Roma, Raggi e l'emergenza rifiuti: «Dopo i topi, rischio serpenti»

Roma, Raggi e l'emergenza rifiuti: «Dopo i topi, rischio serpenti»
di L. De Cicco e M. Evangelisti
Martedì 12 Luglio 2016, 09:02 - Ultimo agg. 17:38
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ROMA Allarme rifiuti, topi che si moltiplicano, cinghiali che giocano tra la spazzatura. E perfino «un'emergenza serpenti» in vista, ha spiegato ieri il sindaco Virginia Raggi in perlustrazione a Tor Bella Monaca. Cartoline da Roma, forse un po' modificate con photoshop usando l'effetto catastrofismo, ma comunque descrittive di una situazione difficile. Il sindaco fa un appello ai romani: aiutateci a mantenere la città pulita, ma promette anche multe più salate a chi sporca e la videosorveglianza dei cassonetti (non semplicissimo da applicare, sono 60mila a Roma). Non solo: punta a sanzionare anche i dirigenti di Ama (l'azienda romana dei rifiuti) che non fanno il loro dovere. Virginia Raggi lancia la sua offensiva nella città assediata dalla spazzatura seguendo una strategia molto pentastellata, muovendosi nel terreno più congeniale: la rete. E così appena su Facebook diventa virale il video in cui un gruppo di bambini si diverte a contare i ratti, lei si presenta sul posto, tra i palazzoni di questo quartiere all'estrema periferia Est di Roma. E promette il giro di vite, chiedendo ai romani - anche qui in ottica social - di inviare su Twitter le segnalazioni delle strade più sporche e del degrado, usando come hashtag #romapulita. «Partiamo dalle periferie, dalla Roma dimenticata, per ricominciare a ristabilire ordine e normalità», è il messaggio rilanciato sul web.

DAI RODITORI AI CINGHIALI Poi, però, c'è anche la vita reale. Ecco perché, nella sua prima vera azione da sindaco, a Tor Bella Monaca, la Raggi è andata di persona, accompagnata dall'assessore alla Sostenibilità ambientale, Paola Muraro. Con la promessa di ripulire Roma entro domani, almeno nelle zone dove l'emergenza si fa più sentire. Anche se è praticamente impossibile stilare un elenco dei quartieri più colpiti. In questo lavoro di ricognizione, possono aiutare gli avvistamenti degli animali: non solo i topi (Pietralata, Collatino, e appunto Torbella) ma anche le blatte (ad Acilia sono salite a bordo degli autobus), perfino i cinghiali, a Monte Mario, poco distante dal quartiere in cui nell'estate del 2013 venne fotografata una cucciolata di maiali che pascolava tra i rifiuti. Dopo le prime 24 ore di interventi, la situazione è migliorata.

Ma a macchia di leopardo, perché comunque gli impianti di trattamento della Capitale sono sotto stress e i camion che portano i rifiuti romani al Nord anche ieri mattina sono rimasti bloccati. Le pattuglie di dipendenti spedite a ripulire i quartieri ancora sporchi hanno avuto contraccolpi, dall'hinterland al centro storico. Perfino a poche centinaia di metri da Fontana di Trevi, a causa dalla massiccia presenza di turisti e dei cestini pieni, si sono formate mini discariche. La sindaca, nel suo tour in periferia, ha spiegato: «Non è ammissibile che i nostri bambini siano costretti a vivere e giocare in queste condizioni: troppe persone, qui, come in altri quartieri della città, vivono nel degrado».

 

CAMION ALL'ESTERO La prima cittadina è sembrata consapevole della difficile sfida che ha davanti. Che non si risolve con «la solita passerella», perché «c'è una città da riavviare. Stiamo iniziando qui da Tor Bella Monaca ma in realtà tutti i quartieri hanno questi problemi». Insomma, il messaggio è: «Gli interventi di bonifica sono solo all'inizio». Perché le operazioni spot, come rischia di essere anche la promessa «Roma pulita entro mercoledì», hanno il fiato corto. E senza soluzioni adeguate, la situazione rischia di degenerare. Ancora il sindaco: «Ci stiamo preparando per l'emergenza topi e anche per quella serpenti. Ma i problemi vanno affrontati in maniera organica». Ecco perché ieri la Raggi ha sottolineato che gli impianti di trattamento sono fermi perché nessuno ha mai fatto manutenzione (per la verità l'assessore Muraro per dodici anni è stata consulente di Ama e si è occupata anche di quegli impianti).

Ma il problema vero è che il sistema romano è fragile, dipende al 65 per cento dal trasferimento dei rifiuti (o più correttamente di ciò che si produce dai rifiuti) in altre regioni.

E soprattutto l'azienda è come una squadra di calcio guidata da un allenatore che ha rassegnato le dimissioni, visto che il presidente Daniele Fortini, nominato dall'ex sindaco Ignazio Marino, ha rimesso il mandato da venti giorni. E l'Ama non ha neppure un direttore generale. Quando il gatto non c'è, i topi ballano, verrebbe da dire. E i roditori, nella Capitale, sono parecchi. Difficile trovare numeri ufficiali (e soprattutto attendibili), ma si ipotizza che a Roma ci siano due topi per ogni abitante. Un'immensa città parallela che, quando il ciclo della raccolta va in tilt, rimette la testa fuori. Anche senza aspettare le dirette su Facebook.

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