Bambini, è allarme in Campania
fuga dalla profilassi sanitaria

Bambini, è allarme in Campania fuga dalla profilassi sanitaria
di Ettore Mautone
Mercoledì 19 Aprile 2017, 08:25 - Ultimo agg. 09:02
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«Vaccinazione fa rima con ragione e non con emozione»: questo lo slogan con cui l'Ordine dei medici di Napoli tre anni orsono, all'atto dell'insediamento del nuovo presidente Silvestro Scotti, avviò una capillare campagna di sensibilizzazione per promuovere le profilassi vaccinali che vedevano la Campania agli ultimi posti in Italia di adesioni per quelle consigliate dell'infanzia.

Mentre l'Italia, già di suo, è scivolata agli ultimi posti in Europa e sotto la soglia di guardia del 95% consigliato dall'Oms che mette a rischio l'immunità di gregge. Nel mezzo di questi tre anni ci sono la costituzione di una task-force regionale per promuovere e monitorare i vaccini in Campania, la sigla d'intese ad hoc dei medici partenopei con le Asl (sia antinfluenzale sia quelli obbligatori e consigliati dell'infanzia) e infine l'inserimento, da parte della giunta regionale, di quelli contro la meningite nel piano regionale. Tutte azioni che, a partire dagli ultimi mesi del 2016 e nel corso del 2017, sono state confortate dall'adozione prima del Piano regionale e poi del Piano nazionale vaccini.

Ma qual è la situazione del vaccino contro il papilloma virus? Di recente si è esteso, in Italia, grazie ai nuovi Lea (livelli di assistenza), anche ai maschi. Nel 2015 ben 58 paesi (americhe, Europa e Pacifico occidentale) introdussero la vaccinazione contro l'Hpv nelle ragazze e alcuni di questi anche nei ragazzi. Tuttavia l'80% dei tumori della cervice uterina si registra nei Paesi meno sviluppati. Nello stesso anno 26 Stati su 31 (28 Paesi dell'Unione europea più Norvegia, Islanda e Liechtenstein) raccomandavano la vaccinazione contro l'Hpv nelle bambine. Austria e Liechtenstein includevano anche la vaccinazione dei maschi. In Italia dal 2007 è gratuito per le bambine nel dodicesimo anno di età, con recupero a 18 o 25 anni delle Hpv negative. Ad oggi nel mondo la copertura non ha però raggiunto i risultati attesi e in Italia le coperture vaccinali delle dodicenni sono lontane dall'obiettivo di almeno il 95% (in Campania 46,8 nel 2015 per le ragazze nate nel 2003).

Da un progetto (Valore) messo in campo dalla Regioni per esplorare le ragioni di non vaccinazione contro Hpv in un campione di genitori di ragazze non vaccinate (a cui fu offerta la vaccinazione nel 2008-2009), è emerso che per l'80% c'era paura di eventi avversi, per il 76% la mancanza di fiducia in un vaccino così nuovo, e quindi via via a scendere, discordanza di informazioni ricevute dagli operatori, scetticismo nelle vaccinazioni in generale e decine di altri motivi per disertare lo studio del medico talvolta complice delle perplessità delle famiglie. Medico di famiglia e ginecologo risultavano comunque centrali nell'influenzare le decisioni. A oggi i vaccini bi e quadrivalente sono stati usati in 72 milioni di persone con 230 milioni di dosi distribuite fino al 2014, mostrandosi efficaci e sicuri. Attualmente il piano vaccini del ministero punta a migliorare lo stato di salute della popolazione attraverso la vaccinazione e ridurre il carico delle malattie infettive prevenibili. Le novità sono l'introduzione del nuovo vaccino contro la meningite B per i nuovi nati, il nuovo vaccino anti rotavirus, la sostituzione del vaccino coniugato anti meningococco C con la formulazione tetravalente (Men ACWY coniugato) per gli adolescenti. Quindi l'estensione dell'offerta attiva dell'anti Papilloma virus ai dodicenni di sesso maschile e poi lo pneumococcico coniugato 13 valente ai nuovi 65enni ai quali viene offerto anche il vaccino anti l'Herpes Zoster.

«Ampliare la popolazione target (maschi) e la copertura vaccinale includendo altri tipi oncogeni di Papillloma virus commenta Maria Triassi, ordinario di Igiene della Federico II e coordinatore del gruppo scientifico regionale sui vaccini - espande le possibilità preventive. Inoltre il nuovo vaccino 9-valente ha dimostrato un potenziale di prevenzione delle neoplasie al collo dell'utero pari al 90%». Quel che è certo è che per il papilloma, e anche per altri virus e batteri, le vaccinazioni in Campania restano sotto la soglia di guardia dopo anni di messaggi dissuasivi, di dubbi e scetticismi fatti correre sub web e sotto traccia anche in ambienti sanitari. Per la prima volta, nel 2014, si è scesi al di sotto del 95% nelle coperture per la Polio e per l'Esavalente in tutta Italia, con dati particolarmente drammatici nel 2015 che in Campania ha registrato il 91,3% di adesioni (media nazionale 93,4%). La situazione è ancora più grave per il vaccino contro Morbillo-Parotite-Rosolia. Il tasso di copertura nazionale è all'85,2%, mentre in Campania raggiungiamo l'80,7%. Nel 2015 nemmeno sfiorato il 95% per le obbligatorie (poliomielite, tetano, difterite ed epatite B,) più giù ancora per le consigliate (morbillo, parotite e rosolia 86%) cui si affiancano i sieri contro meningite, influenza, rotavirus ed epatite A. Dall'ultimo aggiornamento (gennaio 2016) sulla prima dose Morbillo-Parotite-Rosolia entro 24 mesi dalla nascita emerge che è vaccinato solo l'83,7% dei bambini.

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