Vaccini in calo, più malattie in Italia
Morbillo e rosolia, guerra perduta

Vaccini in calo, più malattie in Italia Morbillo e rosolia, guerra perduta
di Carla Massi
Martedì 25 Ottobre 2016, 08:24 - Ultimo agg. 12:20
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Roma. Si prevedeva di eliminare dall'Italia rosolia e morbillo entro il 2015. Ma non è stato così. Si ipotizzava, una quindicina di anni fa, che la politica vaccinale, accompagnata da una capillare informazione alle famiglie avrebbe permesso di cancellare le due infezioni.

Oggi, invece, ci troviamo a fare i conti con un numero di casi di rosolia e morbillo oltre qualsiasi previsione. Dall'inizio del 2013 più di quattromila segnalazioni per il morbillo. Superano i duecento quelle per la rosolia e per il tetano. Prove che l'obiettivo vaccinazioni necessarie per eradicare le due malattie non è stato raggiunto. L'Italia è al quinto posto tra i sette paesi con il maggior numero di casi negli anni 2014-2015. Ecco la lista: Kyrgyzstan, Bosnia e Herzegovina, Russian Federation, Georgia, Italia, Germania e Kazakhstan.

Un probabile effetto del calo delle vaccinazioni. Scese al di sotto del 95% quelle contro polio, tetano, difterite ed epatite B e ancora di più contro morbillo, parotite e rosolia che raggiungono una copertura dell'86%. In meno di dieci anni la picchiata oscilla tra il 4 e il 5%. Proprio per il rifiuto delle vaccinazioni, all'inizio del 2015 l'Italia è stata bacchettata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Numeri verso il basso anche per la pertosse. Che, in tempi recenti, è ricomparsa (anche casi letali) nei bambini durante i primi mesi di vita. Come confermano i ricoveri al Bambino Gesù di Roma. «Questo atteggiamento contrario alla profilassi - sono le parole di Alberto Villani, responsabile della Pediatria generale e malattie infettive dell'ospedale pediatrico - è responsabile dei numerosi casi di morbillo e della presenza di patologie che potevano già essere debellate come ad esempio la pertosse. Senza le vaccinazioni ci troviamo a dover fronteggiare condizioni, che invece sarebbero facilmente prevenibili. Contiamo, inoltre, più di mille casi di meningite l'anno. Oltre al ritorno, in Europa, di alcune malattie che erano state debellate da molti anni, come ad esempio la poliomielite».

La pertosse può essere letale se contratta da un neonato e, spesso, a trasmetterla, inconsapevolmente, è la mamma. Vaccinando la donna in gravidanza, come è stato previsto dal nuovo Calendario vaccinale per la vita messo a punto dalla Società di igiene, la Società di pediatria, la Federazione dei medici pediatri e quella dei Medici di medicina generale, non solo si protegge la donna ma soprattutto, secondo gli specialisti, il neonato nei primi tre mesi.
La causa della malattia è una tossina, prodotta dal batterio, che porta a danni neurologici-cerebrali oltre ai sintomi respiratori come l'apnea.

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