La minoranza Pd: errore ridurre tasse
Renzi incredulo: da mani nei capelli

La minoranza Pd: errore ridurre tasse Renzi incredulo: da mani nei capelli
Domenica 21 Agosto 2016, 22:31
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Avanti così e la «frattura sarà irreparabile»: il dialogo tra sordi all'interno del Pd su Referendum e legge elettorale fa scattare l'allarme nel partito. E anche chi ha già annunciato il suo sì alla consultazione di novembre, come il sindaco di Bologna Virginio Merola, ha deciso di indossare i panni del mediatore e andare in pressing su Renzi per convincerlo ad ammorbidire il suo approccio nei confronti della sinistra e a fare qualche concessione. Giunge ad evocare il rischio di una rottura insanabile, di una scissione, il sindaco Merola consapevole quanto il momento sia grave per il partito.

Non si intravedono vie di uscita, è muro contro muro nel Pd e in questa estate rovente si moltiplicano i mediatori. Ieri Errani e oggi Merola che entra nel merito e si unisce a quanti invocano la modifica dell'Italicum per «renderlo più democratico». Ma dal fronte renziano la porta resta chiusa, almeno fino al pronunciamento della Consulta (il 4 ottobre), poi eventualmente la parola passerà alle Camere. Dal ministro Graziano Delrio è giunto quindi un nuovo stop sull'Italicum: la legge elettorale non si tocca - ha avvisato - aspettiamo la Consulta e poi il Parlamento deciderà. Con l'occasione Delrio ha fatto chiarezza sul caso Anpi: ha ribadito che alle feste dell'Unità c'è spazio per tutti, «anche per le ragioni del no», ma «non si può immaginare di avviare dei banchetti o aprire degli stand per la propaganda del no».

Anche dalla minoranza Pd non si registrano cedimenti: il referendum e l'italicum sono inscindibili, ha insistito Roberto Speranza pronto anche allo strappo: «Se si votasse domani non sarei in condizione di votare sì al referendum». Non solo riforme però. Alla vigilia del vertice di Ventotene e in vista della manovra d'autunno la sinistra ha alzato l'asticella aprendo nuovi fronti di battaglia. «Inseguire ancora la riduzione fiscale rischia di essere un errore per la ripresa: bisogna puntare sugli investimenti, unica leva che può attivare crescita e lavoro», ha scandito Speranza.

Una sortita che ha fatto sobbalzare Renzi: «Mi dicono, e alcuni anche dal mio partito, che non bisogna ridurre le tasse...io mi metto le mani nei capelli!», è stata la reazione del premier dalla versiliana. Quanto all'Europa, per Speranza «bisogna cambiare rotta con »coraggio« e determinazione. «Ci vorrebbe - ha detto - uno scatto, un'Europa in cui chi è convinto ceda subito sovranità e condivida le responsabilità e Da Renzi mi aspetterei una mossa su questo terreno». Nell'agone referendario anche Massimo D'Alema che non ha mai nascosto le sue perplessità sulla riforma e che ora farà da catalizzatore di quanti, politici e non (e soprattutto nella società civile) intendono mettere a frutto il loro No alla consultazione. L'ex premier ha fissato una riunione politico-organizzativa a Roma per il 5 settembre.
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