Tumori e ambiente, esperti e istituzioni a confronto, il forum del Mattino

Tumori e ambiente, esperti e istituzioni a confronto, il forum del Mattino
di Chiara Graziani
Mercoledì 4 Dicembre 2013, 13:25 - Ultimo agg. 5 Dicembre, 09:47
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La Terra dei fuochi e l'emergenza sanitaria: su Ilmattino.it in diretta streaming le voci pi autorevoli sull'argomento pi delicato per il futuro della Campania. Ambiente, tumori, rifiuti, infatti, non costituiscono solo un drammatico problema sanitario: risolvere il nodo delle bonifiche, degli sversamenti, dell'emancipazione dall'economia criminale dei rifiuti è ineludibile per un equilibrato svluppo di tutto il Sud. In grado di tenere a galla anche il Nord. Perchè, alla fine, tutto si tiene.

Il direttore de Il Mattino, Alessandro Barbano, nella sala Siani, mette sul tavolo una delle priorità di questo dibattito: "Liberare l'analisi sul Mezzogiorno da stereotipi più degni di una fiction che di una riflessione adatta a risolvere i problemi. Vogliamo far questo non nel nome di una retorica sudista ma perchè quando si parla del Sud cento parole di saggezza hanno meno forza di una parola gridata". Il forum del Mattino, dice Barbano, nasce dall'esplosione sul palcoscenico della pubblica opinione nazionale (quella campana lo conosceva da un pezzo) del caso Terra dei Fuochi che ha portato, in questi giorni, al provvedimento di emergenza di un decreto. Ma vuole fare il punto anche sulla grande incompiuta, la sanità campana che, nell'emergenza ambientale, può essere una delle concause della piaga campana.

Fra i partecipanti il presidente della giunta regionale Stefano Caldoro, il direttore scientifico del Pascale Gennaro Ciliberto, il responsabile del registro tumori Mario Fusco, l’oncologo Cesare Gridelli, il vicesegretario di Cittadinanzattiva Francesca Moccia, il pediatra Gaetano Rivezzi, il neurochirurgo Pantaleo Romanelli, il capodipartimento della salute della Regione, Ferdinando Romano, il direttore di Salute donna dell’Asl Napoli 1 Rosetta Papa. In collegamento Skype Antonio Giordano, direttore dell'Istituto Sbarro di Filadelfia. E lo scontro si è acceso in almeno due occasioni. Su posizioni da tempo divergenti e poco conciliabili. Tutti d'accordo sull'allarme per la salute e sulla sua vastità. Meno, molto meno, sugli strumenti per misurarlo e sui tempi di intervento. In due occasioni gli esperti fanno scintille in diretta: il pediatra Gaetano Rivezzi sostiene che l'esperienza, ed alcuni studi, già dimostrano abbondantemente l'aumento inaccettabile dei tumori infantili. Mario Fusco, del registro tumori, sostiene che occorrerebbe una lettura più rigorosa e scientifica dei dati, per capirne il vero significato.

Non solo. Anche il professor Antonio Giordano, in collegamento streaming dagli Usa, uno che i dati sui tumori li studia a partire dalle cartelle di dimissione ospedaliere, pensa che non ci occorrano più molte prove per spingerci ad una prevenzione a tappeto. "Gli inquinanti cancerogeni - dice - sono abbondantemente presenti nel terreno. La Forestale, sequestrando terreni inquinati ci ha offerto le impronte digitali del killer ed anche quelle di chi ha sversato". E qui è Gennaro Ciliberto, del Pascale, ha dire che, però, occorre una ricerca più rigorosa - al momento non ancora eseguita - sui veleni effettivamente sparsi nei campi.

Al tavolo a coordinare l'incontro il caporedattore centrale Antonello Velardi e la giornalista Maria Pirro che, con Marisa La Penna, cura l'informazione sanitaria de Il Mattino.

Il direttore Barbano spiega l'importanza di avviare una fase di riflessione a partire dal clamore del caso terra dei Fuochi, fino al decreto del governo, senza dimenticare il tema della sanità campana "la grande incompiuta con problemi antichi" le cui disfunzioni possono diventare concausa dell'emergenza innescata anche dai problemi ambientali.

Il presidente della giunta regionale Caldoro si augura ci sia un'inversione di tendenza dopo 25 anni di "omissioni della politica, assalto della camorra, scarsezza di controlli e stupro del territorio". Importantissimo, dice, e non secondario è avviare anche una fase di corretta informazione. "La Campania è fatta di straordinarie realtà anche dal punto di vista della protezione ma anche di fette di territorio stuprate" . E ricorda che all'inizio della sua esperienza di governo non trovò "un euro di risorse per bonifiche e depurazione". Ora, dice, abbiamo reperito 600 milioni anche grazie al sostegno dell'allora ministro alla coesione Fabrizio Barca. "Il governo, per le bonifiche, non ha un euro".

Velardi chiede allora al professor Mario Fusco, del registro tumori, se davvero questa istituzione serva a qualche cosa e a cosa. Fusco inizia rivolgendosi alla comunità scientifica: "quando un ricercatore parla deve dare modo di verificare le sue affermazioni, citando dati e fonti" chiede. Tre registri in Campania, spiega, l'ultimo partito un anno e mezzo fa, coprono il 54% della popolazione campana con l'esclusione di Napoli 2 nord, Benevento e Avellino.

Entro tre anni, però, saranno attivi i registri anche nelle zone ancora non coperte" . I registri sono fondamentali, per Fusco: "sono gli unici strumenti - avverte - per registrare l'andamento della patologia sul territorio. Possiamo avere risposte fondamentali sulla sopravvivenza media, sull'ambiente, sulla diffusione".

In collegamento dagli Usa Antonio Giordano che - come ricorda Velardi - si è a lungo battuto sulla divulgazione la corretta lettura dei dati. Giordano che ha molto a cuore il tema del registro tumori, lo riprende. "Raccogliere dati lo possono fare tutti. Un lavoro quasi banale che con il mio gruppo, finanziato dal governo americano si badi bene, ha dimostrato l'aumento del tumore alla mammella. Credo non ci sia stato un reale coordinamento scientifico nel monitorare la questione salute. Mio padre Giovangiacomo, medico venuto da una famiglia di politici, ha iniziato anni fa la battaglia sul mesotelioma da amianto. Lei - e si rivolge al presidente Caldoro - sa di cosa parlo. Siamo coetanei. Sapevamo, io e lei, vent'anni fa, cosa fosse la Isochimica di Avellino. C'era bisogno di aspettare le inchieste della magistratura?". Per Giordano si sa che il territorio è "inondato da sostanze cancerogene. Le patologie, anche non tumorali, sono in aumento".

Il dibattito vira sugli interessi, sugli arricchimenti generati da 25 anni di affari sulla pelle della Campania: interessi che, dice Giordano, "ancora influenzano la politica". A fronte di questo "non esiste una politica di prevenzione che va fatta, qualunque cosa dicano i registri tumori".

Caldoro replica a Giordano: "Isochimica era una fabbrica autorizzata così come lo Ilva. Oggi non sarebero autorizzate. Isochimica è da un anno fra i 49 siti censiti fra i più pericolosi ma solo perchè l'abbiamo fatto noi, non altri prima di noi".

Gaetano Rivezzi, pediatra, interviene: "il mondo sanitario ha dormito su questo problema, adagiandosi sui luoghi comuni degli stili di vita. Arpac e mondo ambientale hanno dormito. Possiamo aspettare - e lo chiedo al presidente Caldoro - altri tre anni per vedere i dati dei registri ambientali? I contaminanti cancerogeni, in quantità, ci sono. I medici della terra dei Fuochi vedevano già che i tumori del seno sotto il 40 anni erano tantissimi, senza bisogno d'altro. La prevenzione sul tumore al seno non può attendere nè anni nè mesi. Figurarsi i tre anni necessari a far partire tutti i registri tumori"

"Sui tumori infantili - incalza il pediatra - il professor Gianni della Federico II ci sta dando numeri allarmanti. Come lo fa l'esperienza stessa del pediatra. Se io medico vedo 5 bambini col tumore osseo che non vedevo un anno prima, rifletto. Noi già ora analizzamo i dati nazionali sulle dimissioni ospedaliere e presto saranno disponibili per province. I tumori infantili sono un segnale di allarme importante. E sono in aumento". Fusco sostiene, da parte sua, che i dati vanno "letti con rigore scientifico" e, così facendo, si capirebbero meglio. Urgenza di fare, urgenza di continuare ad analizzare. Anche qui volano scintille. Ma poi si passa alla "grande incompiuta", la sanità della Campania felix.

L'oncologo Gridelli parla dello scandalo delle liste d'attesa per i tumori curabili: "I privati andrebbero usati per fare la palliazione. Non devono fare quel che più conviene loro, ma quel che gli diciamo noi. La palliazione, se il malato la fa con il privato, non cambia. Ma cambia l'efficienza delle liste d'attesa nel pubblico".

Il neurochirurgo Romanelli, salernitano, che esercita a Milano avvicina le 2 realtà italiana e internazionale. "Ho lasciato la Campania da laureato per New York per un ospedale nel Bronx: il primo giorno mi hanno chiesto di segare una gamba. Me ne sono andato per poter imparare il meglio". Come dire che per imparare occorre andare altrove.

Il direttore del Pascale Ciliberto, dunque, non può che sottolineare la presenza di centri di assoluta eccellenza in Campania. Poi sottonea che la Campania vive un'unicità del problema inquinamento ambientale e che questo porblema infierisce soprattutto fra la provincia di Napoli e quella di Caserta. "Il biomonitoraggio ambientale, sulla presenza degli inquinanti che effettivamente sono nel suolo, è imprescindibile" conclude.

E qui salta su, in collegamento, Antonio Giordano: "Benzopirene, amianto, metalli pesanti, cosa altro serve sapere? Il lavoro del generale Costa (ndr capo del corpo della Forestale) ci ha consegnato le impronte digitali non solo delle sostanze ma anche, potenzialmente, di chi ha sversato. Non si può aspettare che il danno tracimi".

Ciliberto replica: "Nessuno nega la vastità del danno. manca la precisa correlazione fra tumori e specifico inquinante". E Rivezzi rilancia: "Stiamo facendo uno studio sui feti da aborti terapeutici e sui cordoni imbelicali, con le università di Salerno e Avellino". Le deformazioni dei nascituri dicono tantissimo sulla qualità ambientale.

Tornando dalla prevenzione alle cure di chi si è già ammalato è Ciliberto a dire che "occorre aumentare oculatamente gli investimenti e potenziare le strutture. Ed anche il personale in grado di coprire i turni è fondamentale. Se si va nella direzione dei tagli puri e semplici non si potrà mai fare nè prevenzione nè presa in carico del paziente".

Rosetta Papa, Asl Na1, Salute donna, mette il dito sulla piaga della poca cultura della prevenzione. Non solo. "Se anche la donna arriva alla diagnosi precoce grazie allo screening può però non arrivare alle fasi successive, per le liste d'attesa a valle. Abbiamo un' adesione del 25% agli screening, bassissima che fa giudicare fallita l'iniziativa che non viene più finanziata".

E si arriva ad un nodo davvero dolente: l'accesso alle cure. Lo denuncia Francesca Moccia di Cittadinanzattiva. "Abbiamo eccellenze di professionisti e strutture ma sono le cose ovvie altrove che da noi sono, invece, un disastro: liste d'attesa, mobilità sanitaria. La gente non accede alle cure. In più tante sensibilità ed esperienze non si parlano e non collaborano".

il capodipartimento salute della Regione, Ferdinando Romano spiega le priorità in via di realizzazione della regione. Priorità assoluta, conferma alla fine del dibattito, la prevenzione: gli screening, dice, devono partire immediatamente. "Mi darei una scadenza a settimane o mesi. E, a questo punto, o si fa o si fa. Anche per imposizione".

E, a proposito dell'importanza della presenza di personale in numero sufficiente, è stata "attivata - dice Romano - ricognizione sul personale, manager inclusi, per vedere quanti sono e come sono utilizzati. Abbiamo ridotto il disavanzo di 700 milioni grazie alla fatica di tutti i dipendenti. E ricordiamoci che senza il pareggio di bilancio in Sanità dal ministero non ci autorizzano a fare un passo". Fatalmente la discussione finisce sul peso economico, fortissimo, sui cittadini, questione posta da Maria Pirro. Aumenterà il ticket che già, spesso, è più oneroso che l'analisi privata?

"E' escluso un aumento - dice Romano - Il disavanzo è stato ridotto, quindi non occorre rivederlo"

Le conclusioni al presidente Caldoro: "Mi hanno passato il testimone - dice - ed oggi siamo giudicati su quanto riusciremo a migliorare. Gli sprechi della Campania non si possono negare, avevamo accumulato 780 milioni di disavanzo. Ma se le aspettative di vita da noi sono più basse è un problema anche socio-economico non solo sanitario. Da noi le risorse non possono essere tagliate ma devono essere addirittura aumentate. Noi abbiamo problemi folli sul turn over che non ci viene sbloccato per un criterio pazzesco. Io, ogni giorno, farei un titolo di prima pagina su questo: vogliamo curare e bene, tutti? O no? I dati ci dicono che abbiamo fatto quasi miracoli, abbiamo superato almeno tre regioni e ne stiamo tallonando una del nord. Ma le aspettative di vita, ed è una battaglia che dovremmo fare insieme, dovrebbero essere determinanti per stabilire i parametri per le risorse".

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