La ricerca dell'Istituto Pascale e della Sun
«Malati di tumore in difficoltà economiche
muoiono prima degli altri»

La ricerca dell'Istituto Pascale e della Sun «Malati di tumore in difficoltà economiche muoiono prima degli altri»
Lunedì 10 Ottobre 2016, 21:15
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Chi si ammala di tumore oggi in Italia e ha problemi economici muore prima. Questa, in sintesi, la conclusione di uno studio presentato a Copenhagen, durante il congresso annuale della Società europea di oncologia (ESMO), condotto da Francesco Perrone, direttore dell'Unità sperimentazioni cliniche dell'Istituto dei tumori Fondazione Pascale, in collaborazione con la cattedra di Statistica Medica della Seconda Università di Napoli.

Lo studio, i cui risultati verranno a breve pubblicati sulla rivista Annals of Oncology, è stato condotto mettendo insieme i dati di 16 sperimentazioni cliniche condotte in Italia tra il 1999 e il 2015, coordinate dall'Istituto dei Tumori di Napoli. Nel complesso, hanno partecipato a queste sperimentazioni 3.670 pazienti affetti da cancro del polmone, della mammella e dell'ovaio.

Tutti gli studi prevedevano l'uso di un questionario di qualità della vita (EORTC C30) che chiedeva ai pazienti, alla domanda 28, se nell'ultima settimana avevano avuto difficoltà economiche legate alla malattia, assegnando uno di quattro possibili gradi, da «per niente» a «moltissimo». Già all'inizio dello studio è stato constatato che un quarto dei pazienti riportava difficoltà economiche di grado variabile e che queste persone avevano un rischio del 35% in più di avere un peggioramento della propria qualità di vita rispetto a chi non aveva problemi finanziari. Inoltre, in un altro 22% di pazienti, i problemi economici aumentavano durante il trattamento chemioterapico e in queste persone il rischio di morte aumentava del 20% rispetto a chi non riferiva problemi.

«Riteniamo che siano risultati importanti per almeno due motivi. - dice Franco Perrone - Sono i primi dati di uno studio prodotto per la prima volta in un Paese europeo e sono, purtroppo, coerenti con quanto è stato già segnalato negli Stati Uniti dove però non esiste servizio sanitario nazionale. La dimensione, inoltre, dell'effetto negativo sulla sopravvivenza della tossicità finanziaria è simile alla dimensione dell'effetto benefico di alcuni nuovi farmaci. Quindi l'impatto di una cura contro la tossicità finanziaria avrebbe un effetto molto rilevante, e ovviamente senza effetti collaterali. In realtà ci aspettavamo che i pazienti con problemi economici avessero un peggioramento della qualità di vita più in generale, perché è intuitivo che questi due concetti siano collegati. Ci ha sorpreso, invece, trovare che il rischio di morte aumenta per i pazienti che peggiorano i problemi economici durante il trattamento».

Che cosa si può fare in termini di governo della sanità? «Il dibattito in sanità negli ultimi anni - continua Perrone - è notevolmente concentrato sul problema del costo dei farmaci, che aumenta in maniera irragionevole e sottrae risorse rilevanti. I nostri dati sono un campanello d'allarme e spingono a riflettere sul fatto che buona sanità non significa mettere solo farmaci a disposizione dei medici e dei pazienti. Esiste altro su cui si può e si deve migliorare, all'interno di un sistema pubblico che rappresenta (e i nostri dati lo confermano) una solida base, per soddisfare i bisogni di assistenza degli ammalati di cancro. Inutile dire che le difficoltà economiche dello Stato e i tagli alla sanità non aiutano».
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