Renzi a Putin: «Guerra fredda fuori da storia e realtà, più sintonia tra Ue e Mosca»

Renzi a Putin: «Guerra fredda fuori da storia e realtà, più sintonia tra Ue e Mosca»
Venerdì 17 Giugno 2016, 22:22 - Ultimo agg. 20 Giugno, 02:30
3 Minuti di Lettura
Rapporti bilaterali, affari, battute, il calcio. Matteo Renzi e Vladimir Putin sembrano aver trovato ormai la chimica e il loro sesto incontro a quattr'occhi - conteggio del premier italiano - è stato puntellato dalla firma d'importanti accordi italo-russi. «Siamo qui - ha detto Renzi - per costruire ponti». Questo non significa che l'intesa sia priva di frizione. Per Renzi, ad esempio, la parola «guerra fredda» - menzionata da Putin - non ha più posto nel XXI secolo e gli Usa sono una «grande democrazia» dalla quale si può solo «imparare».

Ma è indubbio che sul tema delicato delle sanzioni Roma e Mosca abbiamo voglia di cercare una sintonia. Nel giorno in cui le misure restrittive applicate dall'Ue per l'annessione della Crimea sono state rinnovate fino al 23 giugno del 2017, il presidente del Consiglio italiano ha assicurato che «anche nella prossima riunione degli ambasciatori a Bruxelles» l'Italia chiederà che per quanto riguarda le sanzioni che hanno un impatto diretto contro Mosca - quelle che mordono dal punto di vista economico - non vengano rinnovate automaticamente, ma siano oggetto di una discussione.

«Le sanzioni non si rinnovano in modo automatico ma il punto chiave è che o c'è un dibattito politico dentro il Consiglio su quello che sta avvenendo o le sanzioni e le contro sanzioni diventano ordinaria amministrazione», ha motivato Renzi. «Noi anche nella prossima riunione degli ambasciatori a Bruxelles chiederemo che di sanzioni si discuta in sede di Consiglio e si possa sentire quale è stato dell'arte sull' attuazione di Minsk». Su questo dettaglio Renzi è stato chiarissimo: tutte le parti in causa, e dunque anche Kiev, devono eseguire i 'compiti a casà. Musica per le orecchie dello 'zar', secondo il quale se si vuole far uscire il popolo ucraino «dal tunnel» tutti devono fare la loro parte e Mosca «non può attuare» i punti dell'intesa che spettano all'Ucraina.
Putin, nel suo intervento alla plenaria del forum, pur sottolineando che l'Europa resta «il primo partner strategico» per la Russia, non ha nascosto le difficoltà e ha accusato gli Usa di volersi immischiare un pò troppo negli affari interni della Russia e sopratutto di come la Russia e l'Europa vogliono condurre le loro relazioni. Poi ha concluso con un avvertimento molto netto: «Noi non vogliamo la guerra fredda, ma se noi continuiamo a spaventarci l'uno all'altro, e la Nato continua a dover avere un nemico per giustificare la sua esistenza, non posso escludere che si arrivi davvero a una nuova guerra fredda». Un monito grave a cui Renzi ha risposto mettendo in risalto i fattori che uniscono la Russia e l'Europa, «i valori comuni», mai più chiari che al museo dell'Hermitage, dove Renzi è stato «sopraffatto dalla bellezza». Certo, ha ammesso il presidente del Consiglio - lodato da Putin per la sua oratoria: «l'Italia può andare fiera di un premier così» - l'Europa ha anche molti problemi e se non cambia e scommette sul futuro per lei è «finita». E questa volta la correzione per l'«eccessivo pessimismo» è arrivata da Putin: «l'Europa è l'Europa: non finirà mai». Il presidente russo ha però voluto sottolineare che Mosca è interessata a «un'Europa forte» perché un «partner forte» è meno influenzabile da pressioni «esterne». Le allusioni sono cristalline. Putin al forum ha d'altra parte illustrato il suo grande progetto di creare una grande area di «integrazione euroasiatica» che coinvolga «Cina, India, Iran e i paesi del Cis» usando l'Associazione Economica Euroasiatica come pietra angolare. Una visione ambiziosa che creerebbe - al termine del percorso - una zona di libero scambio da «oltre 3 miliardi di persone». E l'Ue, secondo Putin, dovrebbe farne parte.
© RIPRODUZIONE RISERVATA