Legge elettorale, molti i partiti affezionati ai due Consultellum

Legge elettorale, molti i partiti affezionati ai due Consultellum
di Marco Conti
Martedì 19 Settembre 2017, 15:36 - Ultimo agg. 21:16
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ROMA È un po' ciò che accade quando raccogliamo un cane randagio per strada. Non avremmo mai pensato di acquistarne uno e men che meno uguale a quello che la sorte ci ha assegnato. Dopo qualche giorno ci si affeziona e alla fine resta in casa. Il destino della legge elettorale sembra essere lo stesso. L’attuale doppio sistema elettorale, frutto di altrettante sentenze della Corte Costituzionale, nessuno avrebbe mai pensato di proporlo. Anzi, lo si è anche a lungo biasimato, ma alla fine sono molti i partiti che si sono affezionati al meccanismo e che su questo hanno già cominciato a impostare strategie. Un sostanziale e poco confessabile gradimento che gli consente di inseguire il sistema elettorale perfetto, quello che assicura governabilità e durata degli esecutivi, solo a parole. 

A chi piace? Una graduatoria del gradimento è complicata. Meglio un elenco dei motivi per tenersi  i due sistemi che, complice il bicameralismo perfetto, renderanno impossibile la vittoria e ammorbidiranno anche l’eventuale sconfitta.

Al Pd di Matteo Renzi piacciono i capilista bloccati e non dispiace neppure il premio di maggioranza alla Camera anche se - stando ai sondaggi - irraggiungibile. Lo sbarramento all’8% previsto a palazzo Madama è un altro requisito che fa sorridere il Nazareno che già pregusta le difficoltà di Mdp.

Forza Italia avversa i sistemi uninominali e, per evitarli, si tiene il  doppio Consultellum che ha anche il pregio di tenere la Lega in una posizione di alleanza. Visto che poi difficilmente un candidato premier avrà la meglio sugli altri e che le nomination di questi giorni sono molto virtuali, il sistema permette anche all’incandidabile Berlusconi di promettere il suo  ritorno a palazzo Chigi.

Al M5S un sistema che non spinge alle coalizioni e che, soprattutto alla Camera, permetta di entrare anche a chi ha il tre per cento, piace. Salti di gioia della Casaleggio-associati per i capilista bloccati.

Gli scissionisti di Mdp non vogliono andare in nessun modo con il Pd, malgrado Giuliano Pisapia sostenga il contrario. Il loro obiettivo è far perdere il Pd a trazione renziana illudendosi che da una sconfitta possa ripartire il cantiere per un nuovo soggetto di centrosinistra. Le due leggi elettorali permettono al partito guidato da Massimo D’Alema di mantenere una sufficiente autonomia alimentata dalla convinzione di poter superare anche l’asticella del Senato.

I centristi di Ap, come FdI e le altre formazioni minori, se non vogliono comporre listoni con i partiti maggiori, possono mantenere la loro identità grazie allo sbarramento basso alla Camera anche se dovranno bussare per entrare anche a palazzo Madama.

Superare queste certezze di fine legislatura e arrivare ad un’intesa per cambiare tutto, non sarà facile.

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