Tumori, otto italiani su dieci
hanno comportamenti a rischio

Tumori, otto italiani su dieci hanno comportamenti a rischio
Venerdì 28 Ottobre 2016, 13:58 - Ultimo agg. 17:38
3 Minuti di Lettura
Italiani bocciati in prevenzione contro il cancro. Quasi 8 su 10 seguono almeno un comportamento a rischio, tra fumo, alimentazione sbagliata, sedentarietà e eccessivo consumo di alcol. Per spiegare gli stili di vita sani e l'importanza degli screening, il primo Festival della Prevenzione in Oncologia porterà medici specialisti nelle piazze di undici città italiane.

L'iniziativa è stata annunciata oggi in occasione dell'apertura, a Roma, del XVIII Congresso nazionale dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM). Molti studi hanno dimostrato che il 40% dei tumori può essere evitato con uno stile di vita sano, ma con solo il 4,2% della spesa sanitaria desinata alla prevenzione, l'Italia si colloca negli ultimi posti fra i 34 Paesi dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD) per gli investimenti in questo settore.

La conseguenza è che il 22% degli italiani fuma, il 45% della popolazione è in eccesso di peso, quasi il 16% consuma alcol in modo eccessivo e oltre 23 milioni(40% della popolazione di 3 anni e più) non praticano attività fisica. Di qui l'idea di portare la prevenzione in piazza, con una manifestazione itinerante che, a bordo di un motorhome, toccherà, a partire da novembre, 11 città con eventi che dureranno tre giorni. Non mancheranno incontri nei centri anziani e lezioni nelle scuole per spiegare il ruolo della prevenzione nelle diverse fasce di età. Saranno inoltre organizzate passeggiate della salute, coinvolgendo le guide turistiche delle città. «Negli incontri - spiega Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM - giovani oncologi spiegheranno le regole della prevenzione, l'impatto delle nuove armi terapeuti che stanno cambiando la lotta alla malattia nonché l'importanza degli screening».

Oltre agli stili di vita, infatti, prevenire significa anche migliorare l'adesione ai programmi di screening: in Italia nel periodo 2011-2012 solo il 60% delle donne (nella fascia d'età 50-69 anni) ha eseguito la mammografia per la diagnosi precoce del tumore del seno e il 47,1% dei cittadini (50-69 anni) ha effettuato il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci per la diagnosi precoce del cancro del colon retto. Mentre solo il 40,8% delle donne fra 25 e 64 anni nel 2012 ha eseguito il Pap test per la diagnosi precoce del tumore del collo dell'utero, di cui nel 2016 si stimano 2.300 nuove diagnosi. «La prevenzione è uno dei settori che fino ad oggi ha subito in maniera più profonda le politiche di razionamento - continua il professor Pinto -. È infatti più facile tagliare gli investimenti a queste iniziative che possono garantire un ritorno solo a distanza di anni. Eppure l'incremento degli investimenti in prevenzione dovrebbe portare a una riduzione del numero di persone da curare».

Un esempio è rappresentato dal melanoma, un tumore della pelle molto aggressivo e piuttosto frequente, che nel 2016 in Italia farà registrare 13.800 nuovi casi. «Se individuato in fase avanzata - sottolinea Paolo Ascierto, direttore dell'Unità di Oncologia Medica dell'Istituto Nazionale Tumori Fondazione 'G.
Pascalè di Napoli - abbiamo a disposizione armi efficaci. Grazie all'immuno-oncologia, infatti, il 20% dei pazienti colpiti dalla malattia metastatica è vivo a 10 anni dalla diagnosi»

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA