definizione di investimenti specifici verso i produttori indipendenti e lo sviluppo di format originali», «assoluta trasparenza e immediatezza nella comunicazione delle attività svolte e dei risultati ottenuti, con la definizione di meccanismi di separazione contabile in grado di mettere chiaramente in evidenza ai cittadini dove e come viene utilizzato il loro canone», «misure operative per ampliare l'attenzione della Rai verso le persone con disabilità» e per «ampliare la tutela delle minoranze linguistiche», «sviluppo del nuovo canale istituzionale, per avvicinare i cittadini ai temi del funzionamento dei vari organismi (non solo il Governo e il Parlamento, ma anche quelli europei, la Presidenza della Repubblica, le Autorità, la Corte dei Conti, ecc.) e per accrescerne il senso di partecipazione».

Sul piano newsì «ritengo opportuno poter disporre di un tempo ragionevole che consenta a tutti (non solo noi Rai come proponenti, ma anche la vostra Commissione per i profili di competenza) di elaborare un progetto che possa risultare solido per dare al servizio pubblico quella centralità nel sistema informativo che ne ha rappresentato un elemento caratterizzante», ha proseguito Orfeo, parlando della tempistica per la messa a punto del piano dell'informazione, «un tema importante e delicato - ha ricordato - che ha visto l'intervento di due direttori Generali (Gubitosi prima, Campo Dall'Orto) e l'istituzione con Verdelli di una nuova Direzione di Coordinamento Editoriale». Un tema, ha aggiunto, «che mi sta personalmente a cuore, avendo io trascorso una lunga parte della mia esperienza professionale alla guida di due Testate della Rai».

Nell'audizione in Vigilanza, il dg della Rai Mario Orfeo ha parlato anche dell'atto di indirizzo all'attenzione della commissione che punta ad evitare conflitti di interessi nei rapporti con gli artisti e i loro agenti, «un documento - ha detto - che contiene spunti interessanti ma, al tempo stesso, anche proposte che rischiano di vanificarne l'impostazione complessiva». Tra i punti critici, il tema dei format.

«L'atto di indirizzo - ha detto il dg - prevede al punto 6 che la Rai 'si deve dotare di strumenti idonei a verificare che i format esterni non si configurino come un mezzo surrettizio per incrementare ulteriormente i compensi di artisti, conduttori e giornalistì.
Si tratta di una indicazione che condivido pienamente. Sotto il profilo operativo, però, riscontro qualche criticità per il fatto che il tema del format sconta, nell'attuale contesto, la mancanza di una specifica normativa di tutela. Si tratta di una lacuna così importante da aver spinto gli operatori televisivi (Rai compresa) a costituire uno specifico Gruppo di lavoro per definire intanto una autoregolamentazione di una disciplina - quella sul diritto di autore - che pur con qualche modifica risale al 1941. In assenza di una puntuale disciplina sui format, ma anche sui paper format (penso ad un'anagrafe nel quale si possano depositare i format a fini costitutivi con tutte le forme di tutela del caso), l'atto di indirizzo potrebbe portare, in via prudenziale, ad interpretare restrittivamente il concetto di format limitando di fatto lo sviluppo del sistema audiovisivo italiano restringendo il mercato a pochi gruppi internazionali».
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