«Docenti, il ministero
sveli l'algoritmo»

«Docenti, il ministero sveli l'algoritmo»
di Marco Esposito
Giovedì 23 Marzo 2017, 08:54 - Ultimo agg. 09:00
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Diritto d'autore. Invocando la tutela della proprietà intellettuale disciplinata dalla legge del 1941 il ministero dell'Istruzione ha provato a tenere nascosto l'algoritmo che la scorsa estate ha deciso dove trasferire i docenti. Ma il Tar del lazio ha smontato gli argomenti del Miur e ha obbligato con una sentenza pubblicata ieri il ministero ha fornire il programma con il meccanismo di calcolo in base al quale tanti insegnanti meridionali si sono visti assegnati in scuole del Nord nonostante i punteggi elevati. La scorsa estate si parlò di «deportazione» - una parola forte - di migliaia di insegnanti. Nei fatti non pochi di quei docenti sono rapidamente rientrati su indicazione del giudice del lavoro o in base a una finestra aperta dallo stesso Miur, aggiungendo al disagio personale di un trasferimento il disagio degli studenti nelle scuole del Nord che si sono visti assegnare e poi sottrarre il proprio insegnante.

Centinaia di docenti, tramite i sindacati, hanno chiesto l'accesso agli atti, cioè la verifica dei criteri utilizzati per i trasferimenti. Ma il Miur si è limitato a fornire una descrizione del meccanismo che non permette di verificare nel dettaglio il calcolo. Secondo il ministero, «il software è tutelato quale opera dell'ingegno, alla stregua delle opere letterarie, filmiche ecc. e quindi trattandosi di opera dell'ingegno è caratterizzato da proprietà intellettuale, soggetta a tutela».

Una spiegazione che non ha convinto per nulla i magistrati. La legge del 1941 sulle opere dell'ingegno si riferisce senz'altro ai «programmi per elaboratori» ma la tutela è relativa al «diritto allo sfruttamento economico dell'opera». Ma gli insegnanti che chiedono l'«accesso gli atti» non devono sfruttare economicamente l'algoritmo ma solo capire il funzionamento per evidenziare eventuali errori. Né ha valore la tesi del Miur in base alla quale il linguaggio del software è complesso e sconosciuto persino al «funzionario che ne fa uso ai fini dell'elaborazione della decisione finale» per cui sarebbe a maggior ragione incomprensibile per l'insegnante. L'argomento, secondo la sentenza firmata dal presidente Riccardo Savoia e scritta da Maria Cristina Quiligotti, «non appare dirimente» perché «ai fini della sua comprensione e della verifica della sua correttezza, il privato destinatario dell'atto può legittimamente avvalersi dell'attività professionale di un informatico competente in materia». Il Tar del Lazio perciò ha ordinato al Miur (che non commenta) di consegnare il software entro 30 giorni.

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