Gentiloni-Raggi, battaglia su Roma. Il premier: Comune poco efficiente

Gentiloni-Raggi, battaglia su Roma. Il premier: Comune poco efficiente
Venerdì 12 Gennaio 2018, 16:08 - Ultimo agg. 14 Gennaio, 00:28
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«Noi siamo il governo e non possiamo non avere uno spirito di collaborazione su Roma anche se talvolta questo aiuto è stato accolto con sospettosa riluttanza». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, intervenendo all'iniziativa lanciata da Roberto Giachetti 'Una Costituente per Roma' dove aggiunge: «Il governo c'è, apprezza lo sforzo per dare alla città un respiro lungo e sollecita tutti ad avere per Roma l'ambizione universale che questa città merita».

«Il governo non sta alla finestra e ha dato risposte alle crisi e alle difficoltà mostrate dalla capitale anche con il tavolo per Roma per il quale qualcuno ha alzato il sopracciglio. Noi siamo il governo e non possiamo non avere uno spirito di collaborazione per ciò che concerne la capitale d'Italia
». Il premier, che ha iniziato il suo intervento ringraziando "Roma bella", ha lodato l'iniziativa di Giachetti con il quale, ha ricordato, collaboro da circa un quarto di secolo iniziando proprio dall'amministrazione capitolina con Rutelli.

 


«Roma non è una città che si può governare semplicemente cercando di gestire la sequela di emergenze che si presentano giorno per giorno. Anche l'amministrazione più efficiente farebbe fatica e non mi pare che siamo nella condizione di avere il massimo dell'efficienza», è la stoccata di Gentiloni. 

«Non possiamo pensare che sulla capitale d'Italia stiamo qui sulla riva ad aspettare il cadavere che passi», ha detto  il ministro delle sviluppo Carlo Calenda rilanciando la necessità di proseguire il tavolo su Roma: al momento «il tavolo rimane fantasma. Bisogna solo implementarlo e per questo conto di rompere le scatole alla sindaca in modo costruttivo». «Il tavolo andrebbe istituzionalizzato - ha aggiunto - a patto che questa richiesta sia condivisa e che la sindaca si impegni a partecipi in prima persona investendo capitale politico».

«La crisi di Roma è una crisi di struttura industriale della città. Il tavolo non aveva l'obiettivo di individuare una responsabilità sul declino, perché sono problemi che vengono la lontano, aveva l'obiettivo di individuare le cose su cui Roma può avere una leadership internazionale, cose che non si possono fare subito ma vanno iniziate subito», ha detto Calenda, che ha fatto l'esempio del «problema gigantesco del decoro della distribuzione commerciale: nessuno processa le infrazioni».

Calenda ha quindi sottolineato la necessità di «ingaggiare l'amministrazione»: «quello che manca non è una differenza di vedute ma la totale mancanza di un processo di lavoro, io non ho una controparte. Se l'approccio - ha aggiunto riferendosi alla sindaca Raggi - è sempre io non vengo, ho da fare, a questo punto io dichiaro il fallimento del tavolo». «Ho pensato che il tavolo fosse utile - ha detto ancora - ci spero ancora, ma i segnali non sono per niente incoraggianti».

I problemi con la sindaca? «Quelli che ho visto io sono sul lavoro concreto. Io ho chiamato tutte le aziende per un confronto e non si è presentata perché aveva la presentazione di un libro», ha poi detto Calenda a Otto e Mezzo di La7 facendo riferimento alla ultima riunione del Tavolo per Roma al Mise a cui ha fatto seguito un incontro con numerose aziende che operano nella Capitale.


«La criminalità se c'è va combattuta e repressa. Ma quello che fa veramente impressione a Roma è per esempio quello che prende una lattina di coca cola e la butta per terra, non esiste più nel resto del mondo. Il degrado delle piccole cose è il segno della responsabilità sociale verso la città. E non è una cosa difficile da battere. Roma ha perso la poesia e la concretezza, perché è mancata la collaborazione tra le due cose», ha proseguito Calenda. L'evento è moderato dalla giornalista Lucia Annunziata.


«Un patto costituente per Roma, che guardi al 2021 a prescindere da chi sarà il prossimo sindaco, che coinvolga tutte le forze politiche»: questa l'iniziativa promossa da Giachetti. «Roma ha un vestito sgualcito - ha detto Giachetti -, va riorganizzata. Farlo tutti assieme con lo spirito di una Costituente per la città è il più grande contributo che possiamo dare».

All'incontro sono presenti oltre al premier Paolo Gentiloni, i ministri dello Sviluppo e delle Infrastrutture Carlo Calenda e Graziano Delrio, il presidente del Coni Giovanni Malagò. Giachetti ha detto di non voler dare «alcuna valutazione politica sul presente», ma ha ricordato di aver cercato per un mese in vari modi di invitare la sindaca M5S Virginia Raggi. «Mi ha scritto alla fine il cerimoniale del Campidoglio - ha detto - spiegando che non poteva essere presente per impegni istituzionali». «Calenda e Delrio hanno scoperto tardi la difficoltà di parlarci...», ha ironizzato Giachetti.

«Lo sport è in controtendenza rispetto a Roma, i nostri numeri sono esplosi in positivo. Siamo di gran lunga la seconda industria più importante della città, con la prima, il turismo, con la quale non si può competere», ha detto il presidente del Comitato olimpico italiano (Coni) Giovanni Malagò. «A Roma avvengono l'80% degli eventi sportivi più importanti in Italia - ha affermato Malagò -. La città ha una chiara vocazione allo sport. Per questo é stata illogica, scellerata e incomprensibile la scelta della Raggi di rifiutare la candidatura olimpica».
Malagò ha ammesso di ripensare ancora a quel no «spesso quando vado a letto, durante i viaggi» e ha parlato di «clamorosa ingiustizia, un ferita che ci trasciniamo». Il presidente del Coni ha detto comunque di «pensare positivo, perché lo sport ha un futuro, siamo il 3,5% del Pil nazionale. Abbiamo fatto la nostra parte. Roma ha bisogno di investimenti in infrastrutture, sennò è solo demagogia».


 

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