No trasversale, l'Europa
boccia l'utero in affitto

No trasversale, l'Europa boccia l'utero in affitto
di ​Marilicia Salvia
Mercoledì 12 Ottobre 2016, 14:18
3 Minuti di Lettura
L'Europa dice no alla maternità surrogata, la pratica procreativa che in modo più sbrigativo ed efficace è conosciuta come utero in affitto. Il primo, controverso rapporto sull'argomento portato all'attenzione del Consiglio di Strasburgo è stato bocciato con 83 no, 77 sì e 7 astenuti: appena una manciata di voti di differenza, ma in realtà per ottenere l'approvazione il documento avrebbe dovuto raccogliere il sostegno dei due terzi dei votanti, quindi oltre cento voti. Dunque resta fuori dalla tutela europea, per le donne che non possono portare avanti una gravidanza o per gli omosessuali, la scelta di avere un figlio con l'«aiuto» di una donna al di fuori del rapporto di coppia. Scelta che tuttavia è autorizzata in diversi degli Stati membri. È la pratica alla quale qualche tempo fa hanno fatto ricorso, per fare un esempio concreto, Nichi Vendola e il suo compagno, e prima di loro Elton John e altri personaggi noti, tra i quali l'attrice Nicole Kidman.

Il rapporto, firmato dalla parlamentare belga (e ginecologa) De Sutter, chiedeva al comitato dei ministri del Consiglio d'Europa di introdurre linee guida per proteggere i diritti dei bambini nati da accordi di maternità surrogata. Un'apertura timida, che evidentemente è stata considerata una pericolosa breccia attraverso la quale si sarebbe arrivati prima o poi all'accettazione di una pratica definita abominevole negli ambienti cattolici e che nel recente passato ha spaccato le femministe, molte delle quali si sono ritrovate a febbraio a Parigi per «l'Assise per l'abolizione universale della maternità surrogata». «In nome di una non meglio specificata idea di libertà - sintetizza Livia Turco, ex ministro della Solidarietà sociale e protagonista di molte battaglie laiche a favore delle donne - con la maternità surrogata si legittima una bieca forma di sfruttamento delle donne più povere» e inoltre «si lede la dignità della donna» e «si riduce la relazione madre-figlio, che si costruisce durante la gravidanza, a puro fatto biologico». Opinione prevalente, questa, e trasversale al punto che la stragrande maggioranza della delegazione italiana presente in aula si è ritrovata intorno al voto contrario: hanno votato no tutti i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, (Di Stefano, Spadoni, Catalfo e Santangelo), due parlamentari di Forza Italia (Galati e Centemero), le deputate Cimbro(Pd) e Santerini (Democrazia solidale-Centro Democratico) e la senatrice Gambaro del gruppo misto. I soli italiani a sostenere la raccomandazione De Sutter sono stati Nicoletti e Rigoni del Pd e Giro (Fi). La delegazione britannica si è divisa quasi a metà (in Gran Bretagna, in casi molto specifici e rigorosamente sotto il controllo della magistratura e dei servizi sociali, la maternità surrogata è consentita); divisi anche i tedeschi mentre hanno votato interamente o in maggioranza per approvare la raccomandazione le delegazioni di Belgio, Cipro, Olanda, Portogallo (Paesi nei quali la pratica a certe condizioni è consentita) e Repubblica ceca.

«Non è la prima volta che le istituzioni europee, i singoli Stati, organizzazioni ed esponenti della cultura e della politica prendono posizione contro l'utero in affitto. Speriamo però che sia l'ultima», ha commentaro Gigi De Palo, presidente del Forum famiglie. Paola Binetti, deputata di Area Popolare, si dice «rallegrata» dal voto di Strasburgo e rilancia, tornando a chiedere che la maternità surrogata venga dichiarata reato universale. Per Filomena Gallo, segretario dell'Associazione Luca Coscioni, si è invece «persa una grande occasione di trovare un punto d'incontro a livello europeo». Questa bocciatura - osserva Gallo - «non tiene conto del fatto che ci sono Paesi in cui tali procedure sono normate e quindi affrontate in modo legale. Siamo tutti dalla stessa parte quando si tratta di dire no a ogni forma di sfruttamento delle persone, ma in questo caso l'assenza di normativa favorisce illegalità. Chiediamo, oggi più che mai, che questa materia venga affrontata dai legislatori».
© RIPRODUZIONE RISERVATA