Voto all'estero, oggi lo stop
il comitato del No: è il caos

Voto all'estero, oggi lo stop il comitato del No: è il caos
di Valentino Di Giacomo
Giovedì 1 Dicembre 2016, 08:23 - Ultimo agg. 17:28
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Per gli italiani residenti all'estero è oggi l'ultimo giorno utile per votare al referendum costituzionale. Alle 16, corrispondente all'ora locale dei rispettivi Paesi, scadrà infatti il termine per la consegna nelle ambasciate e nei consolati dei plichi contenenti la scheda elettorale. Ma le polemiche sulla procedura di voto approntata dalla Farnesina non sembrano placarsi da parte del Comitato per il No che teme ancora possibili brogli o irregolarità e continua a denunciare casi sospetti.

I responsabili del Comitato hanno inviato una lettera al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ravvisando ulteriori violazioni del regolamento. Nella missiva è stato invitato il ministero a prestare «il massimo controllo sulle schede in arrivo onde accertarsi che siano autentiche». La scorsa settimana era stato lo stesso capo della Farnesina ad ammettere a margine dell'incontro con i sostenitori del No - di non poter garantire l'infallibilità del sistema, «ma che qualora ci fossero nostri concittadini che per qualsiasi ragione siano vittime di disfunzioni esistono gli anticorpi per superarle e garantire il regolare svolgimento delle operazioni».

Nella bagarre pre-voto c'è finito anche un elettore vip: fra i casi di voto da invalidare, secondo il comitato del No, quello di Falvio Briatore che ha postato sul web la scheda mentre appone la croce sul Sì, «un comportamento - viene denunciato - che fa venir meno la segretezza del voto e può configurare il reato di voto di scambio. Per questo si chiede al ministero degli Esteri di dare disposizioni affinché questi voti siano annullati, non fosse che per un fatto simbolico che sconsigli simili comportamenti in futuro».

Ma questi casi rappresentano, affermano i sostenitori del No, sarebbero solo la punta dell'iceberg. A Getiloni il Comitato ha denunciato un differente trattamento ricevuto dalla rete consolare italiana all'estero che, secondo i contrari alla riforma, è stata coinvolta in maniera evidente da parte del governo per spendersi in favore del Si. Le iniziative organizzate da componenti del governo o dal Comitato per il Si sarebbero state favorite, quelle per il No è stato segnalato - sarebbero state invece boicottate da diverse ambasciate estere. I comitati hanno poi denunciato alcuni casi di cittadini residenti all'estero che hanno rivelato sui social network di aver ricevuto, insieme al plico contenente la scheda elettorale, anche materiale pubblicitario a favore del Si. Inoltre secondo il comitato referendario la lettera di Renzi inviata ai cittadini italiani fuori dall'Italia è stata spedita contemporaneamente al plico inviato dalla Farnesina.

Infine un vizio di procedura per la mancata osservazione della legge Tremaglia che regola il voto degli italiani all'estero: la norma prevede che le schede debbano essere spedite dai cittadini almeno 10 giorni prima dalla data delle elezioni, mentre le indicazioni contenute nel plico della Farnesina indicano soltanto la data ultima, quella di oggi, in cui le lettere devono essere riconsegnate alle ambasciate o ai rispettivi consolati. Ma il timore maggiore del «popolo del No» è verso i patronati. Ai comitati sono giunte voci che nei patronati italiani all'estero circolino sacchi di schede già compilate. Voci, rumors che però non trovano riscontro attraverso alcuna denuncia che comprovi la veridicità di questi timori.

Su Facebook sta poi ottenendo vasti proseliti un cittadino italiano residente in Russia, Igor Pellicciari. Il giovane ha postato sul proprio profilo social ogni giorno una foto diversa della sua scheda elettorale: una volta in frigo, un'altra a teatro, un'altra ancora tra le matrioske. «Mi ritrovo nella posta la scheda referendaria in busta semplice e senza ricevuta. Va rispedita con il voto in busta anonima. Se però dico che non mi è arrivato nulla per colpa delle poste russe, in Ambasciata mi danno un altra scheda e voto tranquillamente due volte». In realtà come più volte hanno spiegato dalla Farnesina ogni scheda è associata ad un codice elettore. Qualora un cittadino decidesse di votare due volte andrebbe in contro ad una severa procedura penale. La procedura come ha detto il ministro Gentiloni non sarà infallibile, ma i vizi di procedura sono da ricercare altrove. La legge ricordano dalla Farnesina non è stata approvata da questo governo e assicurano che, dopo la ridda di polemiche di questi mesi, la norma sarà sicuramente modificata per non dar adito anche in futuro ad ulteriori scontri.