Firenze, Renzi su referendum costituzionale: «Dopo 63 governi di fila finalmente cambiamenti radicali»

Firenze, Renzi su referendum costituzionale: «Dopo 63 governi di fila finalmente cambiamenti radicali»
Lunedì 2 Maggio 2016, 09:48 - Ultimo agg. 3 Maggio, 08:28
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Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è appena arrivato al Teatro Niccolini a Firenze dove lancerà i comitati per il sì al referendum costituzionale del prossimo autunno. Platea e palchi del teatro, nel centro storico di Firenze e recentemente restaurato, sono pieni da circa mezzora e fuori sono rimaste molte persone che non riescono ad entrare. 

«Sono già passati due anni: non si può non raccontare la verità. Due anni fa Italia era incastrata in costante depressione politica. Ora le riforme hanno iniziato a realizzarsi». «Il lavoro di questi due anni ha prodotto un cambiamento radicale ma la sfida più grande inizia adesso». «Se partono investimenti l'Italia riparte. Cose che si sanno, ma le ridico per dire che tutto quello fatto è enorme, ma non basta: la vera sfida inizia adesso». «Ora ci criticano quelli che due anni fa hanno firmato il fiscal compact».

«Giusto preoccuparsi delle aziende in crisi, Sulcis, Guess: grazie a Job act 398 mila persone in più che lavorano. Non basta», ha aggiunto Renzi ricordando anche 350 mila disoccupati in meno. «Ieri quasi 400 mila persone hanno potuto festeggiare la giornata del lavoro».

«Lobby delle banche... Io al massimo potrei fare la lobby degli scout... Ma anche sul tema delle banche abbiamo eliminato il meccanismo atroce e assurdo delle banche popolare, garanzie alle banche di credito cooperativo e salvato i correntisti di quelle banche che rischiavano di perdere le obbligazioni, per le quali si è provveduto a trovare soluzione». Renzi ha poi spiegato che «i problemi delle banche non si originano qui, ma che hanno visto intere classi dirigenti reggersi l'un l'altra. Abbiamo messo la parola fine, e adesso diciamo portiamo le banche a dare credito alle piccole imprese, alle famiglie».

«Il punto fondamentale è che ancora non siamo riusciti a restituire all'Italia quel sentimento di orgoglio, di appartenenza, di passione, fondamentale per una grande impresa. A Firenze è cambiato tutto quando ho pedonalizzato piazza Duomo: non ci credeva nessuno...». «Molto più importante del pil, dell'Irap... quello che sta nell'agenda è restituire agli italiani l'orgoglio di appartenere qualcosa di grande».

«Io non sarei mai arrivato a Palazzo Chigi se non avessi avuto una straordinaria esperienza di popolo». «Ora c'è una partita che da solo potrei anche vincere ma non basterebbe. Nel referendum la domanda è molto semplice: sì o no. Ma lì dentro c'è molto di più: c'è la riforma istituzionale», ha aggiunto ribadendo che «la riforma non è contro chi ha combattuto per la libertà». «Qui c'è Silvano Sarti», ha poi detto citando il partigiano fiorentino presente in platea al quale è stato tributato un grande applauso. «È la prima volta - ha aggiunto - che un tacchino vota per il giorno del ringraziamento».

«Una gigantesca campagna casa per casa, porta per porta, per vedere se italiani vogliono entrare nel futuro a testa alta. Ho bisogno di voi, 10 mila comitati in tutta Italia, composti da un minimo di 10 a massimo di 50 persone». «Scegliamo di andare a vedere se la gente sta con noi, se gli italiani stanno con noi o no. Questo è un bivio. Questo è quello che ci attende nei prossimi cinque mesi. Girerò come un globetrottrer. gireremo come matti».

«Io non mi risparmio: non siamo noi a vincere questa sfida», lo ha detto Matteo Renzi, ribadendo che se dovesse perdere al referendum costituzionale andrebbe a casa: «La rottamazione non vale solo quando si voleva noi....

Se non riesco vado a casa», ha detto. «È essenziale che ognuno di voi si prenda un pezzettino e da domenica 15 maggio pubblicheremo come fare».

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