Caos Senato, governo battuto. Bagarre, parlamentare Ncd ferita

(Foto Lami - Ansa)
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Giovedì 31 Luglio 2014, 11:38 - Ultimo agg. 1 Agosto, 11:01
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​Governo sconfitto al Senato su un emendamento dell'opposizione durante la discussione del ddl riforme. E in serata fischietti, urla, il grido ritmato «libertà, libertà»: con questi strumenti i senatori di Lega e M5s hanno impedito il proseguimento dei lavori del Senato sulle riforme. Il presidente Pietro Grasso ha sospeso i lavori anche perché, ha detto al microfono «un senatore si è fatto male». Si sospetta, infatti, una lussazione alla spalla per la senatrice Laura Bianconi, di Ncd, rimasta colpita durante i tumulti nell'Aula del Senato. La parlamentare è stata condotta in Ospedale. «Quanto avvenuto in Aula è un fatto molto grave. È un colpo drammatico alla credibilità del Senato». Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso nell'aula di Palazzo Madama, riprendendo i lavori che sono stati subito chiusi e rinviati a domani mattina alle 9,30.

L'emedamento della Lega L'Aula con 154 voti a favore, 147 contrari e 2 astenuti ha approvato a scrutinio segreto l'emendamento 1.1979 sulle competenze del Senato «su materie eticamente sensibili» sul quale governo e maggioranza avevano espresso parere negativo.

L'emendamento, a firma del senatore della Lega Stefano Candiani, assegna al nuovo Senato la possibilità di legiferare su alcune materie 'eticamente sensibili' come bio-testamento, matrimonio e diritti civili.

«Creato un danno» «La norma votata dal Senato non intacca la riforma, ma crea danno alle battaglie per i diritti civili, costrette al pantano bicameralista», è il commento affidato a Twitter dal sottosegretario alle Riforme Ivan Scalfarotto.

«Tornano i 101 di Prodi» «Si conferma la legislatura dei 101. Ma noi siamo più determinati. Serenamente andiamo avanti. #opensenato #laricaricadei101 pdnetwork», scrive su twitter Davide Faraone, membro della segreteria del Pd. Accusa che i dissidenti dem non accettano: paragonare ai 'franchi tiratori' sulle riforme ai 101 dell'elezione del presidente della Repubblica «vuol dire che hanno votato nel segreto contro Renzi gli stessi che bocciarono Prodi per scaricare Bersani? Non ha senso», replica il senatore Pd Corradino Mineo.

Vendola «È giunto il momento di accantonare l'ostruzionismo del governo, che ha impedito di poter discutere del seguente tema: quanto potere hanno i cittadini nel discutere della riforma costituzionale necessaria?», afferma il leader di Sel Nichi Vendola.

Polemica sul voto segreto Prima del voto in Aula c'è stato un acceso dibattito sull'opportunità del voto segreto sull'emendamento. In particolare, il senatore del Pd Luigi Zanda ha duramente attaccato il presidente del Senato Pietro Grasso che ha difeso la sua scelta appellandosi al rispetto del regolamento. «Non ci sono i motivi per tornare in giunta per il regolamento, ma chiedo che ci siano almeno 20 richiedenti per ottenere il voto segreto», ha detto Grasso. La richiesta del voto segreto è stata avanzata da 89 senatori. L'emendamento aveva ricevuto i pareri contrari della relatrice di maggioranza Anna Finocchiaro e del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. Favorevole quello dell'altro relatore Roberto Calderoli. Poco prima del voto il senatore del Pd Felice Casson aveva richiesto di poter sottoscrivere l'emendamento leghista.

Il tentativo fallito Con voto palese è poi stato bocciato un secondo emendamento (l'1.0.22) a firma di Stefano Candiani. L'Aula lo ha respinto a scrutinio palese con 194 voti contrari, 72 favorevoli e tre astenuti. L'opposizione aveva richiesto il voto segreto, sperando di battere nuovamente l'esecutivo

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