Prevenzione, una guida al femminile per l’equilibrio di tutta la famiglia

Prevenzione, una guida al femminile per l’equilibrio di tutta la famiglia
di ​Maria Pirro
Venerdì 6 Maggio 2016, 13:47 - Ultimo agg. 13:48
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Impegnate nella cura di figli piccoli e anziani genitori, desiderose di riuscire sul lavoro, indecise su tutto il resto: per mancanza di tempo o denaro, spesso cala l’attenzione dedicata a sé stesse. Una italiana su due non segue i consigli per la prevenzione (indagine Elma research, su un campione di 800) e quest’anno per tutte, in particolare al Sud, l’aspettativa di vita si riduce: si tratta di «un fenomeno nuovo, legato a una diminuzione dei controlli», secondo il rapporto Osservasalute dell’Università Cattolica. Non bastasse, la Campania è la regione con la speranza alla nascita minore: si ferma a 83,3 anni.

Ma il vero equilibrio, dicono gli esperti, può essere dato proprio la donna, che non deve trascurarsi. L’Organizzazione mondiale della sanità ne ha riconosciuto di primo piano nella tutela della popolazione, dalla culla fino alla terza età, soprattutto nell’ambito familiare. «Inoltre, con una sana alimentazione e una corretta igiene domestica è la donna che garantisce un aspetto fondamentale della prevenzione in tutte le età, soprattutto nella classi meno abbienti, quelle che hanno un maggiore rischio di contrarre patologie», afferma Franco Contaldo, professore di Medicina interna dell’Università Federico II, per ribadire: «Sono necessari formazione e sostegno».

Screening da potenziare e non solo. Per accendere un faro, è istituita una giornata nazionale dedicata alla salute rosa, il 22 aprile, in coincidenza con la data di nascita della scienziata premio Nobel Rita Levi Montalcini. «L’osservatorio Onda, che ha compiuto il suo decimo compleanno - dice il presidente Francesca Merzagora -, ha iniziato la sua attività sul paradosso che le donne vivono più a lungo degli uomini, ma si ammalano di più». Un manifesto in 12 punti, promosso dall’associazione, recepito dalla Regione Lombardia e discusso al Policlinico della Federico II, può rappresentare l’occasione per tracciare una guida al femminile (con istruzioni anche per gli addetti ai lavori).

Si parte dall’accessibilità alle cure clinico-assistenziali: da migliorare, soprattutto nel Mezzogiorno. Per favorirla, Onda ha creato i bollini rosa, assegnati alle strutture sanitarie, e ha promosso l’Open week, una settimana di prestazioni gratuite fino al 28 aprile offerte dal network, iniziativa finalizzata tra l’altro a favorire la diagnosi precoce. Coinvolti 181 ospedali e cliniche, di cui 12 in Campania (più di 200 solo le visite realizzate al Secondo Policlinico), oltre 1000 servizi garantiti in aggiunta alla programmazione ordinaria e orientati a intervenire nei momenti a maggiore rischio. Per il diabete, sono la gravidanza e la menopausa per effetto dei cambiamenti ormonali dovuti a un’alterata tolleranza al glucosio.

Focus anche sui punti nascita. Un parto su dieci, in media, avviene ancora in strutture considerate non sicure, spesso al di sotto dei 500 interventi all’anno, dove non è garantita la presenza h 24 dell’anestesista e del pediatra, oltre al ginecologo. E Napoli con le altre province campane ha il record negativo per i tagli cesarei. Mentre l’Italia è ultima nella classifica europea per l’uso della pillola e altri contraccettivi ormonali (scelti solo dal 16 per cento delle donne, mentre si parla di nuove frontiere con dispositivi intrauterini a rilascio progestinico e impianti sottocutanei), il 42 per cento delle under 25 non utilizza alcun metodo durante la prima esperienza, una gravidanza su cinque è indesiderata e negli ultimi anni sono aumentate le mamme teenager e i casi di malattie a trasmissione sessuale.

Terzo punto del manifesto: abbassare il rischio ictus e infarto e quello dovuto ad altre patologie cardiovascolari che rappresentano la prima causa di mortalità in Europa, provocando il 51 per cento dei decessi femminili (verso il 42 per cento dei decessi maschili); difatti, con i mutati stili di vita non è difficile incontrare oggi donne di 30 o 40 anni con valori di pressione elevati e una su due ne soffre dopo i 45 anni. Non solo: il 40 per cento dopo i 55 anni presenta valori alterati di colesterolo nel sangue, ma un aumento, seppur meno grave, si osserva anche tra le più giovani. E la percezione dei pericoli, nonostante le evidenze scientifiche, resta molto bassa. I sintomi dell’infarto sono meno intensi: e questo spinge a ritardare la richiesta di aiuto. I tumori sono la seconda causa di morte tra le donne. Quasi il 30 per cento delle diagnosi è per cancro al seno; seguono colon retto, polmone, stomaco, utero.

Tra i 45 e i 49 anni il piano nazionale italiano della prevenzione suggerisce di praticare la mammografia ogni 12-18 mesi; tra i 50 e i 69 con cadenza biennale, mentre prima l’appuntamento va personalizzato. «Alle trentenni con storia familiare o con altri fattori di rischio consigliamo di eseguire l’esame ecografico con cadenza annuale», spiega l’oncologo Sabino de Placido. Il pap test per la prevenzione del tumore della cervice è consigliato ogni anno per i primi 3 dall’inizio dell’attività sessuale e poi ogni 3. Invece, il sangue occulto nelle feci per la prevenzione del tumore al colon va eseguito dopo i 50 anni, e a tutti è consigliato di fare sport, tenere sotto controllo il peso e ai tabagisti di smettere di fumare.

Ridurre obesità e sovrappeso è un altro intervento decisivo, così come lo sono quelli per ridurre il dolore cronico, che affligge circa 13 milioni di italiani, di cui la maggior parte sono donne, e migliorare la qualità di vita di quante sono affette da patologie immuno-reumatiche. E poi, bisogna combattere la depressione soprattutto tra le donne che risultano esserne due volte più colpite rispetto agli uomini e particolarmente vulnerabili in alcune fasi. Un picco si registra tra i 30 e i 40 anni. Non da ultimo, occorre prevenire il decadimento cognitivo e tutelare le anziane, e fermare la violenza sulle donne promuovendo un codice rosa in tutti i pronto soccorso con l’obbligo di una formazione specifica per gli operatori, medici e infermieri. «Al Policlinico c’è anche un ambulatorio per sostegno terapeutico e psicologico dovuto a difficoltà relazionali e altri disagi sui luoghi di lavoro», afferma il responsabile Umberto Carbone, che segnala richieste raddoppiate in tre anni.
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