Salvini avverte Berlusconi: firma il programma o salta l'alleanza

Salvini avverte Berlusconi: firma il programma o salta l'alleanza
Domenica 17 Dicembre 2017, 22:00 - Ultimo agg. 18 Dicembre, 08:52
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Un «blitz» di sabato sera, per dare vita alla nuova squadra ad Ap e allontanare chi tra i centristi andrà a formare la quarta gamba del centrodestra. I «lorenziniani» passano dalle parole ai fatti e si prendono il simbolo di Alternativa Popolare - rimasto in capo al presidente Angelino Alfano - rinnovando i vertici del partito: coordinatore è Antonio Gentile, fino a ieri vice di Maurizio Lupi. E mentre Beatrice Lorenzin, di fatto, si prende la leadership di Ap, Lupi, nei prossimi giorni farà parte ufficialmente della «quarta gamba» di un centrodestra che continua a registrare frizioni tra Lega e FI. Con Matteo Salvini che rilancia il suo aut-aut al Cav: patto scritto sui capisaldi del programma o salta l'intesa. Intanto in Ap, comincia a emergere qualche livore tra gli ex compagni di partito. «Non si è tenuta nessuna direzione nazionale. Apprendo che Tonino Gentile si è autonominato coordinatore nazionale e io sono diventato imperatore dell' Abissinia», è il primo commento di Lupi. Poi, oggi pomeriggio, il capogruppo frena, sottolineando come la nomina di Gentile sia frutto «della separazione consensuale» della scorsa settimana. E a Fabrizio Cicchitto che definiva di «cattivo gusto» il suo commento di ieri sera Lupi replica: «La mia era una battuta».

Certo, al di là dei formalismi, la separazione in Ap non può che portare con sé qualche livore tenuto, per ora, molto democristianamente a bada. I nuovi vertici di Ap, con Dore Misuraca, Sergio Pizzolante e Gioacchino Alfano vice di Gentile, avranno invece il compito, non facile, di delimitare sui territori la parte degli alfaniani che dirà sì a un'alleanza con il Pd. Saranno i prossimi giorni a sciogliere i nodi del soggetto (da formare con i vari Casini, Dellai, Tabacci...) che dovrà fare il centro del centrosinistra, o, per dirla alla Gentile, di un'area coalizzata con il Pd, ma «distinta e autonoma» dai Dem. Un'area che, nelle intenzioni di Lorenzin, dovrà avere in Ap la sua forza trainante. Non sarà un lavoro facile, come non semplice è l'avvio della «quarta gamba» del centrodestra di cui faranno parte Lupi, Raffaele Fitto, Saverio Romano, Enrico Zanetti, Flavio Tosi e, se si riuscirà a trovare una quadra sullo Scudo Crociato, l'Udc. «Non chiuderemo le porte a nessuno, valuteremo comportamenti e coerenze», spiega per conto di FI Paolo Romani. Ma sul quarto polo della coalizione, in particolare su Tosi, pende l' irritazione di Salvini che oggi, in tv, chiede al Cav la «firma scritta» sul programma comune del centrodestra.

Un programma per il quale, su temi come abrogazione della legge Fornero, Ue, immigrazione e scuola, non ci sarà «trattativa», avverte il leader della Lega che chiede al leader azzurro anche un «patto anti inciuci» sottolineando come ad indicare il premier sarà il «partito che ha preso più voti all'interno della coalizione». Salvini, tuttavia, si dice quasi certo «che Berlusconi firmerà» e spiega che, prima di Natale, lo vedrà, ma solo per gli auguri. Poi, dopo le Feste, Lega-FI-FdI si siederanno al tavolo. Tentando di trovare un accordo. Un patto scritto? «L'importante è che sia chiaro», frena il governatore della Liguria Giovanni Toti. «Una coalizione a trazione Lega non funziona», è invece la reazione di Renato Schifani.
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