Integrazione ospedale-territorio,
a Napoli convegno con Lorenzin

Integrazione ospedale-territorio, a Napoli convegno con Lorenzin
Sabato 23 Settembre 2017, 16:23
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L’appropriatezza nel Servizio sanitario nazionale e la condivisione di strategie d’integrazione tra ospedale e territorio. Lunedì 25 settembre a Napoli  il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. L’appuntamento è all’Hotel Excelsior, dove si svolhe il convegno nazionale promosso dalla Confederazione delle associazioni regionali di distretto (Card) guidata da Gennaro Volpe, direttore di dipartimento della Asl Napoli 1 e dall’Anmdo (Associazione nazionale medici direttori di ospedali) al cui timone in Campania c’è Giuseppe Matarazzo, direttore sanitario aziendale dell’ospedale dei Colli. Per l’occasione a Napoli, anche Raffaele Cantone, presidente dell’autorità nazionale anticorruzione, e Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di Sanità. Invitato anche il presidente della Regione Vincenzo De Luca in veste di commissario per la sanità regionale.

Lea (Livelli di assistenza), attuazione del Piano ospedaliero, decollo dei servizi integrati territoriale per fare filtro e sbarrare il passo agli accessi impropri in pronto soccorso e mettere fine alla piaga delle barelle nelle corsie dei reparti di emergenza. Ma anche corruzione e sanità, medicina difensiva, governo clinico e le nuove leggi sulla responsabilità professionale dei medici i temi da affrontare alla vigilia della delicata tornata sui tavoli romani che vede la Campania alla verifica degli adempimenti sui Lea e il Piano di rientro il prossimo 28 settembre a Roma.

«Agli operatori non sfugge il fatto che Piano ospedaliero regionale e il Piano territoriale, approvati nell’ultimo anno dalla Regione – avverte Volpe - sono le due colonne destinate a reggere per i prossimi lustri la tenuta e l’assetto della sanità campana». «Siamo impegnati ad accompagnare le riforme regionali e nazionali del servizio sanitario – aggiunge Matarazzo – sia per integrare l’assistenza in ospedale con quella del territorio sia per incidere sugli aspetti legati al rischio clinico, alla responsabilità professionale dei medici, alle disuguaglianze sociali con il rischio che le nuove povertà possano generare una ridotta accessibilità ai servizi sanitari».
 
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