Voto anticipato, affiorano i primi dubbi
nelle retrovie del Movimento 5 Stelle

Voto anticipato, affiorano i primi dubbi nelle retrovie del Movimento 5 Stelle
di ​Stefania Piras
Giovedì 1 Giugno 2017, 08:51 - Ultimo agg. 14:42
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Roma. «Andare in campagna elettorale questa estate? Non è colpa nostra, noi avremmo voluto andare all'inizio dell'anno, ma ora è necessario andare il prima possibile». Lo dice Alfonso Bonafede, deputato M5S che segue la linea precipitosa de «le urne subito, qui e ora». Eppure nelle retrovie, diversi esponenti di peso del M5S fanno affiorare dubbi, fronti aggrottate, pallottolieri impazziti perché ora come ora non c'è davvero quella sicurezza sbarazzina di quattro anni fa che faceva dire a Beppe Grillo e ai futuri, allora sconosciutissimi, parlamentari: «Ci vedremo in Parlamento, sarà un piacere».

Questi timori hanno la consistenza di una goccia che scava nella roccia, ma ci sono e si coagulano nel rebus collegi dove i Cinque Stelle ammettono che gli altri partiti scateneranno una «gioiosa macchina da guerra» in grado di cannibalizzare palmo a palmo i collegi, ovvero piccole porzioni di territorio in cui sedi e legami con le comunità locali («enormi potentati locali» li ha chiamati l'esperto di sistemi elettorali del M5S Danilo Toninelli) sono fondamentali. Lo stesso Toninelli ieri ha introdotto un correttivo salvifico in questo senso. Il M5S ieri ha accettato il capolista bloccato (Toninelli ieri: «Non ci impicchiamo sui capilista bloccati») del listino proporzionale (cioè eletto sicuramente) chiedendo però che se nei collegi uninominali un candidato dovesse prendere più del 50 per cento dei voti quest'ultimo sarebbe il primo degli eletti della circoscrizione. Questo permetterebbe ai big pentastellati di essere eletti con una discreta sicurezza. 

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