Cancro al seno, tre interventi all'anno
I reparti dove guarire? Un terno al lotto

Cancro al seno, tre interventi all'anno I reparti dove guarire? Un terno al lotto
di Francesco Lo Dico
Domenica 6 Novembre 2016, 09:43 - Ultimo agg. 17:20
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PIEDIMONTE MATESE Dal 2013 al 2015, tre interventi chirurgici per tumore alla mammella. E soltanto uno, uno in tre anni, per tumore alla cervice. Fu profetico chi volle intitolare l'ospedale Ave Maria Gratia Plena alla Madonna. I dati dicono che qui, ammalarsi di cancro, vuol dire affidarsi più alla fede che alla scienza. Ma giungere in questo luogo, in questa piccola struttura sanitaria che da Piedimonte Matese, provincia di Caserta, si affaccia su chilometri e chilometri di vuoto, significa comprendere come un ospedale logorato dal tempo, da lavori infiniti, da fondi sprecati e fondi mai arrivati, continui a essere, nonostante tutto, un presidio contro il nulla.

Nella Campania dove morire di cancro è più probabile che nel resto d'Italia, dove la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi di tumori alla mammella, cervice e colon-retto è inferiore di quattro punti percentuali rispetto al Nord e al Centro, i numeri dell'Ave Maria Gratia Plena appaiono stridenti. Ma di più, lo sono le condizioni che li hanno prodotti. Ad accoglierci in ospedale, dove i lavori di manutenzione della facciata sono stati avviati dopo 40 anni di stallo, in un'area a rischio sismico dove il distacco di parti di intonaco e calcinacci fino a poco tempo fa metteva a rischio personale e pazienti, parti rimesse a nuovo si alternano a un evidente degrado.

E la medesima sensazione di essere in un ospedale da campo, non può essere soffocata neppure al terzo piano, dove tra corridoi lindi, e locali per la degenza che profumano di nuovo, pure si nascondono deficit evidenti . Qui, nel reparto di Ginecologia retto dalla dottoressa Rosanna Volpicelli, sono stati effettuati dal 2012 al 2015 tre interventi per tumore alla mammella e solo un intervento per tumore alla cervice. Ma comprendere il perché è più difficile di quanto non dicano i numeri. Alla gestione di sedici posti letto, sono demandati infatti quattro medici, più un assistente con contratto co.co.pro. «Siamo sotto organico, cerchiamo di fare i salti mortali per coprire i turni», denuncia Volpicelli. Il modulo oncologico interno a Ginecologia, affidato a Fernando De Novellis, è in pratica messo nelle condizioni di non potere intervenire.

«Siamo in quattro in tutto. Per affrontare una neoplasia, dovremmo essere almeno in tre. Chi si occupa degli altri ammalati, se operiamo?», si sfoga il chirurgo. Ma anche a volere fare i miracoli, nella vita bisogna pure attrezzarsi. Ed è qui che la lotta diventa impari. Contro il cancro, nel reparto di Ginecologia di Piedimonte Matese, si dovrebbe lottare senza le pinze usate per le microbiopsie («Con quelle che abbiamo, antidiluviane, siamo costretti a sfregiare l'utero delle pazienti», spiegano i medici).

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