Sala infatti, come hanno spiegato al quarto piano del Palagiustizia milanese, è stato iscritto nel registro degli indagati per falso in autocertificazione lo scorso 26 aprile. Cinque giorni prima Riccardo De Corato, allora capogruppo di Fratelli d'Italia a Palazzo Marino aveva sporto denuncia in quanto l'ex ad di Expo nell'autocertificazione imposta per legge a chi lavora nella pubblica amministrazione si sarebbe dimenticato di dichiarare una casa in Svizzera, un'immobiliare in Romania e una società italiana, la Kenergy. Da quanto è stato riferito le indagini, coordinate dal pm Giovanni Polizzi e dell'aggiunto Giulia Perrotti, e condotte nel più stretto riserbo dalla Guardia di Finanza in quota alla polizia giudiziaria della Procura, hanno accertato che Sala, avrebbe violato l'articolo 14 della cosiddetta legge sulla trasparenza (decreto legislativo 33/2013) la quale, all'articolo 47, per la «mancata e incompleta comunicazioni delle informazioni» relative alla situazione patrimoniale prevede una sanzione amministrativa.
Per questo, dopo un'inchiesta durata due mesi, la Procura si appresta a chiedere l'archiviazione all'ufficio gip e in caso di accoglimento, trasmetterà degli atti al prefetto Alessandro Marangoni per l'eventuale sanzione amministrativa.
E sempre con un'archiviazione, firmata dal gip lo scorso 12 gennaio, si è conclusa l'indagine in cui il nuovo sindaco di Milano, allora numero uno di Expo, era stato indagato circa 6 mesi prima, e su segnalazione dell'Anac guidata da Raffaele Cantone, per l'affidamento diretto a Eataly dei servizi di ristorazione in due padiglioni dell'Esposizione Universale, con vantaggi per la società di Oscar Farinetti. Ma in questo caso, come aveva annotato il giudice, «non risulta univocamente dimostrato l'elemento psicologico richiesto dal reato di abuso d'ufficio». In sostanza mancava la prova del dolo. Intanto questa mattina, come aveva anticipato in campagna elettorale, Sala si è dimesso dalla carica di consigliere della Cassa Depositi e Prestiti.