Virus, il nuovo incubo si chiama Zika: ora è allerta anche in Italia. Tutta colpa di zanzare infette

Virus, il nuovo incubo si chiama Zika: ora è allerta anche in Italia. Tutta colpa di zanzare infette
di Gigi Di Fiore
Venerdì 29 Gennaio 2016, 10:16
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È allerta anche in Italia. La diffusione del virus «Zika», provocata dalla puntura di zanzare infette del genere Aedes aegypti, è al centro di avvertimenti e indicazioni del ministero della Salute. Nessuna preoccupazione, ma qualche suggerimento per evitare il contagio di un'infezione importata dai Paesi dell'America Latina, Brasile e Venezuela in testa.Scrive il ministero della Salute, in una circolare spedita agli assessorati alla regionali alla Sanità: «Sulla base dei bollettini epidemiologici internazionali, si consiglia a chi è diretto nelle aree colpite di proteggersi dalle punture di zanzare». Alle donne in gravidanza gli spostamenti in quei Paesi viene sconsigliato, così come a chi ha malattie immunitarie o patologie croniche gravi. Sembra diffondersi una nuova paura, su infezioni gravi o piccole che scompaiono come sono arrivate. Qualche tempo fa, la paura si chiamava Ebola, oggi Zika.

Spiega Maria Triassi, direttore del Dipartimento di Salute pubblica all'Università federiciana di Napoli: «In Italia il virus può essere solo importato e quindi è necessario adottare precauzioni se ci si reca nei Paesi dove vive questo genere di zanzare». Più chiaro, nello spegnere improvvisi allarmismi, è Antonio Chirianni, presidente della Società italiana malattie infettive e tropicali: «La malattia decorre in maniera asintomatica, nel 25 per cento dei casi. Si manifesta con febbricola, esantema, congiuntivite. Il problema più importante, al momento, è che sembra ci siano bambini, figli di donne che hanno avuto la malattia durante la gravidanza, che hanno presentato una forma di microcefalia».Aggiunge Maria Paola Landini, componente del direttivo dell'Associazione microbiologi clinici italiani: «Molte regioni in Italia sono attrezzate da tempo con un centro di riferimento per la diagnosi del virus Zika. Ce l'abbiamo fatta a tenere sotto controllo la diffusione del virus Dengue, molto più diffuso di quest'ultima minaccia, ce la faremo a tenere lontano anche Zika».C'è chi evidenzia come la rosolia sia per una gravidanza più rischiosa del virus Zika. Ma ad allarmare è l'Organizzazione mondiale della Sanità, che ha stimato circa 3-4 milioni di persone a rischio contagio sul continente americano. Tra questi, un milione e mezzo solo in Brasile dove sono nati più di 4mila bambini con microcefalia, malformazione neurologica che provoca una crescita ridotta del volume del cervello e della circonferenza cranica causa di danni nurologici.Il Centro nazionale sangue avverte che i donatori, in arrivo dai Paesi dove è diffuso il virus, devono attendere almeno 28 giorni dal ritorno prima di riprendere le donazioni di sangue. E il deputato e responsabile sanità del Pd, Federico Gelli, sollecita il ministero della Salute di intensificare la campagna informativa sul virus. Di fatto, in Europa è stato accertato un caso in Danimarca e tre in Gran Bretagna. In Italia, ci sono state due donne sospettate in Veneto di avere il virus. Una è già tornata in Venezuela. Sulla seconda, arrivata dal Messico, sono in corso ulteriori accertamenti dopo che i primi sono risultati negativi. Commenta Massimo Andreoni, past president della Società italiana malattie infettive e tropicali: «Se c'è la globalizzazione delle persone, c'è anche quella delle malattie infettive. Se un miliardo di persone si muove per il mondo, porta indietro anche le infezioni. Ma Zika, quando diviene malattia sintomatica, è una sindrome infettiva poco grave».

Lunedì si riunirà a Ginevra il comitato di emergenza dell'Organizzazione mondiale della sanità, per un monitoraggio sui 22 Paesi dell'America latina dove si è diffuso il virus, con i 4180 casi di microcefalia in Brasile. E se i Centers for Disease Control and Prevention americani ipotizzano per i neonati rischi non solo di microcefalia, ma anche di difetti alla vista e all'udito, la direttrice generale dell'Oms, Margaret Chan, avverte: «Voglio essere chiara, la relazione tra il virus Zika e le malformazioni non è stata ancora stabilita, ma è altamente sospettata». La lezione mediatica di Ebola sembra non aver insegnato nulla.
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