Renzi lancia il modello Scampia
forse sabato la nuova segreteria

Renzi lancia il modello Scampia forse sabato la nuova segreteria
di Paolo Mainiero
Giovedì 19 Gennaio 2017, 08:33 - Ultimo agg. 12:31
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Un viaggio per l'Italia, non con i pullman di Renzi ma con i pullman del Pd. È una delle iniziative partorite dalla segreteria Dem per riallacciare il contatto con i cittadini e rilanciare l'azione del partito. L'incontro con i segretari regionali, aperto con un focus sulle zone terremotate, è stato di carattere organizzativo. Renzi ha sorvolato sulla composizione della nuova segreteria, che potrebbe essere formalizzata entro sabato o, stando ad altre fonti del Nazareno, la prossima settimana dopo la sentenza della Consulta sull'Italicum. Il segretario ha tracciato la road map dei prossimi mesi, proponendo un Pd che vada sui territori e si confronti con la gente. Dovrà esserci, ha detto ai segretari regionali, una presenza costante e capillare del partito nei comuni con incontri pubblici, campagne di ascolto, corsi di formazione e con l'obiettivo di coinvolgere soprattutto i giovani, quelli che al referendum di dicembre hanno votato No e che Renzi ha intenzione di recuperare. In questa raod map rientra il viaggio per l'Italia. Si partirà a febbraio.

Non sempre ci sarà Renzi, piuttosto il segretario parteciperà con visite a sorpresa, lontano dai riflettori e dalle telecamere, come ha fatto l'altro giorno a Napoli quando, senza preavviso, si è presentato a Scampia. Un visita che ha anticipato un modello che il segretario intende esportare in tutta Italia, anche se il viaggio lampo dell'altro giorno non è piaciuto a Roberto Saviano. «Il tempo degli spot è finito», è la critica dello scrittore. Il giro in pullman servirà, da un lato, a valorizzare le eccellenze e creare una rete di buone pratiche a livello nazionale e, dall'altro, a prendere contatto con le realtà più difficili, quelle dove il Pd sarà chiamato a far sentire maggiormente la sua presenza. «Il Pd - ha spiegato il segretario della Campania Assunta Tartaglione - dovrà svolgere un ruolo da protagonista e siamo pronti a raccogliere la sfida. C'è molto da fare ma insieme ce la faremo». I primi appuntamenti sono già in agenda: sabato l'incontro con i circoli e il 27 e il 28 gennaio a Rimini l'assemblea degli amministratori locali con consiglieri comunali, provinciali e regionali, con i sindaci e i presidenti di Regione. L'attenzione di Renzi è comunque rivolta alla sentenza della Consulta sull'Italicum. Il segretario sa che dopo la pubblicazione delle motivazioni, nella prima decade di febbraio, si aprirà una difficile trattativa. La priorità di Renzi resta il Mattarellum, tuttavia l'ex premier non esclude più il proporzionale, consapevole com'è che in Parlamento solo Lega e M5s sarebbero favorevoli a collegi e maggioritario. A parte Forza Italia, anche gli alleati di governo di Ncd spingono per il proporzionale e Renzi sa che il Pd non ha i numeri per imporre un sistema che non sia gradito alla gran parte delle forze politiche. Il proporzionale «sarà una delle possibilità» ha detto il segretario e quindi «dobbiamo prepararci ad uno schema di squadra e non più all'uomo solo al comando».

Quanto alla segreteria, è probabile che sabato si chiuda. Il volto nuovo al quale Renzi intende affidare l'Organizzazione del partito è quello di Andrea Rossi, giovane consigliere regionale in Emilia Romagna. «Sarebbe un grande onore per me», ha commentato. Un nome che tuttavia non scalda la minoranza, che anzi resta gelida sulla road map tracciata da Renzi. «Non basta un Batman per risolvere i problemi», è la battuta con la quale ieri la minoranza ha liquidato l'ipotesi di Rossi, confermando la distanza e la freddezza verso il vertice Pd. Secondo la sinistra, Renzi non ha preso coscienza della «botta» al referendum e «non serve - si spiega - né una nuova segreteria né un blitz a Scampia per cambiare le cose». E anche l'idea dei pullman viene bollata come mediatica. La sinistra non ha intenzione di restare a guardare: «prepariamoci alle primarie per la premiership», ha detto Roberto Speranza, già in giro per l'Italia in veste di candidato alla guida del Pd. Come anti-Renzi per la premiership, in realtà, Pier Luigi Bersani e la sinistra hanno in mente un «nuovo Prodi»: una personalità a metà tra politica e società civile, capace di aggregare un campo largo che unisca partiti e associazioni. «Qualche idea l'abbiamo già ma è molto presto per mostrare le carte», non si sbilanciano dalla minoranza.