Vitalizi, M5S: il Pd vuole insabbiare il taglio. Zanda: non se ne parla, ma serve esame approfondito

Vitalizi, M5S: il Pd vuole insabbiare il taglio. Zanda: non se ne parla, ma serve esame approfondito
Mercoledì 23 Agosto 2017, 14:48 - Ultimo agg. 24 Agosto, 20:50
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Riparte la battaglia sul taglio dei vitalizi. «Il Pd getta la maschera: nessuna rinuncia al privilegio. La legge che taglia le pensioni privilegiate, come noi avevamo denunciato, sarà insabbiata al Senato, per stessa ammissione degli esponenti dem. Richetti e tutti i parlamentari democratici dovrebbero vergognarsi, perché continuano a prendere in giro i cittadini italiani». È quanto affermano in una nota congiunta i capigruppo M5S di Camera e Senato, Simone Valente ed Enrico Cappelletti. 

«Il loro bluff, come quello delle altre forze politiche, ormai è chiaro a tutti. Il Pd - insistono i pentastellati - vuole affossare una proposta di legge del Pd che, solo grazie alle battaglie e all'insistenza del MoVimento 5 Stelle, è arrivata all'attenzione della Camera». «Ricordiamo, infatti che, pur di accelerare l'iter parlamentare del taglio delle pensioni privilegiate, noi abbiamo rinunciato alla quota riservata all'opposizione, per smascherare la melina dem e far approvare la legge. Ma è evidente che il Pd non vuole rinunciare al privilegio», concludono i capigruppo M5S.

«Insabbiarlo? Non se ne parla», replica Luigi Zanda, presidente dei senatori Pd, che cerca di ricmpattare il gruppo alla vigilia della ripresa dei lavori a palazzo Madama su un provvedimento, quello dei vitalizi, che agita i dem con Ugo Sposetti, ex tesoriere del partito, capofila dei critici sul provvedimento. Il capogruppo dem, parlando con l'Adnkronos, ribadisce la volontà del Pd di andare avanti sul ddl, a prima firma Matteo Richetti, approvato alla Camera a fine luglio. Testo che, sottolinea Zanda, «esamineremo attentamente».

«Certamente, saranno calendarizzati alla ripresa, non c'è alcuna intenzione di insabbiare il testo ma di esaminarlo a fondo a partire dai profili di costituzionalità», insiste il presidente del gruppo Pd.

Sul provvedimento gravano dubbi di costituzionalità per l'effetto retroattivo nel ricalcolo contributivo per le pensioni dei parlamentari. «Insabbiarlo non se parla. Esaminarlo con attenzione, certamente. Inizieremo - spiega Zanda - con l'esame di costituzionalità che regge gran parte della normativa».

In questi giorni prima Umberto Bossi da Pontida e poi Ugo Sposetti avevano annunciato dura opposizione. E il M5s, che lo ha sempre temuto, ha infatti annunciato ieri: per abolire i vitalizi «abbiamo tentato di utilizzare diversi strumenti ma solo con una norma costituzionale possiamo essere sicuri di realizzarlo». Per questo il capitolo delle pensioni degli ex parlamentari è stato inserito dal M5s nel programma di riforme costituzionali che intende promuovere. Un programma, spiega il plenipotenziaro per le Riforme, Danilo Toninelli, che avrà un intero capitolo dedicato all'abolizione di tutte quelle prerogative parlamentari che «oggi sottraggono deputati, senatori e ministri, dall'applicazione della giustizia e alle regole che valgono per tutti i cittadini».

Per il M5s, che annuncia una griglia di riforme da sottoporre ad un voto referendario, la prima area di intervento di revisione costituzionale dovrà essere rivolta proprio a combattere i «privilegi» della «casta». «Alcune disposizioni costituzionali devono essere modificate, non perché fossero sbagliate quando sono state introdotte, ma per l'abuso che ne è stato fatto»; occorre quindi «stabilire un tetto agli stipendi ed ai rimborsi parlamentari e ricondurre il sistema dei vitalizi, anche per il passato, al sistema pensionistico che vale per tutti i cittadini».

Che il percorso al Senato della legge firmata dal Pd e sottoscritta dal M5s fosse irto di ostacoli era preventivato.
Tant'è che già sono arrivati i primi stop. «Spero che il Senato tolga la retroattività nella legge, altrimenti rischia di essere incostituzionale» ha detto recentemente il presidente della Lega Nord. Anche lo stesso Zanda, nei giorni scorsi aveva sostenuto che «l'applicazione retroattiva contenuta nel ddl sui cosiddetti vitalizi» rischia di essere «di dubbia costituzionalità».

Ieri a rincarare la dose è arrivato anche il senatore ed ex tesoriere dei Ds, Ugo Sposetti. «Dicono che voterò no alla riforma. È riduttivo. Sarebbe meglio dire che ho già costruito la maggioranza parlamentare che affosserà la legge sui vitalizi», ha promesso in occasione della cerimonia di commemorazione di Togliatti. «Emanuele Macaluso e Emma Bonino hanno dedicato la loro vita a battaglie per la democrazia e per il Paese, non meritano una pensione per il loro lavoro?», si è chiesto dimenticando per esempio che la leader radicale può contare oltre che su un vitalizio da 6700 euro netti al mese del Parlamento italiano su un altrettanto ricco vitalizio da ex commissario europeo.

E poi, ha continuato Sposetti, «perché bisogna dare fastidio a tutte quelle donne che hanno diritto alla pensione di reversibilità, per essere state accanto a mariti impegnati in politica? Parliamo di signore di 85-90
anni, che vivono di quello. E io mi preoccupo per loro» dice.

Per i 5 Stelle, invece, «anche gli ex parlamentari, come ogni altro lavoratore, dovranno ricevere una pensione commisurata ai contributi versati: niente di meno ma niente di più!». I 5S tuttavia non demordono: «In corso grandi manovre al Senato per mantenere i vitalizi. Noi tranquilli su riva del fiume. Se non passa legge passerà il cadavere del Pd» scrive il deputato M5s Danilo Toninelli su Twitter.





 
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