Smartphone in aula e favoritismi, il giallo dei 5 minuti sottratti al test di Medicina a Napoli

Smartphone in aula e favoritismi, il giallo dei 5 minuti sottratti al test di Medicina a Napoli
di Mariagiovanna Capone
Sabato 23 Settembre 2017, 08:38
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Che qualcosa ai test di Medicina non fosse andato per il verso giusto, in molti l'avevano capito. Che sotto ci fosse qualcosa di losco al punto da far aprire un'inchiesta alla Procura di Napoli, in pochi ci avrebbero scommesso. Nell'aria c'era però tensione, poiché molti studenti non si sono risparmiati nell'elencare tutto ciò che non è andato nel verso giusto durante i test del 5 settembre. Segnalate al Mattino, poche ore dalla fine dei test, tante irregolarità dovute soprattutto agli orari di inizio delle prove. Poca roba in confronto all'uso in aula di penne personali e soprattutto cellulari contestato da alcuni studenti che pur avendo segnalato il raggiro alla commissione non hanno visto nessuna penalizzazione né ritiro della prova. Queste ultime avvenute come dichiarato dai denuncianti nelle aule A04 e F03, ma a quanto pare la denuncia è partita da un candidato dell'aula A03.
 


In questi giorni molti aspiranti matricole di Medicina nel gruppo su Facebook dedicato alla prova hanno evidenziato la poca limpidezza da parte delle commissioni mostrandosi decisi a fare ricorso aiutati dai patronati per far luce su dei test decisivi per la loro carriera. «Mentre eravamo in fila per consegnare i fogli, qualcuno che era in coda è riuscito a prelevare una penna dalla tasca e ha potuto continuare indisturbato a segnare le risposte, consultandosi perfino con gli altri», dice un candidato da Roma.

Da Napoli parlano di «5 minuti in meno, ossia il tempo per rispondere a due-tre domande che avrebbero potuto fare la differenza, affinché la commissione leggesse le istruzioni del Miur». Sempre a Napoli si parla invece di candidati che hanno avuto l'opportunità di usare cellulari, riuscendo a farla franca perché non notati dalla commissione e avendo così più possibilità rispetto ad altri di superare il difficile test. Un uso improprio testimoniato da scatti che i denuncianti hanno fatto a loro volta con il proprio cellulare.

Al test di ingresso dell'Università Federico II di Napoli si sono presentati in 4.220, ben il 92 per cento degli iscritti (4.604) mentre i posti in lizza sono appena 386. Soltanto uno su nove ce la farà, e le quote rosa dovrebbero essere la maggioranza poiché erano presenti 2.658 donne, il 63 per cento dei candidati e quindi statisticamente con maggiori possibilità di superare i test. La prova è identica in ogni università italiana e consta in sessanta quesiti a risposta multipla. Ciascuna presenta cinque opzioni di risposta, e il candidato deve individuarne una soltanto, scartando le conclusioni errate, arbitrarie o meno probabili. Sei gli argomenti: due domande di cultura generale, venti di ragionamento logico, diciotto di biologia, dodici di chimica, otto di fisica e otto di matematica.
La prova è iniziata in contemporanea in tutte le sedi italiane alle 11 e il tempo a disposizione è stato di 100 minuti. Chi ha azzeccato tutte le risposte poteva raggiungere il punteggio massimo di 90 punti: 1,5 punti per ogni risposta esatta. Per ogni risposta sbagliata, invece, si ha una penalizzazione di 0,4 punti mentre per ogni risposta non data 0 punti. Chi è stato indeciso su una o più risposte, quindi, ha avuto più possibilità di chi ha risposto in maniera errata.
Vietati tassativamente tutti i device elettronici come smartphone, tablet, smartwatch, palmari, calcolatrici, notebook, auricolari e simili. Non è consentito portare libri, appunti, biglietti, manuali, tavole periodiche e giornali. Ma anche astucci con matite, altri tipi di penne, pennarelli e bianchetti. Questo perché durante il test è consentito usare unicamente la penna a sfera dall'inchiostro nero che la commissione consegna prima di iniziare la prova ai candidati. Vietato anche parlare con gli altri candidati e alzarsi dal posto assegnato.

Ogni candidato iscritto alla prova è stato identificato attraverso un documento di identità, cui sono stati consegnati: una busta con il foglio del test, una busta anagrafica, due codici a barra (da attaccare sulle due buste), una penna a sfera nera. In ogni aula ci sono cinque commissari (di cui uno responsabile di aula) che hanno avuto la facoltà di controllare che le prove si svolgessero secondo regolamento. Nel caso ci fossero irregolarità, loro compito non è ritirare il foglio ma verbalizzare l'accaduto con il codice corrispondente al candidato in malafede. La commissione dell'Università procederà ad annullare la scheda anagrafica e quindi il test corrispondente. Dopo aver raccolto le buste coi test e quelle con le anagrafiche, il materiale viene spedito a Casalecchio di Reno in provincia di Bologna. A elaborare ogni singola prova di ciascun ateneo (circa 66 mila quest'anno) è infatti il potente calcolatore del Cineca. Impossibile poter intervenire su una scheda e alterarne il risultato, poiché le schede impilate casualmente da un operatore, vengono risucchiate ed elaborate dalla macchina. Il punteggio finale corrisposto al codice a barra automaticamente, mentre su un altro elaboratore i codici a barra sono annessi ai nominativi dei candidati che hanno eseguito la prova. Una volta ultimato il processo di elaborazione viene pubblicata la graduatoria nazionale e di merito, gestita direttamente dal Miur.

Le date clou per i candidati sono quella di martedì scorso, quando il Cineca ha pubblicato i punteggi in forma anonima nell'area riservata ai candidati sul sito di UniversItaly. Venerdì prossimo sempre sul portale ma nell'area riservata sarà rilasciato il punteggio relativo alla scheda anagrafica. Il 3 ottobre invece sarà pubblicata la graduatoria nazionale nominativa del test di Medicina 2017. Ricorsi permettendo.