Vitalizi ai condannati, stop anche per chi patteggia: 500 mila firme a Grasso e Boldrini

Vitalizi ai condannati, stop anche per chi patteggia: 500 mila firme a Grasso e Boldrini
Mercoledì 6 Maggio 2015, 15:11 - Ultimo agg. 7 Maggio, 11:40
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Stop ai vitalizi anche per chi patteggia la pena; restituzione dei contributi, detratti gli importi già presi come vitalizio; possibilità di tornare a percepire “la pensione” in caso di riabilitazione che estingue il reato e ripulisce la fedina penale. Queste alcune delle novità contenute nella delibera sui vitalizi all'esame dei vertici delle Camere e sulla quale ci sarebbe stato un sostanziale via libera anche del Pd.



Alla vigilia delle elezioni regionali in pochi, infatti, se la sentono di passare per quelli che proteggono il “privilegio” del vitalizio per i parlamentari condannati. Così, dopo mesi di muro contro muro, di pareri richiesti ai più eminenti costituzionalisti del Paese e di pressing dei presidenti delle Camere e dei parlamentari M5s, qualcosa sembra cominci a muoversi. E una decisione definitiva sul tema (c’è una delibera messa a punto dal presidente del Senato Pietro Grasso Grasso per tagliare i vitalizi ai parlamentari condannati per reati gravi) potrebbe venire presa già domani, nelle riunioni convocate in contemporanea dai due presidenti di Camera e Senato alle 14.



In pressing l’associazione Libera e il Gruppo Abele, che hanno consegnato oggi a Grasso oltre 500 mila firme, «che – assicurano - crescono sui social di ora in ora» contro i vitalizi per i parlamentari condannati. Le stesse firme saranno poi consegnate al presidente della Camera Laura Boldrini.



Il provvedimento delle Camere sui vitalizi «è alla stretta finale» e «domani sarà formalmente sottoposto, in contemporanea, agli organi competenti dei due rami del Parlamento», hanno spiegato Boldrini e Grasso, sottolineando che dopo «mesi di lavoro», «adesso è tempo di decidere». «Mezzo milione. Tanti sono ad oggi i cittadini che chiedono la revoca dei vitalizi agli ex parlamentari condannati in via definitiva per reati gravi, come mafia e corruzione, e che per questo hanno sottoscritto la petizione lanciata da 'Riparte il futuro'. Meritano dunque un sentito 'grazie' i promotori che questa mattina ci hanno simbolicamente consegnato, a Palazzo Madama e a Montecitorio, il risultato di questa bella azione di cittadinanza attiva. Una battaglia civile che dà forza alla buona politica e risponde al bisogno di trasparenza e moralizzazione».



«Per arrivare a questo risultato ci sono voluti dei mesi di lavoro, durante i quali sia la Camera che il Senato hanno chiesto pareri ad esperti costituzionalisti e hanno approfondito i complessi aspetti giuridici e amministrativi della questione. Adesso è tempo di decidere».



«Sarebbe meglio intervenire con una legge anziché con una delibera» secondo il capogruppo di Ap Renato Schifani.
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