La Seconda Università ha cambiato nome:
ora è Università della Campania Luigi Vanvitelli

La Seconda Università ha cambiato nome: ora è Università della Campania Luigi Vanvitelli
di Antonio Pastore
Mercoledì 9 Novembre 2016, 08:33 - Ultimo agg. 11:43
3 Minuti di Lettura
CASERTA - Lo si sapeva da un anno e più ma l’ufficialità è arrivata solo ieri, con la pubblicazione del nuovo statuto dell’ateneo sulla Gazzetta Ufficiale: la Sun cambia nome, da oggi è «Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli». È successo che il decreto rettoriale del 17 ottobre, a cui era allegato come «parte integrante e sostanziale» lo statuto riveduto e corretto alla luce della recente normativa, è stato approvato dal Miur e quindi reso immediatamente operativo. Le modifiche, che interessano un po’ tutti i capitoli dello statuto, erano state approvate dal Senato accademico il 27 aprile e nel merito il Miur non ha ritenuto di dover formulare alcuna osservazione. Il nome è definito nel primo comma del primo articolo dello statuto, che dedica un passaggio anche ai riferimenti geografici dell’università che ha «sede legale nella città di Caserta ed è articolata nei poli territoriali di Napoli, Caserta, Santa Maria Capua Vetere, Aversa e Capua». Laddove appare interessante la sottolineatura del capoluogo regionale come primo polo dell’ex Sun, con implicito riferimento al Policlinico di piazza Miraglia che si conferma come articolazione non temporanea - a differenza di quanto in precedenza si era detto - in attesa del completamento del Policlinico di Caserta.

«L’Ateneo necessitava di una nuova identità – è stato il commento del rettore Giuseppe Paolisso - Nell’ultimo decennio abbiamo infatti consolidato e radicato la nostra presenza sul territorio, ed è per questa ragione che sin dall’inizio del mio mandato ho avviato, insieme agli organi collegiali di ateneo, questo progetto di cambiamento, formale nelle apparenze ma sostanziale nei contenuti». E in effetti a febbraio dell’anno scorso, l’allora neo rettore, nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico, aveva fatto chiaro riferimento - illustrando il suo programma - al cambio di denominazione dell’università, un segnale forte che marcava il cambio di gestione e sembrava accogliere le spinte che da 25 anni erano presenti nel Casertano. Le sorprese arrivarono con la consultazione lanciata dal rettorato tra il personale dell’ateneo per sondare il gradimento tra varie ipotesi del nuovo nome. Tra le diverse opzioni, il 74% dei votanti si orientò per quella poi risultata vincente mentre la denominazione «Università di Caserta» totalizzò soltanto il 6 per cento. Il 20% si astenne (e tra questi parecchi erano probabilmente contrari sic e simpliciter al cambio del nome) e neanche un voto raccolse la più semplice denominazione «Università Luigi Vanvitelli». Il senato accademico ratificò la consultazione con 16 voti favorevoli, 2 contrari e un solo astenuto. A pesare sull’esito ci sono stati, di sicuro, le collocazioni rivelate dai dati statistici per polo dell’ex Sun: tra i docenti e ricercatori Napoli da sola ha il 41% e tra il personale tecnico e amministrativo la percentuale riferita al polo partenopeo sale al 76 per cento.

Il cambio di denominazione non sarà secco ed immediato. Il nome Seconda Università di Napoli per qualche tempo - fa sapere il rettore - affiancherà il nuovo. Adesso però la vera scommessa dell’ex Sun si chiama rebranding, ovvero il rifacimento del «brand», del marchio dell’ateneo, e la nascita di una nuova immagine forte ed evocativa dei valori e della storia dell’università. In questa strategia si colloca il bando internazionale per il nuovo logo dell’ateneo, più volto annunciato, e che dovrebbe finalmente partire a breve. Nel frattempo il quinto comma del primo articolo dello Statuto riformato informa che «lo stemma ufficiale dell’Ateneo è custodito dal rettore».
© RIPRODUZIONE RISERVATA