Brexit, Renzi attacca la Ue: «Non c'è tempo da perdere, frenetico immobilismo non porta a nulla»

Brexit, Renzi attacca la Ue: «Non c'è tempo da perdere, frenetico immobilismo non porta a nulla»
Mercoledì 12 Ottobre 2016, 09:32 - Ultimo agg. 19:28
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«Abbiamo ben chiaro che ildibattito sull'articolo 50 del trattato di Lisbona, ovvero 'la procedura formale' per eseguire la Brexit, non può tenere ferme le istituzioni un altro anno». Lo ha affermato il presidente del Consiglio Matteo Renzi nel corso delle comunicazioni all'Aula della Camera sul Vertice Ue del 20 e 21 ottobre. «Se da qui al prossimo anno - ha rilevato Renzi - il dibattito fosse solo sull'articolo 50 ulteriore tempo sarebbe gettato via in un momento storico in cui tempo da perdere non ne ha nessuno. Bisogna impostare una strategia differente, molto difficile, si tratta di immaginare un percorso inedito». 

«Il tempo della proposta non può essere sganciato dalla constatazione che quando le cose vanno male bisogna dirlo - continua Renzi - Autorevoli commentatori hanno detto che l'atteggiamento italiano dopo Bratislava era sbagliato e fuori luogo. Non è passata una settimana che Juncker si è recato in una sede istituzionale ufficiale per usare quelle stesse parole e dare lo stesso giudizio che avevamo dato noi». 

«Se non comprendiamo che in questo tornante della storia c'è la necessità di tenere insieme la concretezza con l'orizzonte ideale, bello, nobile della nuova politica, se non comprendiamo questo non saremo considerati presenti a uno degli appuntamenti più rilevanti, il rilancio dell'Unione europea, unica istituzione che ha garantito 70 anni di pace a questo Continente e oggi profondamente minata da discussioni e divisioni di piccolo cabotaggio».

«L'Europa - ha spiegto renzi - è a un bivio, rischia di non aparire come luogo della speranza per le nuove generazioni.
Il Parlamento Ue senza guardare le casacche di appartenenza si è messo insieme e si è messo a lavorare. Vorrei proporre a questo Parlamento di arrivare con un lavoro analogo a Roma 2017. Rischia - ha ribadito il capo del Governo - di essere uno spartiacque particolarmente interessante per l'Italia ma soprattutto decisivo per l'Ue. Vedremo se continuare a discutere di piccoli emendamenti burocratici e tecnocratici o ritornare a mettere al centro gli ideali. Ho trovato allucinante una parte della discussione che c'è stata di recente in Italia. Mi è stato detto: 'Ma come, chiedete di scomputare dal Patto le spese del terremoto?' Ma secondo voi in una dinamica in cui un Paese come il nostro che ha vissuto in sette anni tre terremoti può permettersi di soggiacere a regole burocratiche teoriche e scritte in modo discutibile e interpretabile per non guardare alle esigenze dei propri cittadini? È inaccettabile che qualcuno finanche lo pensì
».
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