Donazione del cordone ombelicale,
percentuali ancora troppo basse

Secondo le rilevazioni del 2021, sono stati 250.980 i parti avvenuti nelle strutture attrezzate per la raccolta, mentre le donazioni di sangue cordonale sono state solo 6.277, ovvero il 2,5% del totale

Un bimbo appena nato
Un bimbo appena nato
Venerdì 11 Novembre 2022, 15:10 - Ultimo agg. 15:11
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Sono ancora poche le coppie che scelgono di donare il sangue del cordone ombelicale in Italia. L’analisi dei dati, effettuata dal Centro nazionale sangue in occasione della giornata mondiale del sangue cordonale, che ricorrerà il prossimo 15 novembre, rivela che il dato è ancora molto basso, nonostante un andamento in termini assoluti che denota una lieve crescita. Secondo le rilevazioni del 2021 sono stati 250.980 i parti avvenuti nelle strutture attrezzate per la raccolta, mentre le donazioni di sangue cordonale sono state solo 6.277, ovvero il 2,5% del totale. Si tratta di una lieve ripresa rispetto al 2,1% registrato nel 2020. Siamo comunque ancora molto lontani dai livelli pre-Covid. Basti pensare che nel 2019 la percentuale di coppie che aveva scelto di donare il sangue cordonale era del 3,8%.

Buoni segnali arrivano dai dati, seppure ancora parziali, del 2022.

Tra gennaio e settembre le banche cordonali hanno registrato un aumento medio di circa il 2,3% della raccolta, ma si profila un ulteriore calo della natalità dopo il record negativo registrato nel 2021. «La giornata mondiale del Sangue cordonale che ricorre il 15 novembre – sottolinea la dottoressa Simonetta Pupella, responsabile dell’area tecnico sanitaria del Centro nazionale sangue – rappresenta un’importante occasione per accendere i riflettori su una risorsa essenziale, che sta rivestendo un numero sempre maggiore di implicazioni cliniche, come quella derivante dall’uso di cellule staminali emopoietiche da sangue cordonale. Un’occasione di raccordo tra contesto scientifico e mondo del volontariato associativo per continuare a progettare azioni congiunte di sensibilizzazione, ben oltre la data del 15 novembre, sull’importanza di una donazione che non ha perso di rilevanza scientifica ma che anzi continua a contribuire alla delineazione di nuove prospettive terapeutiche». 

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